lunedì 31 agosto 2015

NON POSSO, SONO UN ARTISTA


"No, non possiamo vederci stasera. 
Sono un uomo impegnato, non come gli altri.
Io ho degli impegni da rispettare.
No.
Adesso ho da fare.
Ti avevo detto che mi piace vivere da solo, non voglio complicazioni.
No.
Che significa? Siamo tutti single! E' una condizione alla quale dobbiamo abituarci!
Cosa c'entrano i tuoi figli?
No no, non voglio saperne, voglio stare da solo.
Non sei tu, sono io.
E così con te e con chiunque.
E poi ho altri affetti con altre persone, fai tu.
Io sono così.
Sono un artista.
Sono un uomo libero, non posso...
Adesso è il mio turno, devo chiudere."


La conversazione telefonica di cui sopra si è svolta alle mie spalle, in fila alla cassa del supermercato.
Non ho osato girarmi per guardare chi fosse, ma ho atteso di girarmi per pagare la cassiera e voltarmi e...
Uomo di 60 anni circa portati malissimo.
Taglio alla paggetto, capello tinto rosso carota.
Giuro!
E sembrava avesse inghiottito un canotto per le dimensioni del punto vita...
Non è da me fare certi apprezzamenti, ma davvero non ho potuto non sorridere.

Il mondo, quanto è vario!









QUEI MAGNIFICI IMPREVISTI CHE CAPITANO VIAGGIANDO



Sono partita e sono tornata.
Il tempo di un attimo, in fondo, di quelli che ricorderò come un puntino, guardando indietro, di quelli che unendoli tutti compongono un disegno che non l'avresti detto mai.

Abbiamo noleggiato un motorino per visitare in libertà dei posticini carini nei dintorni.
Il tipo del noleggio ci aveva assicurato che il serbatoio era pieno, nonostante l'indicatore rotto, che saremmo andati e tornati tranquillamente, e che non sarebbe stato necessario fare rifornimento.
Mentre guidavo sulla strada a scorrimento veloce, il motorino ha decelerato improvvisamente, poi di nuovo.
Subodorando la possibilità che fossimo rimasti senza benzina, ho regolato la velocità sfruttando l'accelerazione già accumulata, l'inerzia e un leggero pendio per raggiungere la rampa di uscita.

Il motorino si è spento lasciandoci in mezzo al nulla, nel deserto delle rotatorie verso tutte le destinazioni, ai bordi di una periferia sconosciuta.

Abbiamo fermato qualche macchina - due delle cinque in tutto che sono passate - per chiedere dove fosse la più vicina pompa di benzina.

Lontana chilometri, naturalmente.

Ho visto una macchina rossa uscire da una traversa, ho richiamato l'attenzione del tipo al volante, si è fermato con l'aria scocciata di chi è stato ingiustamente interrotto nel suo tragitto verso la destinazione prestabilita.

"Siamo rimasti a piedi con il motorino, l'indicatore del livello del carburante è rotto, il noleggiatore ci aveva assicurato che non c'era necessità di fare rifornimento... Puoi indicarci una pompa di benzina qui vicino, a parte quella distante chilometri più in là?", chiedo scusandomi per averlo fermato.

Sgranando gli occhi di giada, mi dice che no, quella pompa è l'unica nei paraggi.

"Posso accompagnare uno dei due a prendere la benzina, se volete. E' davvero molto distante, ed è sulla strada ad alto scorrimento...", dice.

Salto in macchina ringraziandolo, e dico "perfetto, vengo io!".

Lo so, sono una paracula, talvolta.

Abbiamo amabilmente conversato in inglese tutto il tempo, finchè non siamo arrivati alla pompa di benzina, dove mi sono resa conto di avere lasciato la borsa nel motorino.

"Scusami... ho dimenticato di prendere la borsa, l'ho lasciata nel motorino..."

Mi ha sorriso dicendomi di non preoccuparmi, che avrebbe provveduto lui a tutto.

E così ha fatto, da vero gentleman.

Mi ha riaccompagnata al motorino, non ha assolutamente voluto che gli rendessimo i soldi della benzina e della sacca che ha dovuto comprare per trasportarla.

"Cosa avete in programma per stasera, rimanete nei dintorni?", mi chiede.






Ci siamo scambiati un contatto, per incontrarci la sera in città e sdebitarci con un drink.

Siamo riusciti ad offrirglielo, alla fine il drink.
E lui, molto gentilmente, ci ha portati a vedere la zona più di tendenza della città, spiegandoci l'origine di certi locali, e facendoci fare un giro all'interno.


