lunedì 30 novembre 2015

BREVE DECALOGO DEI RAPPORTI INTERPERSONALI CHE INSTAURO



Se ti chiamo e non rispondi, e non richiami, e non hai un motivo ragionevole per non aver risposto, non ti chiamo più.
Se ti invito a cena a casa e mi avverti che vieni o non vieni alle 20.00, non sei un ospite gradito nè quella sera nè dopo.
Se ti scrivo e non rispondi, o lo fai con ritardi inaccettabili, non ti scrivo più.
Se ti invito ad uscire e tu rifiuti o adduci impegni vari ed eventuali, o che tu lavori, come se io stessi a spasso, non ho ragione di invitarti nuovamente.
Se cerco di coinvolgerti in qualcosa di interessante e vuoi essere pregato/a, puoi rimanere tranquillamente a casa, perchè non prego nemmeno i Santi.
Se ti invito ad uscire e ti fai i calcoli su chi c'è, e a seconda di chi c'è decidi se uscire o meno con me, mi passa la voglia di invitarti di nuovo le volte successive.
Se ti presento indifferentemente i miei amici, e ci usciamo insieme, mentre i tuoi amici non so nemmeno chi siano, neanche la questione fosse coperta dal segreto di stato, e ad ogni modo non sono invitata mai ad uscire con loro, scordati che continuo ad invitarti.
Se ogni amico/a che ti presento diventa oggetto di ammiccamenti, seduzioni, o commenti improbabili, mentre i tuoi amici sono tutti intoccabili o impresentabili, o non li presenti perchè ne sei geloso/a, mi sembra ovvio che non ho alcun motivo di coinvolgerti nelle mie cose.
Se ogni volta che ci vediamo hai dimenticato il portafogli a casa o non hai prelevato, e pensi di mangiare, bere e fumare sulle mie spalle, non possiamo essere amici nè amanti.
Se ti comporti in modo imbarazzante o sconcio, l'ultima cosa che voglio è di farmi vedere in giro con te.
Se passi il tempo a farmi domande su quello che fanno gli altri e con chi, per fare del pettegolezzo da quattro soldi, non ho voglia di passare il mio tempo con te.
Se devi uscire con me per darti un tono, è bene che tu stia alla larga.

Continuo ad aumentare le distanze da alcune persone che evidentemente hanno difficoltà a rapportarsi a me.
Non pretendo di impormi a nessuno, e proprio per questo non tollero che altri si impongano a me.
Mi spiace rispondere a muso duro, ma talvolta devo farlo.
E mi sto regolando di conseguenza anche per quanto riguarda le uscite.
Basta accolli.
E se non riescono ad accollarsi da principio, e lo fanno dopo, mi sgancio.
Oppure me ne torno a casa prima.
Non ho più voglia di fare il comodo di nessuno.


.

LA SOLITA VECCHIA GENTE E GENTE VECCHIA E BASTA




Qualcuno ha prontamente proposto di accompagnarmi in viaggio in un posto esotico, stasera.
Peccato che abbia una compagna, attualmente.
Non ce l'aveva quando ci siamo conosciuti e mi faceva il filo.
E' passata un po' d'acqua sotto i ponti per entrambi.
Le faremo sapere, mi veniva da dirgli mentre mi chiedeva di fargli sapere.

C'è uno sfigato che si è fatto male che mi fa tanta simpatia e non so nemmeno perchè.
Ha pure dei gusti musicali demmerda.
Una roba improponibile.
Eppure quando mi guarda in quel modo serio e azzurro, anche se sorride e dice cazzate, mi fa simpatia.

Ho incontrato uno che conosco da abbastanza tempo e gli ho chiesto se fa sempre l'istruttore in palestra.
"Io non ho mai fatto l'istruttore in palestra!", mi ha risposto.
In effetti mi è sempre sembrato strano che un tipo così snello facesse quel mestiere...
Ne abbiamo riso insieme.

