lunedì 24 settembre 2012

VIAGGI IN MACCHINA


Non c'è nulla da fare.
Io i discorsi più profondi, più proficui, le confidenze più intime, li faccio nella maggior parte dei casi in macchina.
Nell'andare o rientrare da qualche parte.
Viaggi lunghi o micro-viaggi che siano.
Con papà, nei lunghissimi viaggi di lavoro nei quali lo accompagnavo da ragazzina, e nei quali ci alternavamo di giorno e di notte alla guida.
Con fidanzati e amanti, chè clandestinamente o circa abbiamo coperto una bella fetta del territorio nazionale ed internazionale.
Con amici e amiche, prevalentemente in piccoli viaggi fuori porta.

Non saprei fare il conto dei chilometri percorsi in una vita.
Sono davvero tanti.
E non mi viene da essere umile su questo, per me è un vanto avere avuto tante opportunità per viaggiare.
Ed averle anche create ed accolte a braccia aperte.

Oggi una serie di cose che mi sono capitate sotto gli occhi ha contribuito a dare ulteriore forma ad un pensiero che mi gironzola in testa da un po', e che conto di concretizzare appena sarò in grado di confrontarmici dal vivo in modo serio e dignitoso.

Oggi una persona mi ha detto che non ha mai viaggiato tanto quanto il periodo che ha frequentato me.

Qualcun'altro, oggi, ha capito probabilmente che non riesce a stare al passo e che fingere di avere impegni per rendersi interessanti è una cosa che non funziona. E  che spesso la risposta contrassegnata dalla lettera c), per quanto apparentemente scontata e facile, si rivela del tutto erronea.

Qualcun'altro ancora, infine, ha capito che adularmi non serve a nulla, che non sono una sprovveduta, che il linguaggio forbito, unitamente ad altri argomenti poco interessanti, non attacca, e che forse un passo indietro ci sta bene.
Almeno per togliermi dall'imbarazzo inutilmente creato, e comunque gestito in modo tale da non creare incidenti diplomatici.


Nessun commento: