lunedì 29 settembre 2014

INCUSTODITA, SOLA E INDIFESA



Rientrare nel pieno ritmo lavorativo significa ricominciare a gestire un certo tipo di assalti verbali e sotto forma di occhiatacce di alcuni colleghi.
Nulla che sfoci in molestie, naturalmente.
Parliamo di ambienti maschilisti, dove da sempre gli uomini sono abituati a permettersi libertá legate al timore reverenziale ed al fascino innegabile che esercitano sul genere femminile.
Uomini abituati, in sostanza, ad essere prime donne e ad avere sempre l'ultima parola e quella vincente.
Esercitando la stessa professione, sono immune al loro fascino, e mi consento il divertimento di metterli a posto quando esagerano con show da palcoscenico, e di guadagnare l'ultima parola.


Il collega che ispira questo post é, tanto per cambiare, un uomo impegnato.
Approfittando della confidenza che abbiamo, ogni tanto si libera con qualche frase del tipo "vorrei ma non posso".
Si intrattiene con me soprattutto quando la compagna non é nei paraggi.
Risponde alle mie risposte alle sue provocazioni, come se fossero a loro volta provocazioni.
Non capisce che si tratta invece di prese in giro.
Cerco di smorzare i toni perché mi spiace affrontarlo di petto e dirgli che, impegnato o non impegnato, non c'é trippa per gatti.
Come se potessi avere timore, io, di rimanere da sola con uno qualsiasi di loro.
Come se fossi indifesa, io.
Io!
Vabbé...

QUELLO TUTTO CASA E CHIESA



Ho ceduto all'insistenza e ho acconsentito ad incontrare un tipo per un caffé.
Una sorta di mezzo appuntamento al buio.
Non chiedetemi perché, avevo tempo libero e un bisogno urgente di distrarmi da certi pensieri che mi stavano fagocitando.


Lui é esattamente come l'immaginavo.
Forse un po' piú alto.
Decisamente piú carino.
Due dettagli per me fondamentali depongono a suo sfavore.
É un tipo casa, chiesa e lavoro.
E passi per il lavoro, ma casa e chiesa non sono pratiche che mi appartengono.
La chiesa soprattutto.
Inoltre, mi disturbano la voce, la cadenza ed il modo di gesticolare.
Sono particolarmente attenta all'espressione della personalitá in generale, anche sotto forma artistica, ammetto pochissime eccezioni.
Lui, purtroppo, non é una di queste.


"Sei uscita con X?"
"Si"
"Il dott. X"
"Si, lui"
"Quel bel ragazzo, quello che somiglia a quel personaggio della tv?"
"In effetti non ci ho fatto molto caso"
"Quello che lavora lí, di buona famiglia etc etc..."


Ecco, se fossi quel tipo di persona che bada a certe cose, un uomo cosí non dovrei farmelo scappare.
Laureato, lavoratore, livello culturale e intellettuale vagamente al di sopra della media, di buona famiglia, benestante, single, serio, timorato di Dio.


Tutte cose molto interessanti per una come me.


Certo, come no...


Quel po' che ci sono stata a chiacchierare non sono riuscita a trovare in lui qualcosa che mi attraesse.
Non un motivo per sorridergli in modo accattivante, per convincerlo subdolamente a chiedermi di rivederci.


La cosa divertente é che qualcuno si fa meraviglia del fatto che declini certe possibilitá.
Come se fosse d'obbligo cimentarsi in certi rapporti perché sulla carta ci sono tutti i presupposti.
Dannazione, peró, io i presupposti non li riesco a concepire su carta.
L'istinto ha taciuto tutto il tempo.
Il che é indice del fatto che non c'erano motivi per cui si risvegliasse e si agitasse.


Per contro, mi basta leggere un "online" su whatsapp per andare in fibrillazione.
L'istinto, maledetto, mi sta sabotando!
E allora lo frego ed evito di connettermi.
Quanto meno evito di espormi al virus della malattia piú assurda degli ultimi anni.
Quella che induce la gente a controllare visualizzazioni e accessi altrui su whatsapp, sussultando per delle fesserie atomiche.


