lunedì 6 luglio 2015

PRODOTTI PRECONFEZIONATI



Io un'insalata di quelle lavate (e slavate), insapore e inodore, con le foglioline di plastica lucidata, non lo saró mai.


Sono rucola selvatica, cresco e fiorisco dove mi pare, le foglioline smangiucchiate dagli insetti che popolano i campi.


Confezionarsi in una scatola significa privarsi di sapore, mercificarsi.


Ed io non riesco a darmi un prezzo, fosse pure altissimo.


Continuo ad osservare persone che fanno scelte di comodo, in modo spudorato.
O che pretendono di far credere, all'apparenza, che non lo siano.


In ogni caso, fare scelte di comodo è una cosa così deprecabile?


Il morale di tutta questa favola bucolica, aggiornata ai tempi dei supermercati, è: devo adeguarmi?


È una scelta che non riesco a fare, e ogni volta che ci rifletto mi viene il voltastomaco.
Come mi viene quotidianamente avendo a che fare con chi vive secondo noiosi e prevedibili cliché.


E quindi la conclusione è sempre la solita: sono condannata a rimanere da sola?







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