lunedì 31 agosto 2015

QUEI MAGNIFICI IMPREVISTI CHE CAPITANO VIAGGIANDO



Sono partita e sono tornata.
Il tempo di un attimo, in fondo, di quelli che ricorderò come un puntino, guardando indietro, di quelli che unendoli tutti compongono un disegno che non l'avresti detto mai.

Abbiamo noleggiato un motorino per visitare in libertà dei posticini carini nei dintorni.
Il tipo del noleggio ci aveva assicurato che il serbatoio era pieno, nonostante l'indicatore rotto, che saremmo andati e tornati tranquillamente, e che non sarebbe stato necessario fare rifornimento.
Mentre guidavo sulla strada a scorrimento veloce, il motorino ha decelerato improvvisamente, poi di nuovo.
Subodorando la possibilità che fossimo rimasti senza benzina, ho regolato la velocità sfruttando l'accelerazione già accumulata, l'inerzia e un leggero pendio per raggiungere la rampa di uscita.

Il motorino si è spento lasciandoci in mezzo al nulla, nel deserto delle rotatorie verso tutte le destinazioni, ai bordi di una periferia sconosciuta.

Abbiamo fermato qualche macchina - due delle cinque in tutto che sono passate - per chiedere dove fosse la più vicina pompa di benzina.

Lontana chilometri, naturalmente.

Ho visto una macchina rossa uscire da una traversa, ho richiamato l'attenzione del tipo al volante, si è fermato con l'aria scocciata di chi è stato ingiustamente interrotto nel suo tragitto verso la destinazione prestabilita.

"Siamo rimasti a piedi con il motorino, l'indicatore del livello del carburante è rotto, il noleggiatore ci aveva assicurato che non c'era necessità di fare rifornimento... Puoi indicarci una pompa di benzina qui vicino, a parte quella distante chilometri più in là?", chiedo scusandomi per averlo fermato.

Sgranando gli occhi di giada, mi dice che no, quella pompa è l'unica nei paraggi.

"Posso accompagnare uno dei due a prendere la benzina, se volete. E' davvero molto distante, ed è sulla strada ad alto scorrimento...", dice.

Salto in macchina ringraziandolo, e dico "perfetto, vengo io!".

Lo so, sono una paracula, talvolta.

Abbiamo amabilmente conversato in inglese tutto il tempo, finchè non siamo arrivati alla pompa di benzina, dove mi sono resa conto di avere lasciato la borsa nel motorino.

"Scusami... ho dimenticato di prendere la borsa, l'ho lasciata nel motorino..."

Mi ha sorriso dicendomi di non preoccuparmi, che avrebbe provveduto lui a tutto.

E così ha fatto, da vero gentleman.

Mi ha riaccompagnata al motorino, non ha assolutamente voluto che gli rendessimo i soldi della benzina e della sacca che ha dovuto comprare per trasportarla.

"Cosa avete in programma per stasera, rimanete nei dintorni?", mi chiede.






Ci siamo scambiati un contatto, per incontrarci la sera in città e sdebitarci con un drink.

Siamo riusciti ad offrirglielo, alla fine il drink.
E lui, molto gentilmente, ci ha portati a vedere la zona più di tendenza della città, spiegandoci l'origine di certi locali, e facendoci fare un giro all'interno.


La serata è stata fantastica quanto l'incontro.


E dunque, ci si incontrerá di nuovo, in Italia, quando deciderá di fare un viaggetto da queste parti.


Mi sono offerta di fargli da guida, e di aiutarlo, in ogni caso, a pianificare un giro come si deve.


Si lo so.
Di nuovo paracula.
A chi devo dar conto del resto?















4 commenti:

Silvia Pareschi ha detto...

Questi imprevisti sono proprio quelli che danno sapore al viaggio.

.come.fossi.acqua. ha detto...

Esatto... Se tutto scorresse liscio, sai che noia! :)))

sara-sky ha detto...

ma poi perché paracula? si dice socievole! ;)

.come.fossi.acqua. ha detto...



no sara.
occhi di giada, denti bianchi sotto labbra carnose, sorriso incantevole, carnagione dorata.

paraculissima! :))))