venerdì 14 settembre 2012

--- NOVA ---


"Ci raggiungi più tardi? Abbiamo chiamato un gruppo a suonare".
"Stasera non credo di uscire... non sto ancora granchè bene...", ho detto.
Ma poi è arrivata la telefonata delle 20.00.
Una richiesta di aiuto tra le righe.
Aiuto, che da soli non ci si fa.
In questo posto qui si annega, non c'è nulla e nessuno a cui aggrapparsi.
Lo so bene.
E quindi sono uscita da lavoro con la testa nel pallone e mi sono buttata in macchina come un'ameba, destinazione negozio in chiusura.
Un saluto di dieci minuti è diventato una pizza fuori.
Ed un dolcino al cioccolato assaltato a doppia forchetta.
Quante diamine di cose sono così palesemente diverse, ora, tra noi?
Tu, con quell'attenzione maniacale ai dettagli, e l'energia e la volontà di volere aggiustare tutto quello che non va o non aderisce perfettamente ai tuoi canoni e criteri.
Compreso il finestrino senza speranza della mia auto che rimane un po' aperto ed entra pioggia.
Io, che non mi frega più nulla di niente.
Neanche di me stessa certe volte.
"Capisci perchè io e te non ci siamo mai fidanzati, vero?"
Con la testa amaramente sconfitta da questo malessere assurdo che non so spiegare, pronta ad esplodere, mi sono trascinata fino a casa a recuperare una felpina...
"I ragazzi hanno chiamato un gruppo a suonare, facciamo un salto a salutarli, che dici?".
Tempo dieci minuti di astemia e mi hai detto "vado via".
Io sono rimasta.
Non avevo genio di tornare a casa, già.
Fanculo la testa, la pioggia, la stanchezza.
Fanculo che con questa nausea non dovrei nè bere nè fumare.
Fanculo che stasera ho pure saltato le medicine.
Fanculo che sto sola, mi basto.
Sono rimasta a cazzeggiare con chi ho trovato al locale finchè non hanno finito di suonare.
Ed io di bere e di scroccare sigarette.
E poi... c'era qualcosa, nell'impostazione del cantante, di conosciuto.
Ma non volevo dirlo ad alta voce, finchè, a chiusura, non mi è esplosa nelle orecchie la cover finale.

Quando ho ascoltato la prima volta i Verdena avevo appena 21 anni.
In quel locale piccolo e blu, pieno di fumo, in una zona malfamata raggiunta a piedi di notte, mano nella mano, innamorata perdutamente di un amore splendido quanto doloroso.
Una vita fa.
Esattamente quando è cominciata la vita scombinata di adesso.

2 commenti:

ginocchiaapunta ha detto...

ecco, una cosa ho sentito pesante a schiacciarmi la schiena: "In questo posto qui si annega, non c'è nulla e nessuno a cui aggrapparsi".
E sono giorni che mi sento così. Perduto. Guardo fuori e non vedo niente, nessuno che possa capire.
A volte non avere una casa è un dolore alle tempie.

.come.fossi.acqua. ha detto...

gap... ti ritroverai anche tu.
e troverai anche qualcosa o qualcuno a cui aggrapparti per tirarti fuori.
sei meno perduto di quel che pensi.
la luce arriva all'improvviso.
si, pure il buio, ma per fortuna si alternano.