La serata è stata fantastica quanto l'incontro.


E dunque, ci si incontrerá di nuovo, in Italia, quando deciderá di fare un viaggetto da queste parti.


Mi sono offerta di fargli da guida, e di aiutarlo, in ogni caso, a pianificare un giro come si deve.


Si lo so.
Di nuovo paracula.
A chi devo dar conto del resto?















giovedì 20 agosto 2015

GABBIANO URBANO



Mi sembra di rivedermi in una foto che ho osservato recentemente, di un gabbiano ritratto in un paesaggio urbano, di quelli magnificenti, sospeso su una nuvola.


Ho sempre questa sensazione, quasi fisica, tra il petto e la schiena, di incamerare ossigeno e coraggio per poter cosí spiccare voli sempre piú lunghi.


Apnee aeree.


E al pari di un gabbiano urbano, pur volando in alto, rovisto nella spazzatura per nutrirmi e tenermi in vita.


È un prezzo che ho accettato, ma fino a che punto, per stare qui?






mercoledì 19 agosto 2015

DI APPUNTAMENTI IMPLICITI MANCATI



Sono rimasta a casa.
Non avevo voglia di prepararmi per uscire.
Ho ripreso la lettura che avevo interrotto nel pomeriggio, causa messaggiamento intensivo con il tipo, ho dormito, fatto il bucato, la valigia, ho giá cenato.


"Hey, che fine hai fatto? Ti stiamo aspettando per l'ape!", mi dice un amico al telefono.


"Sono a casa...", rispondo serafica.


"X dice che il tipo c'è rimasto male che non sei scesa!"


No.
Questo no.
Non ne voglio sapere un accidenti di nulla.
Non ho voglia.
E non sopporto questo genere di intromissioni da parte degli amici.


"Ci raggiungi dopo?", mi chiede.


"Non lo so. Semmai ti chiamo", rispondo.


Non ho voglia di uscire.
Non ho voglia di farmi aspettare, aspettare qualcuno, aspettarmi qualcosa.
Stasera il programma piú allettante che mi sovviene è trascinarmi come sto a casa dei miei e vedermi un film con il condizionatore acceso.
Una goduria di quelle serie.


Non mi sento tenuta a far fronte alle aspettative di chi conosco appena.


E fondamentalmente non ho un interesse che mi divora.


Oggi sono tre mesi esatti.
Un tempo di smaltimento nella norma, considerati i precedenti.
Che verrá ulteriormente diluito dai programmi dei prossimi giorni.


La parte piú difficile è il controllo della rabbia.
Sempre quella.
Fare in modo che il dispiacere non diventi rabbia autodistruttiva.
Un'impresa non da poco.


Non c'è uomo, al momento, che mi faccia smuovere di un millimetro dalle mie posizioni.


Voglio star sola, almeno un altro po'.
La libertà piena è la dimensione attuale alla quale non voglio rinunciare.



SE DOVETE FLIRTARE FATELO IN PRIVATO





I miei amici sono quasi inopportuni, certe volte.
Cercano di trovarmi un uomo, mi propongono ogni amico single (e viceversa), addirittura creano le situazioni migliori per incontri quasi casuali.


E quindi questo amico ha fatto in modo di farmi conoscere un tipo, convinto che sarebbe successo qualcosa.
In effetti qualcosa poteva succedere - non è successo nulla, se non approcci superficiali o circa - ma non mi andava.
Probabilmente non andava nemmeno a lui, o forse si aspettava una risposta piú incisiva da parte mia.
La mia intraprendenza, peró, si manifesta in pieno solo quando sento un trasporto tale da non volerlo frenare.
Non è stato questo il caso.


Nel contempo, ho conosciuto un altro tipo, che invece è decisamente piú intraprendente dell'altro e non si capisce che sta facendo.
Lo sta facendo in modo carino peró.
Una sorta di corteggiamento gentile, senza nascondersi dietro un dito.
E non si preoccupa di farlo anche nel gruppo logistico creato ad hoc per una cosa che stiamo organizzando con altri.
Da qui il "se dovete flirtare fatelo in privato" dell'amico che ci ha fatto conoscere.
E quindi la conversazione si é spostata nel privato.
Ed io sono in imbarazzo.
Lusingata, ma in imbarazzo.


Tanto in imbarazzo.