Ho visto della gente con cui uscivo e ho rotto i rapporti.
Sono sempre incontri estremamente sgradevoli.
Mi piacerebbe davvero non incontrarli più, e invece me li ritrovo spesso davanti le palle a dare fastidio gratuito.
Questa storia va avanti da un paio d'anni, ormai, e mi annoia abbastanza.

Ho voglia di incontrare qualcuno che non abbia da offrire il solito nulla, le solite chiacchiere, e - lasciatemelo dire - il solito sesso che è più prossimo all'attività fisica fatta per bruciare calorie che a un rapporto psico-fisico tra due persone che si piacciono.

Con le prospettive attuali, la voglia di incontrare qualcuno si tramuta troppo spesso in voglia di rimanermene da sola.

La verità e che mi sento di avere chiuso con questa gente.

Con gli uomini italiani.

Per un po' solo uomini stranieri: saranno stronzi uguali, ma hanno meno problemi sotto tutti i punti di vista.


domenica 29 novembre 2015

VANIGLIA E CARAMELLO



L'amico che é passato a trovarmi é stato contattato da un suo amico che conosco.
Gli ha chiesto se usciva, stasera, e lui ha risposto che non era in zona.
Al dove sei, ha risposto "da c.f.a.".
Dice che gli domanda spesso di me.
Gli ho detto che non é cosa, mi ha risposto che il problema é farlo capire a lui.
Non é un problema mio.
Sono stata chiara e diretta, non c'è nulla da insistere.
Non capisco perché devo ritrovarmi con questi gatti attaccati ai maroni, neanche fossi una di quelle che si mantengono i corteggiatori per convenienza.


Sono rientrata a casa, finalmente, ho davanti una tazza fumante di the vaniglia e caramello e mezza fetta di pandoro, vicino al camino spento e... Ho confermato che mi aggrego a degli amici, stasera.


Sono una testa di cazzo.
Dovrei riposare, e invece esco.
E tanto per cambiare, sono giá in ritardo.


Che saranno mai dieci minuti di ritardo?
Devo anche passare a prelevare, in effetti.
Cosa saranno mai quindici minuti di ritardo?
Potrei pure incontrare un tipo stasera e forse é il caso di mettermi un attimo in tiro...
E cosa saranno mai venti minuti di ritardo.
Uniti a quelli che sto perdendo a scrivere qui arrivo a mezzora.
Ho bisogno di stare seduta almeno altri cinque minuti, fino alle otto c'é tempo.


Male che va esco senza fare la doccia, tanto considerati gli incontri che faccio, mi sembra abbastanza inutile propormi in modo piú sofisticato.





DRAMMI SFIORATI



Un amico che non é di qui é venuto a trovarmi ed é uscito con me ed altri miei amici.


La prima parte della serata é trascorsa in modo piacevole in uno dei locali che frequento abitualmente, a fare l'aperitivo.


Finito l'aperitivo, abbiamo raggiunto un altro locale per cenare qualcosa e siamo rimasti una decina di minuti in attesa che si liberasse un tavolo e di un amico che si stava trattenendo per strada a salutare altra gente.


A un certo punto il mio amico che non é di qui si alza per andare a salutare una persona.


"E tu che ci fai qui?", sento.
Cazzo.
No.
Voleva aggregarsi al nostro tavolo.
Con il nuovo compagno.
Mi sono avvicinata per salutare.
Aveva visto anche me, ma al solito ha ritenuto di dover tirare dritto.


Gliel'ho presentata io, al mio amico.
E lei ha presentato a me il suo ex compagno, con cui nel tempo sono diventata e rimasta amica.
Con lei, invece, si sono irrimediabilmente rotti i rapporti, e non a causa del suo ex, con cui pure non ha piú contatti, ma perché sono successe tante cose che l'hanno rivelata nella sua vera natura ad entrambi.


Cosí é la vita.


Solo che al tavolo al quale voleva aggregarsi ci avrebbe raggiunto anche l'amico che si stava trattenendo per strada.
Il suo ex.


Un casino.


Ecco che significa la vita di provincia: tutti conoscono tutti e il dramma é sempre in agguato!