Ecco, io per un po' vorrei evitare di sussultare.
E quindi addio all'abuso di whatsapp, al cazzeggio gratuito, all'infinito numero di messaggi gratuiti.
Ritorno all'ovile degli sms, decisamente piú rassicuranti...





domenica 28 settembre 2014

SPAZI VUOTI E ASSENZE FORTI



Questo malessere non passa.
Il vuoto di questo spazio che condivido con me stessa, da un po', é insostenibile.
É un bel po' che non cucino per altri che per me stessa.
Di atti d'amore per il prossimo credo di averne spesi troppi.
In questo momento non me la sento di elargire nulla.
Tengo tutto qui, dentro questo spazio apparentemente vuoto, ma pieno di cose.
Allora cos'é questa sensazione che mi sfugge?




"Sto portando i frutti di mare, metti a bollire l'acqua"
Io ho degli amici che sono un toccasana per il cuore.
E quindi vado.
Stasera riapro casa.
Cucino per qualcuno cui tengo.
Quanto tempo é che non accade questa cosa?

sabato 27 settembre 2014

QUEL CALORE ALL'IMPROVVISO



In cucina, ascolto la radio accesa nella stanza accanto, l'inconfondibile attacco di un pezzo che conosco bene.
Mi esplode un calore dentro.
Che sará mai?
L'avró sentito migliaia di volte 'sto pezzo...
Sulle ultime note mi arriva un messaggio con uno stralcio del testo.
Non é possibile.
Mi sono affacciata alla porta.
É qui, ho pensato.


E invece no.
Nelle scale ho udito solo il rumore limpido del silenzio.
Non é qui.
Non verrá piú, perché cosí ho deciso.
Che poi certe decisioni sono atroci da prendere, quanto da mantenere ferme.
Vorrei rispondere da due giorni a questo messaggio, ma non posso.
Non posso, me lo sono promesso.

giovedì 25 settembre 2014

IL FARMACO



I bugiardini non si dovrebbero mai leggere.
Del resto che affidabilitá puó dare una cartaccia il cui nome significa "dico solo bugie, non ti fidare".
"Non assumere alcol..."
Cazz... Ho giá sgarrato.
"Indicato per i casi di epilessia..."
Se non fosse che non sono epilettica.
"Il farmaco é indicato nella cura del disturbo dell'ansia dell'animaccia tua".
Ma... Era un ortopedico o uno psichiatra camuffato da altro quello che mi ha prescritto 'sta roba?
"Puó indurre pensieri suicidi e all'autolesionismo. In tali casi, se fate in tempo a sopravvivere, contattate immediatamente il vostro medico".
Ecco, questa cosa mi ha lasciato tanto tanto perplessa... Tanto tanto davvero...
"Induce sonnolenza".
Ommioddio, non posso permettermela io la sonnolenza! Devo stare attiva, devo lavorare come una schiava fino ad ottobre almeno, non posso dedicare ore aggiuntive al sonno...


Per fortuna la scatola contiene una decina di pillole, tra poco saranno finite.
Peró se per curare una cosa devo rischiare certe situazioni, mi pare eccessivo...
Maledetti bugiardini portatori di disastri immanenti e apocalissi varie!

mercoledì 24 settembre 2014

INGANNARE IL TEMPO CHE M'INGANNA



Sono passata a comprare delle cose in un negozio, nel pomeriggio, prima di andare al lavoro.
Sono giorni che non mi fermo un attimo, che non smetto di riflettere sulle questioni in caldo, con la testa che lavora anche quando dovrebbe riposarsi.


Il tipo dietro il bancone lo conosco.
L'ho conosciuto poco prima che si sposasse.
Era abbastanza teso, allora.
Un gran bel ragazzo, solare, vivo, gli occhi attenti...


Gli ho detto ciao, la fede sbrilluccicante al dito di una presenza scenica disarmante sulla mano nervosa ha quasi risposto al posto suo.


Imbarazzato, non so perché, non mi guardava negli occhi.
Aveva un'aria decisamente sfatta, triste, grigia.
Forse una giornata no.
Forse tante altre cose che non posso sapere.


Quando abbiamo finito di chiacchierare, mi sono accorta di avere dimenticato la carta di credito a casa.
Mi ha detto di non preoccuparmi, che potevo ripassare a portargli i soldi piú tardi.
O domani.
O quando avessi voluto.
Gli ho risposto che non potevo.
Che non sarei ripassata presto.
Forse mai.


Ho pagato quello che potevo in contanti, il resto l'ho lasciato.
Lo prenderó altrove, gli ho detto.