UOMINI MALDESTRI AL VOLANTE



"Cara, vieni piú verso il muretto, questo tipo al volante sembra abbastanza imbranato" , dico alla mia amica sulla discesa verso uno dei miei locali preferiti.


"Ciao cfa", o come diavolo mi ha chiamata dal finestrino.


"Ecco, stavo appunto dicendo alla mia amica di accostarsi, visto il modo incerto in cui stavi scendendo", gli dico.


"Ma io..." qualcosa.


"Vai vai. E attento a non andar dritto. C'é il mare sotto".


Neanche a dirlo, ha stazionato dove ero io per buona parte del tempo, nel locale.


Lui e la sua compagnia insulsa.


Passa il tempo, ma la coglionaggine no.
É sempre quella.
Il vaffanculo che mi sono tenuta per me e non gli ho mai detto gli avrebbe fatto bene.
L'ho sfanculato in modo piú elegante.
Dopo una scopata di addio, di quelle come si deve.
Scusate la franchezza.


E evidentemente sono stata convincente se ancora crede qualcosa che non esiste piú.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da allora.
E la sua importanza si è nettamente ridimensionata.


Certo, è l'ennesima sera che torno a casa da sola.
Eppure non mi pesa.
Mi aspettano cose migliori.
Non sono una donnetta che deve accontentarsi delle briciole.
La mia dignità ha un valore altissimo.
E piuttosto resto sola.





martedì 18 agosto 2015

QUANDO SI PARLA E LE PAROLE ESPLODONO SU CAMPI MINATI


La portata dell'inquietudine altrui mi viene data dalle parole che uso nelle conversazioni.
Esplodono come su un campo minato, talvolta.
La pretesa è che individui il disegno sotteso e non posi voce sugli argomenti corrispondenti alle caselle con le mine.
Ed io, per quanto sia comprensiva e legga le persone, cosa ne posso sapere in fondo delle fisime altrui?

La mia interiorizzazione dell'irrequietezza è tale che ogni discorso è lecito.
Non ci sono segretucci e disegnini, ma un unico grande segreto che si inserisce in un magnifico ed imperscrutabile disegno.

Del resto non mi frega poi molto.
Non nascondo quella che sono.
Non ho retorici pudori.

Non temo di espormi.


L'ESTATE CHE HO TROVATO UN PUBBLICO ATTENTO





Seduti attorno al fuoco, ho suonato i miei pezzi.
Ogni tanto dimenticavo qualche parola.
"Come è possibile che non ricordi quello che hai scritto?", mi hanno chiesto.
Non lo ricordo, ho vuoti di memoria, non li suono spesso.
Talvolta non ho voglia di ricordarli.
Compongo i pezzi e li abbandono per un po'.
Li correggo, nel tempo.
Mi sdegnano, a un certo punto, non sopporto piú di suonarli, costituiscono per certi versi un'autoflagellazione emotiva.


Mi hanno ascoltato in silenzio, mentre suonavo, ed è stato splendido.


Al termine di ogni pezzo c'era un piccolo dibattito e delle domande.
"Che storia c'è dietro questa canzone?", è stata la domanda alla quale non ho potuto rispondere.
Fa male, forse, ancora.
Fará male sempre?
E sempre in questo modo?
Eccolo, il concentrato del rimorso e del rimpianto - l'unico! - che mi trascino dietro da una vita, racchiuso in misere parole che suonano su una melodia come tante.
Che si perde nelle maglie larghe della vita e si disperderá del tutto al termine della mia.


Ho realizzato, di nuovo, questa estate, che non c'è altro da fare se non di andare avanti.


Quante cose possono ancora accadere?
Il fatto che non possa rispondere con precisione indica la possibilità di poter rimanere sorpresa.
In bene, perchè no.
Ho bisogno di accantonare il nero, di stemperarlo, di virare verso altri colori.
Verso nuovi colori.

domenica 16 agosto 2015

SCOLLEGATA DAL MONDO


Sparita.
Per giorni.
Mi hanno cercata, hanno trovato il cellulare spento.
Alla fine hanno desistito.
Qualcuno ha cercato di raggiungermi fisicamente, ma non mi ha trovata.
Bene.
Non ci tenevo nemmeno ad essere trovata.
Sono partita in autonomia, con il macinino che "sei matta! NON CE LA FARA' MAI!", e invece la matta macinino munita, se vuole, raggiunge pure la luna.

Quando sto in giro non mi perdo, semmai mi trovo, ed arrivo sempre a destinazione, in un modo o nell'altro.

