venerdì 2 ottobre 2015

GIORNI STRONZI




Ceri giorni ci si sveglia un po' così.

E si va al lavoro, e quello che ti ha proposto ad oltranza, tra le righe, di intraprendere qualcosa con lui, mentre lui ha già intrapreso da tempo una relazione con un'altra, viene e ti scarabocchia per divertimento personale il foglio che stai scrivendo, per catturare la tua attenzione.
Come i bambini.
E a te stanno anche sul cazzo, i bambini dispettosi.
E quindi, con calma serafica, e un sorriso accennato, lo guardi e gli dici che questo suo modo di fare è indice di frustrazione.

Ha battuto immediatamente la ritirata.

E continui a lavorare, e mentre con la tua praticità agevoli il lavoro di due incapaci che vorrebbero farti perdere tempo utile, si avvicina un altro, di quelli che pensano di poter prendere per il culo il mondo, compresa te, nonostante l'ultima volta che ci ha provato, malamente, sia stato rimesso a posto.
E tu, all'affermazione che quelli del tuo paese sono...
Cosa, pezzo di idiota?
Dritti, capaci, meglio di te e di tutti quelli che stanno attaccati a inutili campanilismi, in una nazione dove siamo tutti italiani, mentre io vi reputo appartenenti alla stessa razza di cretini, indifferentemente dal Comune di residenza?
Cosa, P E Z Z O  D I   I D I O T A, gli scandisci bene con gli occhi guardandolo in silenzio da dove sei seduta.

L'ultima parola gli è rimasta aggrappata alla gola e l'ha deglutita senza pronunciarla.

Non contento, ha cercato di attaccarsi ad un altro argomento di scarso interesse.
Gli ho fatto presente che è una cosa che non conosco, e che nemmeno mi riguarda.

Se n'è andato a farsene i fatti suoi, come era preferibile facesse sin da principio.

Arriva lei, con cui ho discusso in precedenza su una questione di lavoro sulla quale cerca di spuntarla, ma sulla quale non la spunterà.
La differenza tra chi si studia la lezioncina a casa, sapendo di avere le spalle coperte, e chi, invece, se la gioca con l'arte dell'improvvisazione, che ha imparato per sopravvivenza, gestendo volta per volta ogni tipo di imprevisto, sapendo che non potrà chiedere aiuto a nessuno e che se tutto va male casca a culo per terra, è abissale.
E no, stamattina non l'ha spuntata, e quando le ho detto che non avevo voglia di discutere per la milionesima volta delle stesse cose, devo averglielo detto con parecchia convinzione, perchè è rimasta muta.
Muta.

Ed un'altra, che ci ha provato, forse, se può considerarsi un provare la cedevolezza con la quale non è riuscita a ribattere nulla di quello che le ho detto, ha immediatamente desistito.

Ho ringraziato, poi, uno che mi ha praticamente tolto la sedia da sotto, mentre stavo per sedermici.
Uno che è abituato, essendo Lord del magnifico e popoloso regno di StoCazzo, a prendere posto comodo come se gli fosse dovuto, perchè questo mestiere lo fa solo lui, mentre gli altri sono stronzi di rango inferiore.
Certo.
"Ciao, che fai, mi freghi la sedia da sotto?"
Si è scusato, imbarazzato, e si è alzato.
"Non preoccuparti, sono abituata a questi gesti di cortesia..."


Credo di dovere infilare un tappo in bocca, oggi.
E due alle narici dalle quali esce fuoco.
E' possibile avere anche un filtro per selezionare quello che penso prima di dirlo?



2 commenti:

sara-sky ha detto...

forse oggi farebbero meglio a non incrociare il tuo percorso ;)

.come.fossi.acqua. ha detto...



A me dispiace mandare a quel paese tutto il garbo di cui sono capace, ma oggi non ce l'ho fatta.