Mi sono girata e c'era una fila lunga fino alla porta.
Non credevo di essermi trattenuta tanto.
Sono andata via con le ali ai piedi, una sensazione strana.


Sono tornata indietro con i pensieri ad appena pochi mesi fa.
Quante cose e quante persone sono cambiate, nella mia vita?
Quante sono rimaste le stesse?
Potró mai essere il tipo di donna, e di persona in generale, che non sono?
Arriverá mai un certo tipo di prioritá nella mia vita?
Possibile che non riesca ad immaginarmi varcare la soglia di una chiesa in abito bianco né a spingere un carrozzino con un bambino dentro?
Quando vado a lavoro con i miei vestiti formali, i tacchi rumorosi e le borse piene di lavoro, non riesco a non pesare la differenza che corre tra me e molte donne che incrocio per strada.
Non riesco a sentirmi partecipe di certi discorsi che sento, anche da persone che mi sono vicine.


Staró cercando d'ingannare il tempo che in realtà mi inganna, concedendomi un aspetto ben piú giovane e fresco di quello effettivo?















venerdì 19 settembre 2014

LA VOLTA DELLE MANDORLE



Non ce la faccio a uscire stasera.
Sono stanca e scoglionata e tra poche ore devo alzarmi.
Ho voglia di una coccola.
Una tisana e le ciambelline alle mandorle potrebbero essere un ottimo surrogato negativo.
C'é qualcosa che fa rumore in casa e dubito siano i tarli.
Mi sa che sono sempre i vicini...
Maledetti...
Una tisana, dicevo, se avessi la forza di alzarmi dal letto e mettere a bollire l'acqua.
Questa casa é troppo grande, la cucina troppo distante.
Mi serve un fornello sul comodino, sarebbe la svolta.
"Driiiiiinn", fa la suoneria vintage che non mi sono premurata di cambiare.
"Ci vediamo in enoteca tra poco?"
"No. Io e l'alcol abbiamo un rapporto conflittuale ultimamente. Preferisco tisane e ciambelline".
Oggi ho prenotato finalmente gli accertamenti che devo fare.
Io non so nemmeno distinguerli l'uno dall'altro.
Confondo i nomi.
Giá scegliere la struttura dove farli é stato un disagio.
Ho una paura fottuta di sapere cosa c'é che non va.
Con la gestione dell'ansia potrei cavarmela meglio, in effetti.
Giorno "n" dei giorni in cui sto sperimentando la riduzione drastica delle sigarette: stasera non ho voglia di fumare.
É anche vero che dopo cena una l'ho fumata, ma neanche intera.
Ora, passi per la tisana, ma 'na ciambellina dolce dolce mi sa che me la faccio...

giovedì 18 settembre 2014

DISPETTUCCI



Oggi me lo faccio scivolare addosso.
Mi sento moralmente obbligata a dissociarmi dalla miseria umana.
Sabato mi sembra un buon giorno per fare un giro altrove.
Devo solo decidere se altrove sud, nord, mare o montagna.
Anche terme, perché no.

SCURA



Scura, perché d'essere chiara non ne posso piú.
Scura come non sono nemmeno al naturale.
Scura che se metto un po' di rosso sulle labbra, con quel filo abbronzatura, ancora, risalta come mai.
Scura come lo smalto color sangue di qualche giorno fa.
Scura come i quaderni sporcati d'inchiostro musicale.
Scura perché l'animo é nero, in questo momento, e l'occhio bistrato risalta ancora di piú, fa pendant.
Scura talmente tanto e all'improvviso che poco fa allo specchio non mi sono riconosciuta.
Eppure mi sono piaciuta, cosí scura e sconosciuta, un territorio da esplorare, l'intrapresa di una sfida.
Scura, perché basta, per un po', esser chiara.

martedì 16 settembre 2014

PROBLEM SOLVER



Sul lavoro, in famiglia, nelle amicizie, negli smarrimenti altrui, anche quelli dovuti a scarso senso dell'orientamento, nel corso dei viaggi, in caso di difficoltá, in situazioni critiche, io sono l'addetta al problem solving.
Quando si tratta dei problemi degli altri e di quelli legati alla stretta sopravvivenza, rasento la genialitá.
Anche quando non c'é nulla da mangiare in casa, che tiro fuori pranzi e cene da paura.
Quando i problemi riguardano me, niente da fare.
E non essendovi nulla da fare, mi sono attaccata a queste ciambelline al cioccolato tanto buone.
Sono tanto buone che non posso nemmeno accenderle per fumarle.
E ho una voglia di fumare che mi sta prendendo allo stomaco.
Ce la posso fare, diamine.