Ho avuto un vago pensiero che qualcuno potesse preoccuparsi per me, considerato il maltempo.
Ciononostante, ho preferito stare alla larga dall'area risicata dove il cellulare, per sbaglio, poteva agganciare la linea.
Preferivo rimanere in connessione con me stessa.
Nella natura i sensi sono in allerta come mai ed ogni rumore assume un significato preciso.
E all'aria aperta c'è sempre tanto da fare che non c'è tempo di pensare alle cavolate del mondo incivile.
Ci sono fuochi notturni da nutrire con abbondante legna, e chiacchiere e storie e musica.
Le mie, tra le altre.

Ho le unghie nere di terra, qualche graffio sulle gambe.
Ho acceso il fuoco e l'ho mantenuto anche sotto la pioggia, il che mi rende fiera del lavoro fatto.
Ho pensato di dover sacrificare la chitarra contro un cinghiale, perchè durante la notte, se avesse cercato di irrompere nella tenda nella quale dormivo, ed attorno alla quale si è aggirato, non avrei avuto altre armi da poter utilizzare.

Ho lavato la tenda fuori al terrazzo, e l'ho fatta asciugare al sole, prima di azzeccare la piega giusta per riporla nella sua custodia.

Sono di nuovo a casa, ma per quanto, poi?

Questa estate che sta volando quante possibilità infinite di vita ha già prospettato?
Ed io quali sono disposta a seguire?
Io voglio mantenere tutte le possibilità aperte mentre seguo la strada maestra.
Voglio svoltare quando mi pare.
Voglio fermarmi a guardare il mondo dal mio punto di vista, che non è poi affatto malvagio.


martedì 11 agosto 2015

WHEN YOU'RE LONELY PRESS PLAY



"Fai tu, mi fido ciecamente...", mi dice la persona che verrà in viaggio con me.
E va bene, me la vedo io, che devo dire...

In questa giornata strana, nel marasma della perdita del conto dei giorni, non sapevo fosse proprio oggi.
Ho lavorato - "non è per me, è per mia cognata, è in difficoltà... puoi?", mi ha detto al telefono, e non è per una questione di soldi nè di amicizia.
E' che è mio dovere dare una mano se non ho ragionevoli motivi per negarla, a chi è in difficoltà.
E' la mia etica.

In questa giornata strana, la fiducia degli altri mi ha travolto.
Non lo so perchè mi prendo tanto a cuore certe situazioni, perchè mi presto, perchè mi lascio assorbire.
Una questione caratteriale.
Riguarda l'indole o mi è stata semplicemente inculcata?

Vorrei potermi affidare anche io.
Vorrei potermi fidare ciecamente.
Vorrei qualcuno che mi sollevasse dai problemi, invece di chiedere il mio aiuto per i propri.
Vorrei qualcuno che mi difendesse, non qualcuno in cerca di protezione e difesa da me.
Vorrei la tranquillità che riesco a trasmettere agli altri, vorrei che la mia presenza venisse apprezzata quando c'è, non quando non c'è più.


QUESTE SERATE CHE NON SO DOVE VANNO A FINIRE



E dunque, dovevamo fare questa cosa insieme, ieri, e quindi ci siamo visti, ma poi si è fatta ora di cena e quindi "che programmi hai, dopo?" ha ricevuto per risposta "nessun programma", e quindi "andiamo a bere una cosa?" è stato seguito dall'incontrarsi al mare, in uno dei soliti posti che entrambi frequentiamo da sempre, senza esserci mai incontrati prima.


Ho appeso ogni altro programma o possibilità con altri, e ho lasciato che le zanzare sciamassero attorno al mio corpo, cedendo loro il mio sangue.


Finchè non è saltata fuori una salvifica bomboletta di autan.


Ho finito un pacchetto di sigarette intero, al quale ne è stata scroccata solo qualcuna da altri.


Ho parlato ancora e ancora e ancora.


Di nuovo, mi ha detto che parlo tanto, ma è un bel parlare, che dico cose interessanti, e ho l'aggettivo giusto per ogni parola.


Sará...


Mi ha detto anche che sono bella, dopo cena, quando perso ogni residuo di sobrietá e di energia, mi sono stesa sulla panca di fronte a lui.
Gli ho detto che bella non lo sono mai stata, che sono un tipo, e gli ho sciorinato un aneddoto divertente sulla questione.


Il vestito, anche lui bello, mi ha detto di averlo notato appena mi ha visto, che si intonava al viso, o qualcosa del genere.
Gli ho chiesto se avessi dunque il viso a pois!