Per fortuna é arrivato il cameriere per trascinarli al tavolo da due che avevano chiesto.


Aggregazione mancata per un soffio.


"Voleva venire al nostro tavolo? Ha visto che c'erano i miei amici! Sapeva che potevo esserci anche io!", é esploso il mio amico - il suo ex - quando gli ho raccontato.


Che dire...


Io non so davvero che pensare di certe persone, salvo solo che é stata un'ottima scelta decidere di non frequentarle piú.



QUELLO CHE INTERESSA A LEI, MA CUI FORSE PIACCIO IO



E mi dispiace, mi dispiace davvero, sono mortificata.


Ho cercato di defilarmi, di lasciare spazio a lei, ma lui mi guarda in modo diverso e sembra del tutto disinteressato a quello che lei propone.


Stranamente fermo lí, come se mi stesse aspettando.


Mi sorride accogliente come un giaciglio caldo e comodo al riparo dalla tempesta.


Solo che la mia tempesta non consente riparo.


Mi da attenzioni, scruta curioso le mie risposte, i miei gesti, le mire espressioni.


E a me nemmeno interessa.


Non mi frega piú un accidenti di nulla di nessuno.


Neanche di chi mi fregava fino all'altro ieri.


Nemmeno di te, che pensi di poter fare ancora capolino nella mia vita e che non capisci che invece no.


Nemmeno di quel che é stato.


E non so se questo menefreghismo mi ha presa per sfinimento.


Se mi sono inaridita.


Se questa domanda ricorra solo quando cessa il dolore, e il malessere passa in secondo piano.


Non é il magnesio, questo é sicuro.


Non prendo integratori da settimane.


Se fossero stupefacenti a tenermi così attiva e reattiva tutto il tempo, smetterei di prenderli.


Invece é questa fottutissima adrenalina che si insinua in ogni secondo delle mie giornate.


É esasperante.


E dunque domani ho programmato una spossante passeggiata nella natura rigogliosa a ridosso del mare poco distante da qui, per cancellare ogni energia da questo corpo e arrivare sfinita a domani sera.
Voglio chiudermi in casa a leggere, voglio accendere il camino, chiudere i contatti con il resto del mondo almeno per una sera, prima di tuffarmi nella routine massacrante del lunedí lavorativo.

venerdì 27 novembre 2015

PER CAPODANNO BARBONEGGIO IN EUROPA



Ho trovato delle vecchie foto, di quando ero bimba, e con i figli di amici dei miei genitori si andava in montagna tutti insieme, e si facevano pic nic di luculliana memoria, e ci si rotolava dai pendii erbosi, e si perdevano i denti da latte, ci si scorticava le ginocchia.

In una foto, io sono il bimbo con i capelli corti - ero un maschiaccio -  al centro, che sorride con tutti i denti possibili, mentre gli altri sono particolarmente seriosi.
In un'altra, faccio le boccacce, mentre gli altri rimangono composti e timidi sulla porzione di terra che hanno sotto i piedi, provando ad accennare un sorriso.

Credo di avere esplorato, nel corso della vita finora, così tante sfumature della mia personalità, da riconoscermi sorprendentemente in tutte, oggi, anche se confliggono tra loro.
Anche se ogni tanto io stessa ci faccio a cazzotti, ma tant'è.

L'indole che avevo da bambina, però, l'ho mantenuta salda, e mi ci afferro quando comincio a dimenticarmi chi sono.


Ho deciso, per la fine di quest'anno, di fare un viaggio diverso da quello che avevo in mente.
E quindi ho messo a punto un percorso europeo, prediligendo luoghi con temperature più alte rispetto a quelle che avevo valutato in principio.
Il capodanno voglio festeggiarlo in strada, voglio girare a piedi dove non sono ancora stata, cazzeggiare senza giubbotti troppo pesanti, e senza dover ricorrere a barili di alcol per scaldarmi.