Un'altra ciambellina non mi ammazzerá...

lunedì 15 settembre 2014

GALLEGGIARE







Ero in acqua a far chiacchiere, nelle orecchie le risate sincere dei miei amici.
Ho cambiato posizione, ho preso a galleggiare, gli occhi si sono rivolti verso il cielo, la corrente mi ha sospinta lungo i bordi della piscina naturale.
Con il corpo completamente immerso, ho ascoltato ribollire la sorgente naturale sotto di me, le bollicine scoppiettare sulla mia pelle.
Lo scorcio infinito di cielo dinanzi agli occhi aperti é stato all'improvviso contaminato dal mondo terrestre, fili d'erba spontanea spigati dalla terra incolta.
Ho colto con lo sguardo un ragno tessere con cura meticolosa l'inganno di una tela invisibile anche ai miei occhi, camminando nell'aria e contorcendo le zampe aguzze e sottili.


Non peso nulla, mentre galleggio in acqua.
Il mio peso, mentre galleggio nel mondo, é di poco piú di zero.
La mia fortuna non é di gran lunga superiore a quella del minuscolo insetto rimasto intrappolato nelle maglie della tela di ragno.

domenica 14 settembre 2014

ARGOMENTO CHIUSO



Non serve rifletterci oltre, parlarne ancora con gli amici.
Ho detto quello che avevo da dire a tempo debito e chiaramente, mi sono dissociata, ho preso le distanze.
L'argomento da stasera é chiuso.


Anche la porta di casa mia rimarrá chiusa per un po' e un po' per tutti.
Ho fatto un'unica eccezione per un'amica che viene da lontano e non vedevo da un po'.
Per gli uomini in generale non ho voglia di fare alcuna eccezione.
Per certi uomini in particolare non ho voglia di fare nessunissima eccezione.


Anche il cuore che mi batte nel petto rimarrá per un po' barricato dietro le posizioni imposte dall'istinto di sopravvivenza e dalla ragione.
L'ho troppo bistrattato, é tutto scorticato, mi mancano bende e cerotti adatti per reggere tutte le ferite inflitte e autoinflitte.


Basta cuore.
Stai al tuo posto.
Hai parlato abbastanza.
Ti sei avventurato solitario e fiero e sei tornato malconcio a casa.
Basta cosí.

sabato 13 settembre 2014

VAGAMENTE IRRITABILE





Oggi ho litigato con il mondo.
Certo, il mondo, pure lui, si é cercato pretesti ridicoli per litigare con me.
Io lo capisco che per incardinare una lotta che non sia impari occorre affrontarmi in piú persone per volta.
Giuro, lo capisco.
Ma che ve devo di'...
Non v'affollate cosí...
Ce n'é per tutti.









giovedì 11 settembre 2014

LE FINESTRE APERTE



Avevo preso un impegno preciso stasera.
Si é rivelato essere un marcato non impegno.
Qualcuno stavolta ci aveva fatto affidamento sulla mia parola.
Che gran cosa quando non manchi mai e all'improvviso vieni meno.
Che strano potere conferisce diventare sfuggenti a fronte di una caparbia e perenne disponibilitá.
Mi hanno scritto in tre per sapere dove fossi finita.
Si saranno messi d'accordo, ho pensato.
No, non può essere.
Ognuno di loro deve dirmi qualcosa che serba per sé da un po', mi pare evidente.


Ho fatto una toccata e fuga, alla fine, perché mi rincresceva mancare completamente alla parola data.
Certi comportamenti non calzano sulla mia persona, mi sentirei snaturata.
La toccata é stata rapida quanto la fuga.
Ho letto la perplessitá negli occhi di tutti.
Ho visto il punto interrogativo accendersi e brillare sulle loro teste.
Uno dei tre non sembra demordere, mi scrive in privato.
La quarta persona mi chiede perché sono andata via cosí.
Non é uno scherzo.
Non c'è trucco né inganno.
Ognuno di loro ha qualcosa in sospeso con me.
Io non ho conti in sospeso con nessuno.
Avevo lasciato semplicemente le finestre di casa aperte e fuori infuria la buriana.
Un ottimo argomento per filare via senza dover dare troppe spiegazioni.
Lasciando le finestre aperte entra tanta roba, bisogna sempre metterlo a conto.
Entrano sole e luce e aria, ma entra anche tanta sporcizia talvolta.
E ogni tanto bisogna chiudere al mondo e dedicarsi a fare un po' di pulizia...

lunedì 8 settembre 2014

E SICCOME CHE SONO UN PO' AUTOLESIONISTA...



