martedì 24 aprile 2012

LA LIBERAZIONE

Nonno e tu dov'eri quando hanno liberato l'Italia?
Stavo sopra la montagna, con gli altri. 
C'erano gli americani che sparavano a vista,
 ed io scendevo di nascosto, quando potevo, 
a prendere da mangiare. Per strada, poi, 
era pieno di roba, perchè la gente si era avviata 
sopra le montagne con tutto quello che aveva, 
ma non ce la faceva a portare le borse 
e quindi le abbandonava dove capitava.
E che ricordi di quel periodo?
Una volta ero andato a prendere rifornimenti di roba da mangiare, 
a valle, e ho incontrato due tedeschi e una zoccola 
(o una prostituta, che dir si voglia). 
Una del posto?
Eh... (ovvero, si, una del posto, 
che ancora è viva o presumibilmente ha parenti vivi 
per cui non ha voluto perdersi in pettegolezzi e dirmi il nome)
 Avevo lo zaino pieno di ceci, 
e quella zoccola si mise a insistere che glieli dovevo dare tutti. 
E il tedesco, invece, cercava di convincerla a lasciarmene un po'! 
Non avevamo niente, niente...
 La fame, la conosci la fame? Io l'ho conosciuta.
E come avete fatto il periodo che siete saliti sulla montagna?
Quando potevo scendevo di nascosto 
a fare provviste. 
Papà si era portato il mulo, sulla montagna. 
Ci erano rimaste due vacche. 
Prima di andare una l'abbiamo ammazzata 
per mangiarla, l'altra ce l'hanno fregata.
Se rimanevamo a valle ci mandavano via... 
E quando l'Italia è stata liberata cosa avete fatto?
Siamo tornati a casa. 
Neanche tornammo che a papà scappo
 la cavalla dalla stalla.
 La vide correre in mezzo alla terra e saltare in aria su una mina.
Così abbiamo scoperto, per caso e per fortuna, 
che tutta la nostra terra 
era stata minata.
E come avete fatto per bonificarla?
Papà e mamma hanno tolto, una ad una, 
tutte le mine dalla terra.
E le mine, che ne avete fatto? Le avete fatte esplodere?
Ma no, quelle erano fatte con delle "saponette" 
(il tritolo), una decina di saponette per ognuna, 
così le chiamavamo. 
Le smontavamo e le rivendevamo ai pescatori.


(Mio nonno è  quello sulla sinistra. La foto è stata scattata in un parco giochi)

2 commenti:

Serena S. Madhouse ha detto...

mio nonno invece mi ha sempre detto poco della Liberazione...
La sua Liberazione forse non è mai avvenuta..
Si è portato dentro fino alla fine il gelo della Russia e io, tante volte non capivo perchè avesse così freddo, perchè quella finestra dovesse rerstare chiusa anche quando c'era il sole...
Mio nonno si è portato dentro il freddo e lo sdegno per quella guerra in cui non credeva... I Russi, una mamma russa soprattutto gli hanno salvato la vita...
La rabbia più grande la sua è stata quella di dover servire dei vili, che gli hanno rovinato i sogni... Lui voleva volare, fare il pilota di aerei, e non per combattere, perchè aveva 17 anni e un sogno e la passione per il cinema americano e invece è sato spedito in Russia a guidare un camion che non andava..e lì che ha imparato il mestiere...
e poi mia nonna che non è sopravvissuta alla sua malattia ma è sopravvissuta ai tedeschi che, ben due volte, hanno cercato di farla fuori...mi ricordava sempre quelle pallottole rosse a pochi centimetri dalla testa quella volta che scendeva dai monti con sua cugina per andare a prendere l'acqua per se e per gli altri..
Ho celebrato ieri sera con il capitano partigiano Aldo Michelotti con il film DIODI...ancora una volta fiera di essere dalla parte giusta ma intristita dalla situazione genrale e di chi non capisce che la Liberazione non appartiene a tutti..

.come.fossi.acqua. ha detto...

mad, io credo che non esista una giustizia in senso assoluto, nè che si possa stare dalla parte giusta.
non esistono parti giuste, esistono persone perbene e persone che non lo sono da ogni parte, e stare "dalla parte giusta" molte volte è relativo.
ci sono stati tedeschi, durante la guerra, molto più umani di tanti italiani che facevano sciacallaggio nelle case dei propri compaesani in loro assenza.
ci sono stati militari italiani che regalavano la propria porzione di pane ai greci affamati, oltre che quelli accusati di avere perpetrato delle atrocità a loro discapito.
la storia è fatta di tante cose, di tante persone, di tanti episodi, ma sono sempre i peggiori a passare alla ribalta.
la guerra scatena le porcherie più assurde, ma c'è chi si è mantenuto integro anche nella difficoltà, a prescindere dal fatto di essere stato tedesco, italiano, ebreo, fascista o partigiano.

credo che la guerra metta esseri umani contro altri esseri umani, istinti di sopravvivenza che si incrociano e si scontrano l'uno contro l'altro.

è l'umanità personalissima di ciascuno a fare la differenza, non tutto il resto.


p.s. mi spiace per tua nonna...