venerdì 4 gennaio 2013

APPARTENERSI


Con il romanticismo spiccio non vado granchè d'accordo.
Mi commuovono delle cose che a dirle ad alta voce farebbero ridere i più.
Tant'è!

E' da un po' che non riesco a guardare i miei rapporti con il prossimo sotto il profilo dell'appartenenza, quanto piuttosto sotto quello della connessione.
Una connessione che a dirla tutta travalica ogni confine.
E non è tanto per dire, è sul serio così.
Da preocupparcisivi.

No, niente.
E' l'influenza.
Quando sto male stabilisco connessioni anomale con il mondo che mi circonda.
Anche quello parallelo.
Il lavoro, e la scrittura naturalmente, non ne vanno esenti.
La tachipirina mi dopa.
Sarà che l'ho innaffiata con un goccetto di rosso.
E cavolo, sto male, qualcosa me lo devo pure concedere!
Un contentino innocuo, almeno, mentre diserto certi appuntamenti, quelli cui tengo in pari misura a quelli cui non tengo per nulla.

E quindi agonizzo così, con la coperta addosso e la bocca aperta nell'affannosa ricerca di ossigeno, al termine di una giornata in cui sono andata al lavoro solo per tornare a casa dopo un'ora circa più o meno sana e salva.
Ho anche preso un semaforo... beh, non serve specificare di che colore.
Diamine, me ne sono accorta mentre passavo.
Maledetta influenza, maledettissima!
Ma non mi avrai!
Non cadrò!
Proprio questo week end.
Che ti pareva che non dovevo avere la zavorra...

Vabbè, mi ha sempre portato un po' fortuna, l'influenza.
Ho sempre fatto ottimi incontri.
Mi dà un'aria strafottente ancora più del solito.
E mi toglie il sorriso.
Questa cosa, lo so per certo, mi dà fascino.

No, sto scherzando.
Sono sempre le connessioni con la realtà parallela.
E questo è un delirio.
E' l'assenza di ossigeno al cervello.
Tra poco svengo sulla tastiera.

Quando arriva l'alba?



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