... E che quando vado in barca mi secca stare lí soltanto a prendere il sole, perché mi si scatena l'istinto di procacciare cibo fresco, dopo averlo procacciato ho pensato bene di consumarlo immediatamente.


Abitudini malsane che mi trascino da bambina: sono una selvatica...


Peccato che il coltello non fosse il mio e che fosse esageratamente affilato.
Ho messo a calcolo di ferirmi, pensavo peggio.
Però porca miseria, proprio il polpastrello con cui suono la chitarra!!




Stasera (sono rimasta a casa a leggere un libro che non sto leggendo, men che meno applicando nelle sue regole) potrei scrivere, al solito, all'infinito.
Poesie, se fossi innamorata o significativamente depressa.
Un romanzo semi autobiografico sulle implicazioni della professione che svolgo rispetto all'essere donna e singola.
Una canzone.
Se non fosse che ieri ho canticchiato un motivetto blues, improvvisando le parole, approfittando della parte strumentale di un vecchio pezzo hip hop di Missy Elliot e avrei dovuto registrarlo per ricordare.
Come i blocchi per appunti che si mettono accanto al letto per registrare i sogni appena svegli.
E invece no...
Sono un'autolesionista, in fondo.
E canto per dimenticare, non per ricordare.
Sará per questo che la voce continua a cambiare e nessun pezzo sembra mai lo stesso quando lo rimastico dopo un po' di tempo.


Questo post, lo riconosco, é inconcludente.
Ci saranno giorni migliori...



VICINI DI CASA MOLESTI



D'accordo, lo ammetto.
Non sempre ho badato ai rumori dello stereo o della camera da letto né se la soglia della tollerabilitá altrui venisse puntualmente superata o meno.
Fatto sta che il figlio dei miei vicini é una scimmia urlatrice da competizione, e comincia la mattina presto.
Roba che stamattina l'avrei raggiunto in cima alle scale per fargli il cazziatone che non gli fanno i genitori.
C'é un limite a tutto.
Chi decide di avere figli deve accollarsi pure l'onere di crescerli ed educarli nel rispetto degli altri.
Io, con le corde vocali e l'esagitazione dei figli degli altri non voglio entrarci nulla.
Sarò antipatica...


E tra poco, se continuano a trascinare mobili sopra la camera da letto nella quale sto cercando di dormire, prendo la via delle scale e faccio venire giú il cielo...

sabato 6 settembre 2014

LA SIGNORA CHE SONO E CHE NON VOGLIO PIU' ESSERE



Quando ti accorgi che la misura è piena è sempre tardi.
Osservi l'acqua che scende rovinosamente dai bordi del vaso ricolmo, mentre inonda il pavimento.
E pensi che non hai voglia nemmeno di prendere uno straccio per asciugare.
Che l'acqua scorra, che si creino cascate, e mulinelli vorticosi.
Che si allaghi il mondo!

Se c'è da nuotare non mi spavento.
Sono un pescetto, in acqua, io.



CHIODI



"Mi sei mancata"
Una gran bella cazzata.
Apprezzo il gesto, però non sono in grado di accoglierlo.
C'é chi sperpera parole e chi invece se le mantiene care.
Ci sono certi chiodi che svolgono egregiamente il proprio compito.









martedì 2 settembre 2014

IMPEGNATO E CON FIGLI, MA CHE NON SI SAPPIA IN GIRO



L'argomento ricorre in maniera sconcertante nella vita di tutte le donne single, nonchè di quelle impegnate per le quali la fedeltà e l'esclusività sono robe superate.
Incontri uno, succede qualcosa, ti ci racconti fatti salienti della vita.
Peccato che nell'ambito delle "fatti salienti" gli uomini non annoverino matrimoni, fidanzamenti, convivenze e
figli.
Non dicono, pensando che le donne che incontrano vivano fuori dal mondo, reale e virtuale.