E quindi alla domanda "cosa farai per Capodanno?" io una risposta pronta ce l'ho, anche se fa sgranare gli occhi a chi me lo chiede: barboneggio in Europa.
No, non ho intenzione di dormire in scatoloni di cartone ai bordi delle strade.
Solo, voglio girare senza orari e programmi rigidi, borse pesanti, pretese grandiose.
Libera.
Come viaggio sempre.
E finchè posso concedermelo.




giovedì 26 novembre 2015

PICCOLE STRONZE INGRATE



Un'amica mi ha detto che ha chiuso i rapporti con un tale con cui era amica.
Era diventato molesto.
Voleva a tutti i costi concretizzare.
Lei no.
E dunque le ha rinfacciato di avergli fatto perdere tempo.
Che lui ne trova quante gliene pare.
Che è una piccola stronza ingrata e altre paroline poco piacevoli.


Io le avevo detto giá da principio che voleva offrirle altro, oltre la canna d'erba, ma lei mi ha risposto che aveva la situazione sotto controllo...


Quanto siamo ingrate noi donne che non la diamo via facile e a chiunque.


Piccole stronze ingrate.

GENTE PATOLOGICAMENTE OSTINATA


E dunque in presa diretta, vi illustro la conversazione su fb nella quale mi sto cimentando con caso umano n. 17.777, perchè ero curiosa di capire fino a che punto l'ostinazione lo dominasse.

Questo è uno di quelli cui avevo detto chiaramente che mi rompe conversare sui social e che ciononostante continua a scrivermi.
Anche quando non gli rispondo affatto, oppure gli rispondo dopo giorni e giorni.
Siamo nel patologico.

Ebbene, appena gli ho scritto mi ha risposto.
Deve vivere appiccicato a cellulare e pc.

Ho risposto a un "come stai?" di diversi giorni fa.
Mi risponde immediatamente che fa freddo.
E che ha preso freddo e umidità qualche giorno fa, e che era vestito leggero.

Gli ho risposto che dovrebbe, da allora, essersi riscaldato e asciugato.
Potevo rispondergli "poverino, hai preso freddo, chissà come deve essere stato straziante...",  compatirlo, chiedergli "hai bisogno di qualcuno che ti scaldi?", ammiccante, o "mi spiace che ti vesti come fossimo in piena estate e non capisci che di questi tempi dovresti mettere una giacca più pesante, perchè sennò poi ti raffreddi e vai in giro a starnutire e tossire addosso alla gente che si preserva sana per andare a lavorare, tipo la sottoscritta...".

Mi sono mantenuta.

Mi ha proposto di prendere una cosa da bere insieme.

Non mi va.
Gliel'ho scritto sotto forma di "ci vediamo in giro" per non essere dura.
Se l'è presa, come se gli fosse dovuta una risposta positiva, e sostenuto mi ha chiesto scusa per avermelo chiesto.
L'ho rimesso un attimo in carreggiata e gli ho scritto che ho da fare questi giorni.
E che una cosa da bere possiamo prenderla quando ci vediamo in giro.
Dice che sto sempre con altre persone...
Che vuoi farci, sono una persona socievole.

Quello che non ho scritto ancora, è che questo è uno di quelli che mi trova interessante, stimolante, e resta a bocca aperta ad ascoltarmi.
Come se fossi un telegiornale vecchio stile alla tv.
Quella con un canale solo che non puoi cambiare.
In bianco e nero.

Mi coloro quando passo dalla modalità "unilaterale" a quella della reciprocità.

In questo caso, ho deciso pure di non passare al 3d.

Spero solo non gli salti in mente di rompermi le scatole quando esco.
Mi sa che non riesce a capire che non c'è trippa per gatti.
Ed io non so come essere meno dura e diretta.



mercoledì 25 novembre 2015

COME FANNO A PIACERTI TUTTI?



Sará che difficilmente incontro qualcuno con cui c'é chimica, affinitá e per cui valga la pena di mettersi in gioco, ma sul serio non capisco certe persone cui piacciono tutti indistintamente.


