martedì 19 maggio 2015

GLI INTRATTENITORI DEL GIORNO



Riportare per iscritto certi incontri divertenti che mi capitano, ormai, è diventata una di quelle abitudini stupide che mi alleggerisce.


La futilità manifesta di questi miei racconti (fedeli alla lettera alla realtà, giuro!), proprio non riesce a costituire limite a questa piccola valvola di sfogo.


E quindi, ecco, c'è questo tipo che gioca sul filo del rasoio.
E non ne ho mai scritto, ma una tantum torna alla carica.
Il fascinosissimo, ed interessantissimo, e sposatissimo appartenente alla fascia dei cinquantenni (categoria estremamente attiva), che aspetta solo un cenno per lanciarsi.
Mi lusinga, ma non mi passa per l'anticamera del cervello di andare oltre.
E comunque mi crea difficoltà gestire i rapporti.
E no.
Non mi è possibile troncare questi rapporti.
E comunque è davvero gratificante ricevere attenzioni e galanterie di questa maniera, ma non è cosa.
Cambio argomento.
Dirotto le conversazioni.
È una fatica.




Torno a casa da lavoro e ricevo un invito per un aperitivo in un posto sul mare.
Neanche il tempo di fare una doccia, mi svesto dei panni del giorno per vestire quelli più comodi che riservo alla vita privata.
Mi metto in macchina che sono già in ritardo, anche per arrivare in tempo in farmacia a prendere l'antibiotico che mi è finito.
Si, sto pure sotto antibiotico, mica mi faccio mancare niente io!
Al semaforo, mi metto sulla corsia per svoltare, pregando mentalmente di trovare aperta la farmacia.
Semaforo rosso.
Mi giro per prendere una cosa in borsa e vedo un tipo fermo sulla corsia di fianco che mi fissa.
Lo guardo.
Mi guarda.
Mi giro.
Continua a guardarmi.
Lo ignoro.
Guardo il semaforo.
Lui ancora lì con la testa girata verso di me.
Gli scatta il verde.
Resta fermo.
Mi giro e lo trovo ancora a fissarmi.
Guardo il verde, guardo di nuovo lui.
Stava per partire il dito per indicargli il semaforo, quando la macchina dietro di lui decide di suonargli.
Si dilegua in un nanosecondo sfrecciando via.
Se era uno che conosco ho fatto una figura da niente.
Però non mi sembrava di conoscerlo.
Aveva la barba.
Cazzo, dentro la macchina, con la barba, puoi essere chiunque, io che ne so?
La portate tutti quella barba lì!




Arrivo in ritardo all'aperitivo che si è trasformato in cena.
C'è un tipo al tavolo con altri amici che... Beh... Ufficialmente non conosco.
Ci siamo incrociati diverse volte e ha sempre tentato di fare due chiacchiere, nonostante sia un po' al limite tra il timido e lo sfigato.
Ci siamo presentati (gli ho steso la mano e mi sono presentata quando sono arrivata), così, tanto per darci la scusa di salutarci con un po' più di confidenza la prossima volta.
Mi fa simpatia, che dire.
Abbiamo chiacchierato un po' ed è uscito fuori che conosce il mio nome, cognome, di dove sono...
Mmmm, ok...
C'è altro che sai di me che nemmeno io potrei sapere?
A un certo punto è andato via.


Io ho continuato a bere allegramente il mio prosecco.
Poi con solamente mezzora di ritardo sulle 12 ore, ho ricordato l'appuntamento con l'antibiotico.
E ho ricominciato a bere.
E poi a smaltire, che dovevo guidare fino a casa.
E rientrata a casa mi sono chiesta se l'antibiotico tollera l'alcol e viceversa e se io posso tollerare entrambi o morirò di morte certa.


In ogni caso, ormai, è andata...























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