venerdì 20 gennaio 2012

ACQUA BOLLENTE

Acqua bollente chiusa in una tazza.
Serve a scaldare le mani quando fuori fa freddo.
E non è mia abitudine bere acqua bollente aromatizzata, o portarmela a spasso per casa, o in macchina.
Non mi scaldo, con questa roba.
Preferisco scaldarmi al sole, come una lucertola, espormi a pieno viso, assorbire il calore di ogni raggio, ad occhi chiusi.
Ma questa qui è solo una camomilla. Ed io non prendo mai camomilla.
Non prendo questi beveroni caldi e profumati.
Al massimo mi metto sotto una coperta, vicino al camino, al riparo in un paio di braccia.
Io prendo solo caffè, ristretto, con un cucchiaino di zucchero scarso.
Mai amaro.
E le mie mani sono eternamente ghiacciate.

Sono una stupida integrale.
Ci si potrebbe fare un film su questa stupidità.
Una stupida, irragionevole follia che si trascina nel tempo e nello spazio e nelle vite senza chiedere permesso.
Cosa significa avere qualcosa da perdere?
E non avere nulla da perdere?
Dimentico volutamente che questa non è una perdita, ma una scelta.
La mia.
E se potessi, ora, che scelta farei in fondo?
Sarebbe la scelta giusta?
Non sarebbe una scelta ovvia.
La mia libertà fa da contrappeso ad ogni possibilità di scelta in un senso più costrittivo.
Eppure non mi sono mai esposta come ora.
Ora che non ho nulla da perdere.
O forse tutto?
Dannazione le parole.
Dannazione le incomprensioni.
Dannazione i silenzi significativi e tutte le stronzate che uno si immagina nella testa.
Dannazione questo arrivare sempre un attimo dopo il momento giusto.
Dannazione a me.


p.s. questo post è un delirio serale scritto di getto qualche giorno fa.
La tazza vuota è finita in frantumi sul pavimento.
Ancora sto raccogliendo i cocci.
Che fatica pulire...

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