Ho un'ironia che rasenta l'idiozia, talvolta.


Mi ha chiesto di un ex, che per caso ha conosciuto in passato, con una curiosità che mi ha colpito.
E quindi gli ho raccontato qualcosa.
Mi ha chiesto se ne fossi innamorata.
E gli ho risposto di si, mentre altri ricordi affioravano alla mente, ed il dolore mi è sembrato cosí distante.


Di nuovo, mi ha ripetuto che gli piace ascoltarmi, c'è qualcosa nell'italiano che parlo, negli accenti e nelle parole che si sono sedimentate nel tempo nella memoria, diventando abitudine, che lo rende diverso.


E poi, c'è che poi è un musicista, e canta anche, e compone e arrangia e di tutto un po'.
E gli ho girato una cosa mia, perchè era curioso di sentirmi.
E ha pensato bene di suonarla in un locale nuovo, la sera dell'inaugurazione, per provare l'amplificazione.
"Che vergogna...", m'è uscito di bocca, guardandolo con disapprovazione.
"Non è scappato nessuno, anzi. Mi hanno chiesto chi fosse e ho detto che eri tu, sono rimasti sorpresi...".
Un amico in comune che ha un locale, l'altra sera, ci ha detto "perchè non vi organizzate, voi die, chitarra e voce, e venite a suonare da me?".
Carina come idea, perchè no.
Non so quanto realizzabile, visto che il tempo a disposizione è poco e corre veloce.
E corre soprattutto verso la fine dell'estate ed altri giri che ancora debbo fare.







lunedì 10 agosto 2015

LE PERSONE INCASTRATE



Certe situazioni sono evidenti anche senza conoscerne i particolari.
Mi ero fatta un'idea del perchè un uomo di quelli per i quali varrebbe la pena mettersi in gioco - e che di suo ha tentato di mettersi in gioco - avesse un atteggiamento cosí stranamente contenuto e rassegnato.
È rimasto "incastrato" con una donna.
Cose che capitano.
Quelle cose che tolgono prospettive ed ossigeno alla vita e che inducono a trascinarsi in soluzioni di ripiego.
Ad attraversare oceani di difficoltá e mettere a rischio se stessi per ricongiungersi con ció cui si è rinunciato, ma che non si riesce a dimenticare.
Fosse anche solo per un attimo, l'ultimo.
Come se si fosse obbligati a subire certi ricatti.


Ed io, non sono a mia volta incastrata in questa libertá che mi fa vivere con ansia prospettive a due?
Non è un bieco ricatto quello cui cedo, per non perdere questa libertá che mi è tanto cara?

domenica 9 agosto 2015

DI MOTORI CHE NON FUNZIONANO



Non mi sono dovuta inventare nulla, stamattina.
Il motore della barca ha fatto i capricci.
Mi sono fatta due spalle cosí per remare e allontanarmi dalle altre barche.


Sono tornata a casa e ho cucinato una trota salmonata in crosta di patate.


Avevo voglia di trattarmi, oggi.
Me lo merito, cazzo, come mi merito queste dannatissime ferie!


Mi sono messa a letto sperando di dormire.


Nulla da fare.


Questo caldo boia mi ha ucciso, ma sul serio!


Volevo dedicarmi un po' al fai da te, ma oggi non ci sono volontari che mi aiutino a portare a casa questo relitto di legno anni '70 che devo ripassare con impregnante e mettere in camera da letto.


Ho qualche perplessità su quello che c'è in programma da qui a fine agosto.
Perplessitá anche sulle persone con cui devo fare queste cose, ma mi passeranno a tempo debito.


Ho un pallino che non riesco a togliermi dalla testa e mi sento una stupida.


Perchè riguarda una persona.


Uno stupido.


Uno di quelli che ti fanno pentire di averci passato del tempo insieme, dopo avercelo passato.


Uno di quelli che tira a campare, a modo suo, che puó essere 100 e sceglie di essere - 100.


Di quelli che in certi momenti lo prenderesti a schiaffi e invece lo disinneschi con la dolcezza che non ti appartiene e lui si scioglie e riacquista la gentilezza che pure fa parte di lui.


La cosa atroce è che non mi importa di non cedere, se capita l'occasione.


La cosa ancora piú ridicola è che il tipo con cui sono uscita questi giorni facendo l'alba, è il suo sosia.


Li scambiano l'uno per l'altro...


Caratteri diametrialmente opposti, qualche punto di contatto, una gestualitá simile.


