martedì 9 dicembre 2014

LA SETTIMANA CORTA



Oggi pomeriggio rientro a lavoro, ancora malaticcia, ma in via di guarigione.


Mi sono arrivati, questi giorni, altri pettegolezzi ridicoli alle orecchie.
Certe persone debbono inventarsi pretesti di ogni sorta per giustificare la propria maleducazione.
O per nascondere un'invidia ingiustificata e ingiustificabile.


Fregarmene, frequentare altre compagnie, dire sempre una parola buona di chi so che l'ha con me o mi parla dietro le spalle, qui al paesello ha portato a questi risultati:
- certi ex amici continuano a riunirsi e parlar male di me, ed inventare pretesti ridicoli per avercela con me;
- nel contempo, vorrebbero che mi lasciassi scivolare ogni cosa addosso e tornassi ad uscire con loro come nulla fosse. Bimbi, fate pace con il cervello!;
- le chiacchiere a vuoto di cui sopra mi vengono riferite da altri amici che sentono ed assistono a queste cose e prendono eventualmente le mie difese;
- qualcuno si é sentito in dovere di montare casi dove non sapevo nemmeno che fosse successo qualcosa;
- qualcuno dice in giro che ha litigato con me e sono una brutta persona, solo che non sono al corrente personalmente del litigio che avremmo avuto, salvo fatti travisati che terzi mi hanno riferito.


Presi ad uno ad uno mi hanno negato l'evidenza e hanno fatto finta di nulla.
Ciononostante, continuano ad inciuciare spudoratamente alle mie spalle, non premurandosi di non farmelo arrivare alle orecchie appena un secondo dopo.
Ho pensato che se nell'uno contro uno li mettevo troppo a disagio, fosse il caso di cimentarmi nell'uno contro tutti.
Nulla da fare.
Coda tra le gambe anche cosí.
Sará per questa ragione che l'unico luogo nel quale riescono ad avere un confronto con me é dietro le mie spalle.
Va bene che ho spalle forti e robuste, ma non mi sembra comunque... come dire... appropriato.
Che se scrivo da "senza palle" potrei passare per una cattiva persona, poi, e allora me lo tengo per me e per gli amici stretti che sono dalla mia.
A meno che non sia un orco tale da non consentire a chiunque tenti di parlare con me la possibilità di sopravvivere.
E giuro che mi sono chiesta se il mio atteggiamento, in qualche modo, fosse la causa di certe reazioni.
Ma non sono un orco.
E la portata di quello che sto sopportando é chiusa in questo piccolo dialogo che ho avuto ieri con un'amica:
"dovresti farti scivolare addosso certe cose, lo sai come sono fatti..."
"se avessero fatto questa cosa a te, quando stavi come stavi qualche mese fa, e avessero messo in mezzo il tipo con cui uscivi, tu cosa avresti fatto?"
"io gli avrei menato", mi risponde spontaneamente.
Poi mi guarda, "eh, no, capisco...".
Ecco, io non ho menato nessuno, ma me la sono presa.
E per quanto mi sia fatta scivolare addosso certe porcherie, hanno insistito per scatenare altre reazioni.
Continua a parlarmi, e mi dice del tipo che "ha litigato" con me.
"io nemmeno lo sapevo di averci litigato".
"dice che l'ultima cosa che gli hai fatto é stata non salutarlo con un bacino quando l'hai incontrato per strada"
"e ti sembra un motivo valido per avercela con una persona?"
"in effetti no, ma lo sai come é fatto, é molto permaloso"
"io invece, che sono ultra comprensiva, devo farmi scivolare addosso le cattiverie perpetrate ad oltranza, mentre gli altri con me si legano al dito pure che una sera che ero di pessimo umore ho fatto ciao con la manina e non li ho salutati con un bacio?"


Io mi vergogno anche di scriverne di queste cose.
In parte lo faccio per sfogarmi, in parte per riderne, perché mi sono stancata di rimanerci male.
Abbiamo tutti superato i trenta, ma qualcuno, evidentemente, é rimasto mentalmente bloccato all'etá dell'asilo.













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