domenica 5 luglio 2015

AND THE LIVING IT'S (NOT) EASY...



Ho passato una giornata a far due cose estremamente impegnative: passeggiata terapeutica con cane in un oasi naturale, e ricerca arrangiamenti per dei pezzi che ho scritto o coverizzato my way con dei programmini simpatici al pc.


Non ho fatto il bucato nè ho pulito e ordinato casa.


Ho pensato che se faccio game over a breve, non voglio riflettere sul fatto di avere buttato tempo a fare cose inutili.


E poi volevo dimenticarmi di esistere, ma il sonno non lo comando, e l'alternativa era rimanere a casa a crogiolarmi in pensieri dai quali avevo necessitá di distogliermi.
Quindi ho scelto di uscire.
Solito posto, solita gente.
E tra la solita gente, qualcuno che ha passato quel che sto per affrontare.
Mentre mi raccontava, mi sono sentita male.
Non sono pronta, devo ancora metabolizzare, e... Niente, non riesco nemmeno a sopportare di parlarne.


E quindi, sono passata per l'alcolizzata di turno, perchè ho dovuto sedermi a terra, vicino le macchine, poco distante dal casino, sennó cascavo a terra.


Una coca in lattina, prontamente offertami da un amico premuroso, ha fatto le veci della classica acqua e zucchero.


Mi sono ripresa.


Devo riprendermi.


Eccheccazzo!


Non posso andare con il coltello tra i denti al lavoro, non temere nemmeno il demonio, e farmi abbattere da certe cose!


Ritornata su due zampe, mi sono ributtata nella mischia, dove sono stata raggiunta da altri amici.


Certe consapevolezze non si spostano di un millimetro.


È dura da digerire, ma sarebbe piú dura agire come se non fossi cosciente della mia natura.


Ogni singola decisione che prendo è per me stessa, nell'accezione piú intensa dell'espressione.


Non ho voglia di piegarmi a decisioni cui sono insofferente.


La solitudine, in questo senso, è inevitabile.


Almeno in questo momento.


Voglio credere che la vita abbia ancora in serbo, per me, delle cose belle, come è accaduto sinora.


Non voglio smettere di meravigliarmi, di incuriosirmi, di rischiarmela.


Non voglio chiudermi, non voglio abituarmi a quello che non va e che non mi piace.


Sono convinta che questo mio essere sola, oggi, sia un'opportunitá notevole, per quanto mi manchi non trovare un uomo da eleggere a compagno.


Non me lo posso impastare.


Non mi posso accontentare di quel che capita per assolvere un presunto dovere, verso chi, poi?


Me stessa?















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