Nel mondo reale basta fare qualche piccola indagine, tenere gli occhi aperti.
Un'amica, tempo fa, attanagliata da dubbi atroci, seguì il tipo che frequentava.
Scoprì che intratteneva non una, bensì altre due relazioni oltre quella con lei.
Nel tepore della propria casa si può carezzare gioiosamente i propri dubbi e poi scacciarli via, convincendosi che va tutto bene.
A scoprire come stanno esattamente le cose basta poco.
Basta schiodare il culo dalla sedia, e andare a vedere con i propri occhi cosa succede in giro, senza necessariamente violare la privacy altrui.
Basta fare esperienza della vita, e imparare a comprendere i comportamenti degli altri dando loro il giusto peso, invece di ricamarci sogni vicino.
Basta fare le domande giuste ai diretti interessati e ai loro amici o colleghi.
Vuoi che non capiti di incontrare amici e colleghi una tantum?
Vuoi che ogni volta riescano tempestivamente a concordare la versione da dare alle rispettive compagne in caso incappassero in interrogatori incrociati?

Nel virtuale basta poco.
Spesso mogli, madri e fidanzate pubblicano ad oltranza su fb foto di coppia con cuoricini annessi, foto di figli, di ecografie, di vestiti di matrimonio e matrimoni, anche se si sono sposati già da un bel po'.
Al contrario, certi mariti, padri e fidanzati hanno profili da scapoloni, foto di viaggi e di amici, frasi profonde miste ad altre burlone.
Non li trovi mai taggati nelle foto dalle quali si potrebbe evincere un legame con una qualsiasi donna.
Non lo diresti mai che sono sposati o che hanno figli.
Cosa diranno mai alle proprie compagne per giustificarsi?
"Scusa amore se non pubblico foto che diano ad intendere che ho una relazione con te. Lo faccio per motivi professionali, per eccesso di pudore, per introversione..."
Certo.
Verosimile.
Credeteci.

La vena polemica di questo post non nasce a caso.
Scopro solo oggi, perchè non avevo genio di applicarmici prima, che un tipo che ho recentissimamente conosciuto ha una compagna e un figlio appena nato.
Nonostante l'accuratezza con la quale ha evitato ogni riferimento, foto, commento, sono risalita alle notizie che volevo carpire.
Del resto, anche tanta accuratezza è indice del fatto che c'è qualcosa che si intende nascondere agli occhi dei più.
Mi è bastato un po' di sano intuito, e una piccola ricerca.
Piccola piccola.
E' uscito fuori il solito clichè.
Lei, profilo a cuoricino aperto al mondo, fotine di coppia, di figli che non c'entrano nulla con le cazzate dei genitori, di date che consentono riscontri al millimetro.
Lui, profilo professionale dell'attività, niente foto di coppia e figli, nessuno dei tag che lei ha messo e che pure risultano sul suo profilo.
Cosa le avrà detto?
Le solite cose.
E lei si sarà foderata gli occhi con il prosciutto.
Perchè è buono il sapore virtuale del prosciutto, tanto saporito.
Molto più dell'idea tangibile di restare da sole.
Come lo spieghi al mondo che sei una donna single?
Io generalmente lo spiego così:
- da che ho terminato la relazione con il mio ex non mi sono più innamorata;
- è difficile incontrare uomini per cui valga la pena investire risorse ed energie;
- mi rimorchiano solo quelli sposati e/o fidanzati, ed io vorrei incontrare qualcuno che è libero da vincoli come me;
- piuttosto che mettermi uno a caso vicino, resto single;
- sposarmi con uno giusto per non rimanere sola significherebbe separarsi dopo poco;
Gli altri, in genere, la mettono così:
- ecco perchè stai tanto in forma, sei single;
- sei una donna troppo intelligente per accontentarti di uno a caso;
- non hai bisogno di qualcuno che ti campi, per questo sei single.

Perfetto.
Tutto bello, messo nero su bianco.
Mi pare ovvio che rimanere single abbia i suoi vantaggi ed i suoi svantaggi.
Mi pare altrettanto ovvio che non cambierei la mia posizione con quella della compagna del tipo di cui sopra nè con quella di nessuna altra donna che decide coscientemente di tenersi accanto un uomo che la tradisce e calpesta la sua dignità, noncurante nemmeno del fatto che sia incinta di suo figlio, o che lo abbia appena partorito.