Ad esempio, una che conosco ha questa propensione (o propulsione, considerati i modi spudorati nei quali l'estrinseca) verso la quasi totalità degli uomini che conosce.


Tutti i miei amici, per dirne una.
Che se sono solo amici, una ragione o piú d'una ed estremamente valida c'é ed é consistente.
Che certe volte penso "pure questo, eccheccazz!" con sdegno.


E no, non credo sia ninfomania, ma ci va vicino.


Le piacciono tipi che io nemmeno considero, e con i quali potrei ipotizzare solo la remota possibilità di essere obbligata a prolificarci se finisse il mondo e fossimo gli unici - ma proprio gli ultimi degli unici - sopravvissuti, per la continuazione della specie.
Non senza rammarico.


Certi complimenti che a me lasciano impassibile, con lei fanno presa.
Io minimizzo, lei esalta.
E approfondisce.
Serve specificare che questi approfondimenti, dopo un po', finiscono tutti nello stesso modo?
Male o malissimo?
Con imbarazzi vari quando ci si incontra tutti insieme, e quel chiacchiericcio che in provincia non riesce proprio ad essere messo a tacere, e con il quale ci si informa sugli intrallazzi altrui.


Per qualcuna l'essenziale é trovare un uomo che abbia una posizione economica tale da potersi togliere parecchi vizi e sfizi.
C'è un'altra che conosco che, guarda caso, frequenta solo ragazzi benestanti.
Che strano...
E strano che chi la frequenta non abbia il minimo dubbio sul fatto di avere un fascinoso portafogli pieno, pronto a soddisfare la fame altrui, e ben pochi ulteriori argomenti.


Per altre é importantissima la forma fisica, quanto ci si cura, quanto si vesta alla moda.


Per me è un po' piú complicato.
Continuo a non volere un poveraccio, ovvero uno di quelli che nella vita non ha mai combinato nulla, fosse anche ricco di famiglia.
I soldi e i patrimoni si disperdono, si esauriscono, vengono sottratti dal tempo e dalla disonestá altrui.
La capacità di lavorare non te la puó togliere nessuno, invece.
Ed é questo che in generale guardo e apprezzo.


Ho studiato molto, penso di essere poliedrica, versatile, non esattamente una stupida, e non trovo certamente accattivante intavolare monologhi con uomini che mi ascoltano senza interagire alla pari.
Li trovo noiosi.
Anche i pigri sono noiosi.
E gli ipocondriaci.
E quelli che parlano troppo o troppo poco.
Gli inopportuni.
I violenti intrattabili e viziati.
Gentaccia, da non accostarcisi nemmeno per sbaglio.


E vogliamo parlare della forma fisica?
L'addominale scolpito continua a non togliermi il fiato.
La forza mi impressiona, quella si.
E quella prescinde da quanta palestra si faccia, un giorno si, un giorno no, ma anche un'ora al giorno, o due, tra pesi e corsi pompa-muscoli.


Rileggendo, mi rendo conto che i miei criteri di scelta continuano ad affinarsi nel tempo.
E che proprio oggi pensavo di nuovo di prendere un gatto.
Decisamente piú equilibrato e soddisfacente dell'uomo che non ho accanto, ma che potrei avere se mi piegassi a raccogliere qualcuno qualsiasi tra quel che passa.


A me non piacciono tutti, non ci posso far nulla.
Mi piace qualcuno, ogni tanto, finché non si svela e mi annoia profondamente.
Finché non scopro che é impegnato o fa il bandito.
O che campa sulle spalle di mamma e papá.
O che ha mille intrallazzi.
E altre belle storie.


Si, l'idea del gatto mi sembra particolarmente valida.
L'altro giorno ne ho visto uno a pelo lungo, ai bordi della strada, che si infilava nella vegetazione con fare deciso e fiero.
Ho pensato di fermare la macchina, seguirlo, sottrarlo alla natura spietata e portarmelo a casa per assicurargli una vita di agi e amore incondizionato.
Poi mi sono sentita mortificata per avere pensato di interferire così nella sua vita selvatica, di condizionare la sua esistenza giá adulta, e ho tirato dritto fino a casa.


