mercoledì 27 febbraio 2013

RUMORi


La percezione è il vero discrimine.
E' tutto lì.
Un senso che si acuisce e si tende, che percepisce una vibrazione cui si lascia assuefare, sino a sprofondarvi.
Un'emozione che ancora non capisco dal suono di quali corde assuma forma e sembianze.
Un'emozione in nuce, forse.
Capace che no.

Se sfiorarsi così, in modo sottile, fugace sia cosa...
Questo esplorarsi, questa tensione ideale cui manca fisicità, odore, sapore.
L'essenziale, insomma.
Cosa...
Che diamine di cosa?

Se necessito di insistenza e caparbietà, o semplicemente di essere travolta.
Cosa?

Perchè non lo so.
Non sono travolta, stravolta, coinvolta, ora.
Non sono aggrappata ad un filo sottile piena di speranza.
Conduco il gioco.
Mio malgrado.
Non mi riesce diversamente.

Che la bocca sarebbe la prima a farsi strada, se non avesse coscienza del retrogusto amaro della disillusione.

Il sangue scorre tranquillo nelle vene senza alterazioni di sorta.
Assorbe calore, ingordo, mai pago.
Come una lucertola al sole.
Pronta a scappare via ad un frusciare sommesso di foglie e ritrarsi nella propria tana, gelosa della propria libertà.



lunedì 25 febbraio 2013

UN PO' PIU' IN LA'...


E' dove sposto i miei limiti.
Solo che esagero, talvolta.
Vado troppo oltre.
Dovrei evitare le sfide contro me stessa, quando sono anche arbitro.
Quando testo il mio spirito di sopravvivenza mi viene in mente di quando ero bambina, e mi sentivo invincibile, e mi cacciavo nelle situazioni più disparate.
Oggi, con la coscienza di essere più che fallibile come essere umano, di avere una prestanza fisica che arriva fino ad un certo punto, piena di dubbi di ogni sorta, continuo a cacciarmi nelle situazioni più assurde con la stessa scellerataggine.
Dell'enormità della mia incoscienza me ne rendo conto sempre il giorno dopo.
Però, che gran bel gioco.

sabato 23 febbraio 2013

DUE ORE DI SONNO



Sono stata in giro.
Sono stata in compagnia.
Ho lavorato, studiato, chiacchierato, cazzeggiato, fatto baldoria...
Mi sono ritirata all'alba.

Ho bisogno di una signora doccia...

mercoledì 20 febbraio 2013

LO CHIGNON




In ritardo cronico, attorciglio i capelli in uno chignon scomposto e mi precipito al lavoro.
Gli occhi, oggi, sembrano enormi.
Come fossero spalancati sul mondo.
Mentre invece mi piacerebbe chiuderli e dare ascolto agli altri sensi, un po' assopiti, inesorabilmente trainati dall'osservazione distante e scrupolosa della vista.

Arrivata a lavoro, una fila incredibile di persone davanti a me.
"E termina qui..."
Dannazione, mancano 10 minuti alla chiusura, non me ne frega niente, mi metto in fila lo stesso.
"Si è messo ad urlare, poco fa, il tipo... La fila termina qui".
Ah si? E' stato tanto minaccioso da intimorirvi tutti?
Voglia di lavorare saltami addosso, tanto per cambiare.
La desistenza non è nelle mie corde.

L'ho notato che mi guardava, mentre chiacchieravo e scherzavo con la gente in fila.
Mi basta poco per scambiare due chiacchiere con chiunque, deformazione si potrebbe dire.
Lui, in fila come gli altri, mi ha dato a parlare.
E di nuovo, è intervenuto nella conversazione che stavo intrattenendo con un collega.
E di nuovo, ancora, qualche passo più in là, sempre rivolto verso di me.
Poi, in silenzio, partecipe di una discussione tra altri, su altro, mi sono voltata e l'ho sorpreso a guardarmi.
Starà guardando lo chignon, che vengo sempre con i capelli sciolti da hippie?
Si sarà sciolto, oltremodo, dandomi un'aria sciatta e trascurata?
Starà pensando "guarda questa come viene combinata a lavoro!"?
Mi sono voltata, facendo la vaga.
Ma poi ho sbirciato di nuovo, ed io suoi occhi erano di nuovo fissi su di me.

Mi ha guardato dritto negli occhi.
Non ha distolto lo sguardo per un attimo.
E nemmeno io.
Nessun imbarazzo.
Solo curiosità.
Uno spiarsi indiscreto, a fronte del ciao di cortesia che in genere ci scambiamo quando per caso ci incrociamo a lavoro.

