martedì 17 marzo 2015

DI FRETTA E GIUDIZI



Provocazione mirata?
Dice di no.
Abitudini collaudate in dialoghi che si ripetono con persone intercambiabili tra loro?
Ancora, no.


"Troppo cerebrale per capire che si puó star bene senza complicare il pane", mi suona in testa.


Gli ho detto di rilassarsi, che non c'é urgenza, in questo scrivere.
Non c'é un giudizio universale che pende sulle parole scritte.
Sono solo parole, e tanto valgono.
Facce da schiaffi divise da uno schermo che non puó ferirle.
Perché non c'é alcun contatto.
Non c'é alcuna interazione chimica.
Solo carta virtuale virtualmente sfiorata.



2 commenti:

Apprendista Nocchiero ha detto...

Ci sono poche cose reali come ciò che scriviamo sulla carta virtuale

.come.fossi.acqua. ha detto...

Le cose sono un conto...
Le persone un altro.
Ed io non voglio conoscere persone attraverso le cose.
Attraverso la scrittura di un cellulare.

Credo che questa persona continui a non voler capire... Anche oggi mi ha scritto negli stessi termini... Boh...