giovedì 20 giugno 2013

ASSENTARSI



Stasera mi toccano le ore piccole a lavoro.
Diserterò un invito poco invitante a beccarsi su fb, lanciatomi proprio perchè rimarrò attaccata alla tastiera farneticante del pc a scribacchiare cose.
Non per altro, non è che non sono cosciente delle distanze, ma a me gli incontri piacciono dal vivo.
E le distanze mi piace ravvicinarle.
E dal vivo, non avvalendomi del virtuale sempre e comunque.

E poi, se rimango a casa stasera è per lavorare, non per cazzeggiare su fb.
Chè se ho voglia di rapporti umani e di vivere esco.
La porta sul mondo esterno è a due passi dai miei piedi, non al di là dello schermo.
Magari se riesco a fare una buona bozza, stasera, e a garantirmi un po' di serenità per il week end che mi aspetta, posso pure raggiungere qualcuno per bere una cosa più tardi.

Il bagno in notturna stasera me lo risparmio, però.

Domani rientro, dopo una lunga assenza, alla realtà parallela degli ultimi mesi, che sta ormai volgendo al termine.
E mollo il mare, dopo una profondissima presenza.
E chissà se qualcuno se ne accorgerà.
Il limite sottile tra la conoscenza e l'invadenza è sempre lì, ed io sono pur sempre timorosa di oltrepassarlo.

Che sapore ha l'assenza?
Per quanto l'abbia assaporata non riesco ad assuefarmi.
E la mia, di assenza, che sapore avrà?
E tutti questi tentativi di compensazione, questo spostare costantemente in avanti ogni limite, quale effetto finale sortiranno poi?

Ho accumulato una serie di coincidenze fortuite e abbastanza scoccianti con una persona che avevo preso a cuore.
Cose che mi pesano sul groppone e che mi hanno indotta a cambiare registro nel modo in cui mi comporto con lei.
La perplessità maggiore è se gli altri meritino maggiore comprensione di quella che spetta a me.
Se mi tocchi sempre lasciar correre, anche di fronte a cose meschine.
Se volgere gli occhi altrove mi aiuti un po' anche cancellarle.

La risposta non l'ho trovata.
Però volgere gli occhi verso il mare, per lo meno, mi ha aiutato ad alleggerirmi.
E solo per questo motivo mi sento grata, in questo momento, del posto in cui vivo.
E delle persone, vecchie e nuove, che fanno parte della mia vita ora e qui.

lunedì 17 giugno 2013

... UP ALL NIGHT...


Facendo una media delle ore di sonno che mi sono concessa nelle ultime settimane arrivo pressappoco a circa quattro per notte.
Condivido questo record micidiale con un nutrito gruppo di persone, e nessuno di noi se ne lamenta, per carità, salvo sognare tutti il letto ad occhi aperti.

E' come se fossi in vacanza.

Non in senso proprio, certo.
Sono in vacanza appena esco da lavoro.
Rientro dalla vacanza ogni notte, o all'alba di ogni giorno, per precipitarmi a lavoro.
Sono diventata una adrenalinica stacanovista della vita.
E continuo ad accelerare, non ho voglia di fermarmi ancora, nemmeno per riposare.

Ho passato un fine settimana da dio.
Se ripercorro mentalmente tutto quello che è successo, dove, con chi, come, non riesco a farlo entrare in modo plausibile nelle ore condivise.
Ho vissuto il mare a pieno, questi giorni.
In tutti i modi possibili e immaginabili che questo periodo ricco di eventi, persone e sorprese mi ha regalato.
Ed è stato fichissimo.

Stanotte le luci del faro proiettate al limite tra il cielo ed il mare nero si disperdevano ritmicamente nell'orizzonte delimitato dalle stelle.
Su una minuscola barca, rapita dall'oscurità benevola della notte, sono rientrata a casa.

Penso di non avere preso tanta umidità in vita mia se non in rarissime occasioni.
E questa è sicuramente da annoverare tra le più speciali.


lunedì 10 giugno 2013

OGNI COSA FUORI POSTO


Mi domando se i miei termini di permanenza, nel luoghi come nei rapporti, siano determinati e determinanti.
L'inquietudine ultimamente è ai massimi storici.
Resisto perchè devo, senza sapere in fondo perchè dovrei.