L'avessi fatto apposta, non mi sarebbe riuscito cosí bene.


Volevo evitare di cacciarmi in un casino, ma non so se ci riesco.


E se pure dovessi cacciarmici, 'sti cazzi.























ALLE SEI DEL MATTINO



Eccola la regola che mi sono data.
Quanto è durata.
Sono rientrata a casa che era albeggiato da un po'.
Perchè poi mi ha chiamata per dirmi che mi passava a prendere, ieri sera.
E gli ho detto di si.
Pure la coerenza va in ferie.
Una serata con i suoi amici, a chiacchierare, e poi tutti a casa e "che facciamo? Ti va di fare un giro?".


E di nuovo ho chiacchierato tanto e mi sono defilata fisicamente da ogni possibilità di approccio.


"Chiacchieri tanto...", ma va?
La tecnica di distrazione funziona, all'occorrenza, ma probabilmente mi fa passare per una troppo loquace.
Dice che vuol portarmi a mangiare una pizza in un posto carino, qui vicino.
Gli ho detto che vado volentieri, ma continuo ad avere ansia.


Dopo tre ore di sonno, mi sono svegliata.
"Pronto?", ad occhi chiusi.
"Sto andando a mare, ti porto a fare sci stamattina!".


Non posso permettermi di sfracellarmi con gli sci stamattina.
Non so che malanno inventarmi, dopo che ho rotto le scatole a mio padre per due mesi!
Sono stanca e iperattiva, come sempre.
Ho un fottuto bisogno di dormire...





sabato 8 agosto 2015

SI CHIAMA ANSIA, QUESTA QUI



Mi chiama per dirmi che è rientrato e che ci vediamo, per una cosa che dobbiamo fare insieme, settimana prossima.


Che, peró, "stasera che fai?".


Ed io, che ho appena finito di dedicarmi al fai da te e ho bisogno di una doccia, mi sono buttata sul divano ad ascoltare la radio ad occhi chiusi, e non ho nemmeno fame, e ho fumato l'ultima sigaretta, e ho pulito casa e profuma che è una meraviglia, e ho cambiato le lenzuola che sanno di fresco e qualche grado in meno si registra rispetto ai giorni passati, c'è spostamento d'aria, e ho comprato il vino, ed è in fresco in frigo, e la cioccolata all'arancia da portare in montagna, e la marmellata di amarene e le uova e pane degli angeli per tentare di fare una crostata... E potrei uscire, raggiungere degli amici nel paese accanto, o restare qui, a un soffio da casa, dove potrei all'occorrenza rientrare.
Da sola.
O in compagnia.
E rifletto sulla possibilità, ma mi mette ansia, un po'.
Di piú di un po'.
Non voglio finire a far chiacchiere fino all'alba per non finire a fare altro.
Certe cose, di farle per sport, non mi va, non sono in vena.


Non mi va di mischiarmi con nessuno.
Sono passati due mesi, circa.
E cosa sono due mesi rispetto a un certo numero di anni.
Cosa sono quel numero di anni rispetto ad una vita che devo ancora vivere?


Non subito peró.
Ora non ho voglia.
Sará rabbia mista ad ansia.
Sará quel dolore che consuma e non ha soluzione.


Sará che voglio stare da sola come mai.











SOTTO LA LUNA ACCESA DI ROSA



Una falce di luna rosa rischiara la notte che è appena trascorsa.
Ho pensato di raggiungerla, a un certo punto, l'ho vista farsi piú vicina ad ogni accelerata sulle curve della strada.
Se guido un po' di piú arrivo a sfiorarla, ho pensato.


L'incontro che vorrei è quello che quotidianamente non faccio.
Qualcuno cui non doversi raccontare nè spiegare, che esplori in silenzio il mio viso e i miei occhi e li comprenda, seri o sorridenti che siano.


Vorrei superare la barriera del suono e raggiungere un luogo di silenzio.
La bocca chiusa, gli occhi pure, ed ogni altro senso, per contro, completamente acceso.


Vorrei non essere cosí inquieta anche quando sto bene.


Non desiderare di andare, sempre.


Non mi accade.
E non è una scelta.
Non un'imposizione.
È cosí.
E pur volendolo spiegare, non posso spiegarlo.
Continuo, peró, a confidare di essere prima o poi compresa.
Per quella che sono, non per quella che devo essere, o che altri vorrebbero che sia.
Con l'imponente corredo di difetti e brutture, e qualche pregio di non poco conto, pure.
Per quella che sono, nel movimento spontaneo dell'animo che si trasfigura in corpo.



venerdì 7 agosto 2015

ALLE CINQUE DEL MATTINO



È vero che l'indomani non devo andare a lavorare, ma credo di dovermi dare una regola.
Soprattutto perchè la sveglia, mio malgrado, è al mattino presto.
Il corpo è tarato cosí.