Non credo di essere ancora in condizioni di provvedere a qualcuno che non sia io stessa, al momento.
E questi pensieri sulla vita libera forse sono trasposizioni e non hanno affatto a che vedere con i gatti, ma con me stessa.


E sarà anche questo il problema.


Il fatto di essere sempre piú insofferente ai vincoli, imposti ad altri.
O a me stessa.
Da me o da altri.









FITZGERALD TI ODIO



Ho cominciato a leggere "Tender is the night" e non ho avuto cuore di terminarlo perchè non sopporto di mettere la parola fine a quella storia.
Mi tormenta leggerla e nel contempo mi cattura e mi avvince.


Ho cominciato a vedere il film "The Great Gatsby", e non voglio vedere come va a finire perché mi strazia.
Perché quella stronzeria nel farsi del male con certi sentimenti mi é propria.
Perché sono un po' una testa di Gatsby, io.


Soffro, presumibilmente, del morbo dell'immedesimazione nei personaggi che Fitzgerald ha creato.
Creature reali, perché hanno le ossa, i tendini, i muscoli contratti e speranzosi.


La vita uno se la immagina come se dovesse recare con sé in modo organizzato e puntuale, gioie, dolori e certezze varie, mentre invece le porta in modo scomposto, ingannevole, intrecciandole inesorabilmente tra di loro, e restituendole sotto forma di ricordi al cui richiamo nostalgico si cerca di resistere in eterno.


Che é poi l'equivalente del tempo che si crede presuntuosamente di avere sino al giorno della morte.


Quando anche il piú importante dei ricordi cadrá.





martedì 24 novembre 2015

QUANDO LA NOIA É TALE CHE...



... Mi preclude di conoscere piú a fondo certi uomini, devo preoccuparmi?


Mi stufano - e mi si legge in faccia - quella galanteria spiccia, quei complimenti scontati, le solite dinamiche, i messaggini.
Mi annoia davvero, tutto questo.


Dice che mi si legge in faccia.
E ciononostante, qualcuno non desiste.
Non capisco bene se per disperazione o follia, ma propendo per la seconda.


Mi chiedono se mi interessa un tipo.
Sportivo, singolo, lavoratore, un buon carattere e... anche due etti di crudo, grazie.
Come se la scelta fosse al banco frigo del supermercato, tra prodotti ben confezionati e a chilometri zero.
Biologici e altamente deperibili, da consumarsi preferibilmente in giornata.


Rispondo che mi piace intrattenermici, ha un bel carattere, ma non mi interessa.
E quindi rifilo la domanda ad un'amica comune.
Se le piace il tipo.
E mi risponde di si, che le piace molto, che ha ottime qualitá, ma lui non mostra interesse.


Al momento sono un ottimo cupido, arco e frecce appuntite a disposizione da rivolgere verso gli altri.


Tra poco raggiungo un amico per una birretta e due chiacchiere.
Ho di che chiacchierare stasera.
In realtá sempre.
Ho deciso che devo chiacchierare di meno, ma da domani, come ogni dieta che si rispetti.


E da domani comincio anche ad informarmi per prendere un'altra patente.
Quella nautica.
É da tempo che ci giro intorno e ora non posso piú tergiversare.
Mio padre ha comprato per una cifra irrisoria un piccolo cabinato da rimettere in sesto entro la prossima estate.
La vecchia barca che guidavo senza patente andrá in pensione, e non voglio dipendere da nessuno per girarci a mare.
Ergo, me tocca studiá...







lunedì 23 novembre 2015

YOU'RE A BADASS



Un saluto.
Una risposta.
Una sigaretta.
Un parlare di cose.
Un vuoi bere.
Un no.
Un fammi provare.
Un ti aiuto.
Una prima volta.
Un you're a badass.
Un prendere in braccio come fossi un fuscello.
Un lasciami che I don't trust in you.
Un sorridersi complice.
Un sopraggiungere di gente.
Un distrarsi.
Uno sgattaiolare via approfittando della distrazione.
Un rumore di passi veloci dietro le spalle.
Un dove vai.
Un aspetta.
Un ti raggiungo dopo.
Un insomma mi piaci e voglio rivederti.
Un lasciami il tuo numero.
Un forse gliel'ho lasciato sbagliato, dileguandomi tra la gente.



giovedì 19 novembre 2015

PERCHE' POI NON SI DORME PIU'



E' molto così, come è cantato, quel che penso su alcune cose.
Quasi tutto.