Già, perchè?



giovedì 6 giugno 2013

LA CORREZIONE


Ho chiesto a lui.
Il collega con il carattere insopportabile.
Quello che prenderei a schiaffi ogni volta che apre bocca, in ogni lingua in cui lo fa.
Quello con cui ci siamo conosciuti perchè, senza nemmeno sapere come ci chiamavamo, abbiamo avuto un "little misanderstanding" che quasi ci pigliavamo a capelli davanti a tutti.
Un tipo pessimo nei rapporti sociali.
Ma in gamba, versatile, ambizioso, con una personalità pazzesca e innumerevoli doti.
E sebbene non mi piacciano certi suoi modi di fare, ha la mia stima e la mia simpatia.
Del resto chi va esente da difetti?

Avendo un comportamento che mi istiga alla violenza, è perfetto come insegnante, per quanto mi riguarda.
Non ci va tanto per il sottile.
Anzi, è proprio stronzo.
Sarà che non sono mai stata abituata a ricevere complimenti o incoraggiamenti nello studio come nello sport, nessuno si è mai pazientemente prodigato per insegnarmi qualcosa, per cui ho dovuto adattarmi a situazioni poco piacevoli utilizzandole come stimolo per alzare la testa e fare di più.
E farlo meglio di chiunque altro.

Quindi, gli ho chiesto di dare un'occhiata a questo lavoro che ho fatto e di dirmi la brutale verità su cosa ne pensasse.
Ha apportato, naturalmente, delle correzioni.
Inaspettatamente ha tralasciato frasi che mi lasciavano perplessa e sulle quali ero in forte dubbio.

E lo so che ci ha messo un po' della cortesia che non gli è propria, perchè ogni tanto gli faccio notare che è poco gentile.
So però che è stato sincero nel commento lusinghiero che mi ha scritto.
Queste settimane di studio intenso nei ritagli di tempo ha portato i suoi frutti.
Il mio piccolo bagaglio culturale si è un pochettino ampliato.
E l'unica cosa che posso augurarmi è di poter spendere questa occasione che mi sono concessa nel modo giusto, semmai ci riuscirò.


lunedì 3 giugno 2013

MEZZA VITTORIA

Potevo anche intitolarlo "di contentini del cazzo" questo post. Come altro potrei definire, altrimenti, questa cosa? E'che sono evidentemente stanca dell'esito prevedibile di tanto lavoro. Sogno di emigrare. Medito costantemente sulla frustrazione che sono costretta a masticare a denti stretti. Sulla meritocrazia che é andata a puttane per far posto agli idioti e inutili figli di qualcuno. Consentitemi questo dannato sfogo. Che finché posso scriverne é meglio per tutti. Perché l'alternativa plausibile e obbligata, in questo stato di fatto, l'unica che mi viene in mente nei momenti di sconforto, é quella di mettere le mie discutibili capacitá al servizio della delinquenza. Fanculo. A che serve darsi da fare? Che io questa cosa gliela andrei a sbattere in faccia domani stesso se non m'arrestassero. E quindi é meglio che ci dormo sopra e raffreddo il sangue caldo che scalpita nelle vene.

domenica 2 giugno 2013

L'EQUILIBRISTA TEMERARIA



Ho portato a termine la settimana proiettata molto in avanti, al limite delle forze fisiche.
Non ho dormito granchè.
Ho visto qualche alba affacciarsi al cielo del mattino e rischiararlo.
Ho trovato riparo dal freddo e dalla solitudine in luoghi più o meno accoglienti.
La vita che scorre nelle vene della città ha assorbito ogni energia.
Ho i piedi martoriati dagli innumerevoli chilometri macinati, che posso tranquillamente contare in diverse decine.

Ho conosciuto nuove persone che chissà.
Approfondito delle conoscenze che chissà.
Ritrovato per caso una vecchia conoscenza che chissà.
Curato delle amicizie vecchie e nuove che qualunque cosa accada ci sono e ci sono sempre state.

Nel mezzo di tutto questo ci sono io.
L'equilibrista temeraria che non sono altro.
Quella che un colpo di vento e potrebbe tranquillamente precipitare nell'abisso senza trovare mani cui afferrarsi.
Quella che deve sforzarsi di decidere da quale parte stare.
Che "nel mezzo" è un "non luogo".
Ed anche se pare mi stia assestando, i piedi, per quanto precisi e aderenti alla corda, restano sospesi sul baratro che sto attraversando in solitaria.