Ho un cerchio alla testa che mannaggia, non ce la faccio quasi a scrivere.
Dopo il bagno a mare, ci siamo stesi su una barca tirata in spiaggia e capovolta, a guardare le stelle e chiacchierare.


Ho chiacchierato tanto.


Di proposito.


Chiacchiero tanto quando mi mette a disagio o sono indecisa se andare oltre, non presto il fianco alle possibilità sentimentali.


Non mi andava di prestarmi ad un mordi e fuggi estivo, non con lui.


Non ho sentito un trasporto tale, ma qualcosa, chi lo sa cosa, si è pur mosso.


Non ho fretta di approfondire conoscenze con nessuno, questa estate.



mercoledì 5 agosto 2015

ROBE DA FILM


Un amico, che lavora nel campo del cinema e della tv, mi ha raccontato di avere attinto, per una sceneggiatura, ad alcune storie che mi riguardano.
"Mi hai ispirato", mi ha detto.
Si tratta di episodi di cui ho scritto anche qui.
Potrebbe quanto meno chiamare il personaggio con il mio nome, non mi offendo.
Ogni riferimento non sarebbe puramente casuale.

Mi fa piacere, davvero, che i miei casini diventino fonte di ispirazione per scopi creativi ed artistici.
No, non è vero.
A volte vorrei fare una vita più noiosa, ma più serena.
Non diventare materia umana per romanzare la realtà.
No, che dico, la noia mi uccide, e quindi prima che ciò accada, faccio in modo di sferrarle colpi mortali.

Ho spostato troppo in là certi paletti.


martedì 4 agosto 2015

QUEL TIPO DI PERSONA


Quella che c'è sempre.
Per il resto della vita, anche quando le strade si separano.
In amicizia e in amore.

Questo tipo di peso non sopporto più di trascinarmelo addosso.





FREGATURE E OPPORTUNITÁ



Sará che non mi abbatto tragicamente per le sciocchezze che mi accadono anche quotidianamente.
Sará che l'unico modo che ho di affrontare il mondo è reagire immediatamente ad ogni evento, quelli negativi in particolare, e ad ogni imprevisto.


Non serve raccontare l'episodio specifico, in questo caso.
È una banalitá, e scriverne significherebbe concedergli un peso che tutto sommato non possiede.


Ho preso atto del tutto, sono pur sempre una persona estremamente comprensiva, e una lady, e sono andata oltre senza nemmeno imprecare.


L'episodio negativo è un'opportunitá inaspettata, perchè mi costringe ad attivarmi e alla svelta, e perchè mi si aprono diversi scenari davanti.


Certe incognite non mi fanno paura, mi piace avventurarmi in cose nuove.


E così sará.


Tanto, ormai, ci ho fatto l'abitudine a tamponare le fregature.


E da domani spengo il telefono.


Diventare irraggiungibile significa tenermi alla larga da chi mi cerca o mi risponde solo per utilitá.













lunedì 3 agosto 2015

IL CELLULARE CON HANDICAP



Nonostante abbia meno di un anno di vita, il mio cellulare ha manifestato segni di squilibrio fin da principio, che l'assistenza non ha sanato.


È diventato muto.


Poi ha ripreso voce, all'improvviso.


Erano settimane che avevo rinunciato alla sveglia mattutina, a ricevere tempestivamente telefonate, a sentire note vocali e quanto altro.


Alle 6,30 di stamattina mi arriva un messaggio.


Cos'è questo rumore?


Alle 7,30 la sveglia.


Cosa diamine è tutto questo casino?


Il mio cellulare, quando decide di funzionare, lo fa all'alba.


Nel week end, o quando sto in ferie, giustamente.


È una congiura.


Non posso riposare mai...

domenica 2 agosto 2015

CAMBI DI PROGRAMMA CHE PROPRIO NO



Mi hanno appena proposto di rinunciare alla brezza di mare per un posto dimenticato da Dio nell'entroterra.
Dove non si muove una foglia.
Io sono quasi evaporata cosí.


Le ho ricondotte alla ragione: la brezza di mare lí non c'è, se vogliamo fare un suicidio di gruppo io mi tiro fuori!


