lunedì 19 ottobre 2015

CERCAMI QUANDO CAPITI DI QUI



Eccola la richiesta, reiterata proprio ora.
Gli ho risposto di no.
E gli ho sorriso con uno smile demente ed atono.
Abbiamo cazzeggiato con messaggi cretini per un po'.
Smettila, no smettila tu, come i bambini.
Gli ho detto che resto ferma sul no e buonanotte.
Fa finta di non crederci, mi saluta, mi bacia con uno smile altrettanto demente.


Io voglio tirarmi fuori prima di caderci dentro.


Non sopporto l'idea.


E nello stesso tempo vorrei cascarci dentro e prendermi quello che viene.


Non ho la pretesa sia l'uomo della mia vita, non ho aspettative.


Non riesco a capire se mi frega e in che termini.


Ho bisogno di seguire il mio corpo piú che la mia testa.


Mi sembra giusto metterla a tacere un attimo e ripristinare le sue funzioni, sopite da un po'.




Tornare lí ha sempre questo effetto, su di me.
Non dovevo.
Ho voluto, con una strafottenza tale che mi destabilizza.
Con l'incoscienza che nessuno immagina.
E con la coscienza di farcela ogni volta.


Mi fa male.
È stato doloroso come mai.
E invece di piangere ho riso.
Del tipo che mi ha detto "ti accompagno io", delle facce losche, del traffico, dei motorini che si infilano tra le macchine come se fossero nuvole, o fantasmi, e potessero passarci attraverso, delle urla di strada, del gesticolare indemoniato della gente, di me che guido con la radio accesa e le dita che tamburellano il volante.


Di me che sono un disastro, da un po', che non ha nulla di adorabile.

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