DEL PERCHÈ NON STO MAI SOLA E IN SILENZIO



Sono stata in un posto nuovo, stamattina.
Non dovevo andarci io, in verità.
Nemmeno ci ero mai stata.
E questa cosa mi ha stimolato maggiormente ad andarci.
E quindi il mio "sai che c'è, vado io!" pieno di entusiasmo si è tramutato in una poco entusiasmante levataccia, stamattina, data la distanza considerevole.
Ho recuperato dallo stendino le uniche calze asciutte, quelle nuove, che non avevo intenzione di usare per il lavoro, ma vabbè.
Ho infilato un vestito nero molto semplice e altrettanto serioso, e sono uscita all'alba, infagottata nella giacca.


Mi sono gustata il paesaggio sconosciuto illuminato dal sole, mentre guidavo, lasciandomi la coltre di nebbia alle spalle.


É cosí bello lasciarsi condurre dalla strada e da quello che colpisce gli occhi.
Cogliere l'occasione del lavoro per vedere un posto nuovo.


Ho conosciuto un tipo molto carino, sul lavoro, che mi ha offerto la colazione.
Gli avevo chiesto un'informazione, poi una chiacchiera tira l'altra, e ci siamo ritrovati al bar.
Ci siamo scambiati un contatto per ragioni di lavoro e di cortesia.
Mi piace quando capitano queste cose.


Perchè è vero che sono sola, ma non lo sono mai, sul lavoro come nella vita privata.
Stabilisco costantemente contatti.
Ed è altrettanto vero che ogni giorno conosco persone nuove e frequento persone che conosco giá, e che potrei sceglierne uno a caso da portarmi a casa, talvolta.
Spesso.
Sempre?
Chi lo sa, magari pecco solo di presunzione.
La tentazione, in ogni caso, non mi sfiora mai.
Anzi, mi sdegna l'idea, al momento.
Mi diverte annotare di incontri e proposte e ammiccamenti qui, ma dal vivo distolgo l'attenzione senza fatica, perché si tratta di persone che non mi interessano.
Me le dimentico in fretta.
Le rimuovo.
Ho rimosso anche una limonata, di qualche mese fa, me ne sono accorta l'altro giorno scorrendo i contatti su whatsapp.
Sará che preferisco la spremuta d'arancia fresca, ecco.
Sará questo.
Oppure che è stata una cosa talmente insignificante che non l'ho nemmeno registrata.























mercoledì 18 novembre 2015

FINALMENTE UNA STORIA NUOVA



Un'amica ha conosciuto un tale a lavoro.
Tanto un bravo ragazzo, lui.
Lavoro nuovo, vita nuova, cittá nuova, un nuovo amore.
Sono stata contenta di sentirla contenta.


Finchè non è accaduto qualcosa di strano.
Qualcosa che le mie orecchie, davvero, non hanno mai sentito.
Ed immagino nemmeno le vostre.
Anzi, ne sono sicura.


Dopo essersi frequentati e visti quasi ogni giorno, ore splendidamente spese, lui si è stranito.


Non è lei, è lui.
Perchè lei è fantastica.
Solo che lui forse non è pronto per una relazione.
Perchè sai, da che si è lasciato con la ex...
Ed è anche vero che peró, poverino, soffre all'idea di perderla, perchè la frequenta con piacere.


Mai sentita una storia del genere.


Dice che lui si è posto, in principio, in un altro modo (maddai, sul serio? Che strano...).
Che questo cambiamento repentino l'ha sconcertata (che strano rimanere interdetti di fronte a questi comportamenti, come è possibile?).


