mercoledì 1 febbraio 2012

GOALS

Oggi pomeriggio è arrivato il pacchettino della Feltrinelli con i libri che mi sono regalata qualche giorno fa: "Io sono un gatto" di Sòseki, "Il linguaggio segreto del corpo" della Guglielmi e "Il taccuino di Talamanca" di Cioran.
Spero di trovare il tempo di assaltarne almeno uno, prossimamente, anche se dovrei metterli in coda ad altri libri che ho comprato negli scorsi mesi senza riuscire a leggerli e/o finirli.

L'ultima lettura intrapresa (nonchè ancora da portare a termine) è "One Day", in lingua inglese.
La scelta non è stata casuale, ma fortemente indirizzata dal sapore agrodolce della trama, che già conoscevo.
Ho cominciato a leggerlo in una prestigiosa libreria straniera, comprandolo poi con somma gioia e a metà prezzo in aereoporto.

Questo libro, in particolare, rientra nel piccolo obiettivo a breve termine che mi sono prefissata.
Quello di arricchire il mio dizionario di inglese di almeno un vocabolo nuovo al giorno.
Naturalmente mi lascio aiutare, nel perseguimento di questo piccolo proposito, anche dalla musica.
Tuttavia, dato il ricorrere frequentissimo delle stesse parole e delle stesse frasi in ogni pezzo, e considerato che conosco praticamente a memoria quasi ogni testo e la relativa traduzione di tutta musica che ascolto sin dall'adolescenza, tento di soffermarmi su quello sparuto gruppo di paroline di cui non riesco a ricordare mai il significato o di concentrarmi su nuova musica e nuove parole.

La cosa splendida è che, quando non capisco qualcosa, internet mi dà accesso a due strumenti ad hoc: un famoso dizionario di inglese - italiano online, ed il traduttore di google, con il pulsante di verifica della pronuncia.

Potrei passarci le giornate.

A volte temo con ferma convinzione che una vita sola, questa mia, sia davvero poco per tutto quello che vorrei fare e che mi piacerebbe e piace fare, e che potrei fare.
Sono costretta a scegliere tra mille cose per me ugualmente meritevoli di tempo ed energie.
Ed ugualmente gratificanti.

Un paio di persone mi hanno detto, ultimamente, che io ancora non ho deciso cosa fare, nella vita.
Sarà davvero così?
Dovrei impormi una scelta?
E, poi, non me la sono già imposta?
E la scelta che mi sono imposta me ne preclude altre?
Che siano alternative o concomitanti?

Electa una via non datur recursus ad alteram?

Io non l'ho mai creduto.

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