sabato 20 giugno 2015

PORTARE A TERMINE E COMINCIARE DI NUOVO



Mi sento un po' così.
Che ho portato tante cose a termine e quindi debbo cominciarne di nuove.
E riprendere per bene ciò che ho lasciato di incompiuto per portare a termine, in via prioritaria, ciò che era importante per la mia sopravvivenza.

Ho ricevuto una nuova proposta di viaggio.
Low cost, very freak, so easy and not so far.
Il che significa stare in viaggio per più tempo.
Il che mi piace assai.

Un amico mi ha invitato ad andare ad un concerto di una cantante che amo.
E' nell'organizzazione dell'evento.
Dallo schermo non si vede, ma a me stanno brillando gli occhi ancora adesso.
Anche perchè mi farà andare nel back stage!

Oggi ho terminato un pezzo che avevo abbozzato qualche settimana fa.
La strofa si è delineata sul foglio senza che l'avessi nemmeno elaborata, di getto.
L'amplificatore è resuscitato, invece, giusto il tempo di farmi strimpellare "Piece of my heart",
poi è tornato a tacere, e con lui l'elettrica che non tiene granchè l'accordatura.
Devo spendere un po' di soldi, prossimamente, per sistemare queste cosette che non vanno.
Ho preso il cacciavite a stella decisa a vedermela io, perché molto probabilmente è solo qualche contatto da sistemare, ma non entrava nel retro dell'amplificatore e ho dovuto desistere.

Dovevo uscire, stasera.
Fare mille cose questo week end.
E' saltato tutto a causa del tempo, inteso come meteo e come numero di ore da trascorrere fuori di casa.
E quindi ho dormito.
Potrei ancora scendere, se mi affretto, e raggiungere degli amici in giro, ma poi perchè?
Sono obbligata?
Solo perchè è sabato?
Non devo timbrare cartellini di sorta, esco quasi ogni sera.
E stasera non ho voglia.
La compagnia non mi incentiva.
Un certo tipo di chiacchiere e di atteggiamenti non mi scendono.
Non mi va di acconciarmi per uscire, stasera, non mi va di vedere nessuno.

"Sai, qui in verità mi chiedono sempre tutti di te. Si sente la tua mancanza", mi dice una delle poche persone che ancora oggi frequento di un vecchio gruppo di amici con cui invece ho rotto i rapporti.
Se a distanza di così tanto tempo sono ancora argomento di conversazione in questi termini, dovrebbero porsi domande un po' più profonde sulla ragione per cui ho scelto di allontanarmi, da sola e con i coltelli piantati nella schiena, rimanendo dritta in piedi e senza guardare mai indietro.
Non è stato difficile crearmi nuovi giri, mentre li osservavo da lontano sgretolarsi.
"Lui, in particolare, mi chiede sempre di te. Come stai, che fai, e di chiamarti quando organizziamo qualcosa...", riferendosi ad un amico con cui non ho propriamente discusso, ma dal quale comunque ho preferito prendere le distanze.
"Se gli faceva piacere sapere di me, poteva chiedermelo direttamente, ti pare? Non l'ha fatto...", conoscendo il soggetto.
Un gran bel tipo, amante del mare in modo significativo e attivo, lavoratore, ma privo di spina dorsale nei rapporti umani, e dotato di un'ironia inaccettabile per i miei gusti.
Se non fosse per questo suo deficit l'avrei frequentato in altro modo che da amico.
Invece è finito inesorabilmente anche lui nel serbatoio degli idioti dal quale non è possibile attingere nemmeno compagnia taciturna per serate scocciate come questa.



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