venerdì 16 gennaio 2015

COLPIRE PER FARE MALE






La mia indole buona é in aperto conflitto con un'altra parte importante di me.
Ho seguito la strada maestra, sono stata corretta, ho parato i colpi piú meschini.
Ed ora mi é stata servita su un vassoio d'argento la possibilità di colpire e far male alle persone che hanno fatto del male deliberatamente a me ed alla mia famiglia.
É stato, e in parte lo é ancora, come essere trattenuti sott'acqua da una mano estranea, liberati solo per prendere una piccola boccata d'ossigeno ed essere poi spinti di nuovo giú.
Tale la violenza che certe persone esercitano sfruttando situazioni per altri inaccessibili, godendo di giochi ad armi impari per gli altri.
Ed io non faccio parte genericamente degli altri.
Io sono io.
E finché vivo ci sará questa partita aperta che in qualche modo devo vincere.
Che sono determinata a vincere a tutti i costi.
Il tempo mi ha giá dato, in parte, ragione.
Sono sopravvissuta.
Sono ancora piú combattiva, se occorre.


Ho dieci giorni per riflettere sul modo piú opportuno per colpire.
Se farlo con furia cieca, o piegando l'opportunità al raggiungimento di uno scopo superiore.
La mia serenitá e quella della mia famiglia.


Io non sono cattiva e non lo saró mai, ed é raro che porti rancore a qualcuno, ma in questo caso sono successi fatti talmente gravi che sarebbe contrario al principio di stretta sopravvivenza lasciar cadere la cosa.


Devo colpire e devo colpire forte.
Devo piegarli.
Come loro non sono riusciti a piegare me.