Anche io voglio cambiare aria, purché ci sia aria!


E quindi, alla fine andiamo al mare, anche se dopo probabilmente ci sposteremo altrove.


Scendo in bici, approfittando del venticello sul viso, e del fatto che non ho fretta di rientrare.


E poi sono a un soffio da casa...


Quanto sono magnifiche le ferie?
Sapere che l'indomani non devi andare a lavorare e neanche il giorno dopo, che sei libera - libera! - di fare che diamine ti pare.


Che non te ne frega niente se sei l'unica che si fa il bagno di notte perchè gli altri si vergognano o hanno fisime e complessi assurdi.


Fosse anche solo il timore dell'acqua nera, o il fatto di rientrare con la sabbia sotto i piedi.


O di non avere il costume.


Fanculo, io il bagno lo faccio anche nuda, di notte, che problema dovrei farmi?
L'acqua è il mio ambiente.
Non mi frega di spettinarmi né di sgualcire i vestiti.


"Siete matti a fare il bagno di notte", ha detto un ragazzo ad un'amica l'altro giorno.


Non lo sfiora nemmeno lontanamente il dubbio di essere lui il matto a privarsi di vivere in ragione di assurde fisime o schemi da rispettare rigidamente.


Come si fa ad emozionarsi davanti a un film dove si viaggia, si ama, si fanno follie (ma poi che follia è un bagno a mare di notte?), e non riuscire nella vita vera a realizzare le stesse cose?


Come si fa a giudicare matto chi vive?


Come se fosse regolare preservarsi per cosa, cosa?


Una vecchiaia senza reumatismi?


Argomento davvero poco valido.















AL TERZO GIORNO DI FERIE



O è il quarto?
Non so che giorno della settimana sia.
So che è iniziato agosto.
Il cellulare resta abbandonato buona parte del tempo a se stesso.
Mi sono spogliata degli abiti pesanti di lavoro per abbracciare la dimensione hippie.
L'acqua di mare mi ha schiarito e arricciato i capelli.
Ho nuotato tanto che quando sono uscita dall'acqua avevo il fiatone.
Mi sono fatta giá diversi concertini di musica dal vivo nei locali della zona.
Ieri sera sono passata dalla musica jazz a quella rock, dall'ascolto assorto in un luogo suggestivo e fresco, al ballo sfrenato sotto il palco in mezzo alla gente.


Dovrei dormire.
Non trovo il tempo.

sabato 1 agosto 2015

QUANDO INCONTRI GLI EX



Sono andata a fare un giro con degli amici in un locale e ho incontrato un mio ex storico.
Ci siamo tanto amati, ci volevamo bene e ci rispettavamo, ha una famiglia fantastica, ma l'amore ad un certo punto si è esaurito, ed è rimasto solo l'affetto.
Con molta onestà, troncai il rapporto che non aveva più ragione d'essere.

Non ci vedevamo da parecchio, nonostante lavori a due passi da casa sua.

E proprio l'altro giorno, poco prima di andare in ferie, ci siamo incrociati per strada, io sul mio motorino vintage e lui su una macchina d'epoca magnifica.

"Ho visto la macchina e ho pensato: che meraviglia! Ti ho riconosciuto solo dopo al volante..."
"Bella, vero? Proprio questi giorni ti stavo pensando..."
"Dai? E' tanto che non ci vediamo!"
"Vero... Ed io mi sto separando, sai?"
"... No, aspetta, quando ti saresti sposato, tu??"
"Qualche anno fa."
"Ed io che confidavo in te e che pensavo fossi l'unico dei miei ex a non essersi ancora sposato!"
"Un inferno, guarda..."
"Hai anche prolificato?"
"No, per fortuna no..."

Il mio modo di essere diretta e senza filtri è rimasto identico, a parer suo.
Io a volte temo di essere peggiorata.







IL CAMBIO PER OGNI EVENIENZA





Quanto tempo è che sono in ferie?


Appena un giorno e mezzo circa.


"Se cominciamo cosí, non oso immaginare quel che accadrá in vacanza...", mi dice la persona che verrá in viaggio con me.


Le ho detto quello che un'amico ha suggerito alla fidanzata con cui uscivo: "si sa quando si esce, con C., ma non sai mai dove si va a finire... Portati un cambio per ogni evenienza".


Ecco, l'idea del cambio la trovo superba.


Il pacchetto c.f.a. comprende imprevedibilitá, sorpresa e viaggio.


Astenersi perditempo.