Il passo è ancora lungo.
Come pensare di guadare un fiume in piena indossando delle infradito.
Sperando poi di mantenerle ai piedi durante la traversata e fino alla riva opposta.
Io non so nemmeno se sopravvivo e se la corrente mi trascina via appena metto piede in acqua!
E vorrei tanto mi si offrisse una mano nella quale riporre la mia, per aiutarmi ad attraversare.
Che fosse una mano sincera e solida.
Pulita.
Per meno non mi interessa sbilanciarmi nè rischiare di affogare.


martedì 19 febbraio 2013

LA NEVEEEEEEEEE!!!


Se tutto va bene, il mio acquisto fuori programma, il mio regalo di compleanno, lo sfrutterò questo week end.
Non vado sulla neve da che ero bambina!
Ero piccola così, con gli amici d'infanzia, e le nostre famiglie, e gli sci in affitto, e gli scarponi sempre bagnati, e le salite a piedi, e le labbra spaccate dal freddo, e le risate, e la spensieratezza dell'infanzia...

Sto facendo tutto e niente, questi giorni.
Lo sto facendo per me stessa.

Mi chiedono quali "novità".
Nessuna in realtà.
O forse tutto.

E' un nuovo livello evolutivo.
L'ennesima fase di transizione.

Cerco di far bene ciò che faccio.
Cerco di far bene in generale.

giovedì 14 febbraio 2013

QUESTA E' UNA DEDICA


A uno.
A più d'uno.
Io vivo storie impossibili.


"Potrei anche dire che l'amore è come l'alcool. 
Lo provi una volta, ti fa girare la testa, ne vuoi ancora 
e ancora.
Ti fa sentire male, 

tanto male che dirai di non voler provare mai più.
Ma poi, 
al prossimo bicchiere ci ricascherai. 
E non dirai di no."

C. Bukowski






mercoledì 13 febbraio 2013

LA COSA GIUSTA DA FARE



La soluzione a portata di mano non ce l'ho mai.
Se mi sento di fare in un modo, lo faccio.
Punto.
E' quella la scelta giusta.
Quella che l'istinto m'impone di seguire.

Si, ci penso, e ci ripenso.
Qualche volta no, sta bene, non ci ripenso affatto.
Ma altre volte mi ci arrovello sopra.
Avrò fatto bene?

E soprattutto...
Avrò fatto bene stavolta?
Si.
Si è la risposta che arriva automatica e schietta.
Si, non poteva essere diversamente.
Si, perchè non sono una carogna priva di scrupoli.

E allora perchè ci sto ancora a pensare?
Perchè me la sono presa a cuore?

Sai che novità, poi...
Questo senso di responsabilità che incombe costante anche nei confronti di perfetti sconosciuti mi sta massacrando.
Sarà la solitudine ad acuire la percezione dei miei sensi, non lo so.
Certe sensazioni, certi momenti, avrei voluto stringerle per un bel po' a me, lasciarmi riscaldare... ma ho desistito.

"Stai somatizzando troppo..."
Maddai?
Ma non me ne ero accorta...
E meno male che non ti parlo dei fatti miei, altrimenti mi consiglieresti il ricovero!



martedì 12 febbraio 2013

PACIFICA FINO A PROVA CONTRARIA




Stavo per i fatti miei senza tangere nessuno.
Ho fatto le solite relazioni sociali.
Ho salutato uno che ho scambiato per un altro e ci sono finita a chiacchierare amabilmente.
Aspettavo il mio turno, pacifica.
Con un po' di sangue agli occhi, a dirla tutta, ma camuffato benissimo.
In fondo, chi se ne deve accorgere del dispiacere che provo, se tanto, male che va, ho un sorriso perenne stampato in faccia e socializzo come nulla fosse?

Si avvicina un tipo.
Lo noto da lontano, tracotante, borioso, rumoroso, fuori luogo.
Quasi mi passa addosso.
Mi scanso seccata e gli lancio un'occhiataccia.

Mi rimetto ad aspettare.
Dopo una mattinata di attesa, esce fuori che devo avere a che fare proprio con lui.
Bene.
Non vedo l'ora.
Pare la ciliegina sulla torta.

Voglio mantenermi calma.
Voglio far finta che è tutto ok, mi concentro sul controllo della rabbia.
Mi si attacca come un gatto ai maroni, tentando di convincermi, a voce grossa, di quanto abbia ragione su una determinata cosa.
Insiste con modi incivili, di fronte alla mia dovuta e fin troppo educata resistenza.
Insiste, insiste, insiste...

Il controllo della rabbia, quella lastra sottile che divide la persona dalla belva, comincia ad incrinarsi.
Lo paraculo finchè posso, poi comincio ad eccepirgli la banalità e la superfluità delle cose che mi sta dicendo.
La situazione si fa critica.
Sono in procinto di mandarlo affanculo.

Una collega lo salva, distogliendo l'attenzione di lui e lanciando un'occhiata e un sorriso a me.
Ci siamo intese.
Il testa di cazzo stamattina è capitato a me, ma a turno tocca anche ad altri sorbirselo.
Quindi piena comprensione e supporto.

Non contento, torna ad insistere.
Ancora, e ancora, e ancora.
Basta, dannazione!
Che poi non me ne frega neanche nulla di questa cosa, ma se vuoi la guerra mi armo in un nanosecondo e son pronta.

L'ho fatto nero.
Che la lampada che s'è fatto dall'estetista poteva pure risparmiarsela.



lunedì 11 febbraio 2013

A TUTTO VOLUME


A squarciagola.
Bentornata tristezza.
Che potevi pure rimanere dove eri confinata.

IL DILEMMA DEL SILENZIO



La mia vita è fatta di milioni di parole.

Le spendo per iscritto.
Le pronuncio.
Le gioco.

Talvolta le butto via.
Talvolta le conservo.
Talvolta le spreco.

A volte si incancreniscono.

Ed il silenzio è solo assenza di parole pronunciate.
Una privazione fisica che si impone spontaneamente sulla bocca.

Ecco, io con i silenzi ho dei forti problemi.
Certe volte si affollano di parole più di quanto accada alla bocca quando è intenta a dirle.


mercoledì 6 febbraio 2013

E POI SUCCEDE CHE...


... Sorrido, così...
All'improvviso.
Quelle cose che... boh...
Che ti mettono allegria.
Di buonumore.
E una curiosità pazzesca addosso.

Una curiosità che non vedo l'ora di soddisfare...

Qualcuno, oggi, avrà pensato di essere particolarmente carismatico e interessante, perchè mentre mi spiegava i dettagli tecnici di una cosa lo guardavo e gli sorridevo.
Non ho capito un H.
Non ho proprio sentito.
Ero persa nei fatti miei, sorridevo beatamente al nulla...



domenica 3 febbraio 2013

TE' NERO


Ho sbriciolato le spezie nel tè, nero come il mio umore.
Anche se sorrido, socializzo, lavoro, studio, cazzeggio e vivo, come al solito, mentre nessuno si accorge di nulla.

La fame nervosa ha debellato ogni resistenza.
Rimetto tutto al metabolismo bruciante e alla tensione, per lo smaltimento.

"Tu così felice non mi hai vista mai..."
Ed è proprio così.
Eppure anche nell'infelicità ho trovato barlumi impensabili di felicità.
In ogni angolo buio ci sono state delle fessure, da cui trapelava una luce fortissima, bruciante.
Un calore tale da dare quasi dipendenza.
Così come nella felicità offerta ed appresa a piene mani ci sono state, e ci sono tuttora, delle ombre notevoli, mai carezzate dal sole, in cui il buio penetra fin dentro le ossa.
Certi concetti sono così relativi.
E talvolta così tanto sopravvalutati...





sabato 2 febbraio 2013

IN VIAGGIO SEMPRE



Appena rientrata.
Il tempo di infilare una tuta per prendere un po' di calore e approfittare di mezzora di comodità, prima di uscire.

Ho un principio di crampo ad un piede.
Sto camminando, da morire.
Tanto, tanto e tanto.
Cammino, con la mia borsa semivuota.
Eppure piena dell'essenziale.

Io ci sto provando.
Vada come vada.
Ci provo ogni giorno.
Dove arriverò mica lo so, al termine di tutto questo camminare.

Adrenalinica, ieri, ho tenuto banco nel gruppo.
Mi sono scusata per avere monopolizzato il dibattito.
Di rimando qualcuno mi ha risposto che i miei interventi sono stati "acuti e pertinenti", di non scusarmi.
Gli avrei dato un bacio in fronte, ma sarebbe stato fuori luogo!

Se sono approdata qui una ragione ci sarà.
Magari più d'una.
Sto cercando di cogliere a piene mani l'opportunità che mi sono ritagliata.
Non so se ce la farò.
Io non so niente.
E proprio perchè non so niente, posso solo imparare cose che non so.
Di questo, almeno, sono convinta.