Quello che mi domando è: se ti interessava solo una scopata, a cosa ti serviva tutto il contorno?
Te la saresti goduta di meno sapendo di essere trattato come uno sfogatoio per ormoni femminili?
Te la saresti squagliata con la coda tra le gambe se il gioco fosse stato ad armi pari?
Dillo da principio che cerchi solo un'alternativa alle seghe.
Non c'è nulla di male.
Non fingere di essere l'uomo che non sei.
Non tutti i maschi nascono per diventare uomini, molti non ci arrivano nell'arco di una vita!
Perchè cercare una donna quando un confronto proficuo e alla pari puoi averlo giusto con la mano attaccata alla fine del tuo braccio?





martedì 17 novembre 2015

CIAO, CHE FINE HAI FATTO?



"Sono circa due mesi che non ci vediamo. Come stai?"
"Bene, è che sono stato impicciato... mi sto rivedendo con S... i soliti casini"
" E quindi lei non vuole che mi vedi perchè sono amica della tua ex?"

Silenzio.

"... Si. Si infastidisce..."
"Immagino che non sia l'unica cosa che la infastidisce"
"E' che è complicato... sto cercando di far funzionare le cose..."
"E ti sembra ragionevole comportarti così?"
"Io lo so che tu mi capisci... Sai come stanno le cose..."
"Si, ma mi dispiace che non ci vediamo"

No, le cose non le mando a dire in genere.
Salvo quando non voglia rendere scenografica la cosa.
Allora scelgo con accuratezza il nuncius che provvederà a recapitare il messaggio nei termini che mi sono prefigurata nella mente.
Non con lui.
Glielo dovevo dire a voce, perché mi sento davvero offesa da questa situazione.
E davvero, come si fa a campare così?
Dentro una gabbia fino ad esplodere dentro o fuori?

NON POTREI STAR MEGLIO


Perché sono viva e ho voglia di vivere.
Perché sono giovane e in forze, e tanto.
Perchè sono ancora curiosa di conoscere e imparare cose nuove.
Perchè ho due mani per suonare la chitarra e la voce per cantarci sopra in almeno tre lingue.
Quattro, se consideriamo il modo strampalato in cui canto Garota de Ipanema.
La comprensione dello spagnolo che ho da italiana e quelle dieci espressioni e parole che conosco dovrei menzionarle, o vanno da sè?

Perché questi pensieri che mi danno così tanta noia, sono sintomatici della vivacità del mio intelletto
Si, beh, concedetemelo, sono vivace.
Per iscritto e dal vivo.
Probabilmente dal vivo un po' di più.
Qui sono carta di pixel colorati, inchiostro composto di cristalli liquidi, materia non materia, eterea ma consistente.
Pesante, pure, talvolta, lo ammetto.
Una rottura di palle costante, considerata la frequenza con la quale scrivo.

Possibile che chi mi legge non si annoi?



«Scrivere significa aprirsi a dismisura; perciò uno che sta scrivendo non sarà mai solo abbastanza, e mentre scrive non ci sarà mai silenzio abbastanza intorno a lui, e la notte non sarà mai notte abbastanza».
Franz Kafka, “Lettere a Felice”




IMBARAZZI SERI



Ogni tanto certi insospettabili fanno cose che mi lasciano perplessa.


Questo tipo qui è un insospettabile di quelli seri.


Tanto carino, ma proprio tanto, come persona anche, lo conosco da un bel po'.


Ci siamo rivisti che era del tempo che non capitava e... Beh, gli ho chiesto se mi aspettava per un caffè.
Una cosa amichevole.


È capitato di nuovo.
Non ho fatto nulla di che.
"Caffè?", ho proposto.
"Ti raggiungo" la risposta.
Mi ha intravista che ero di corsa e mi ha mandato un messaggio, e di lí ho pensato semplicemente di avere trovato compagnia per la colazione che non avevo fatto.


No, non è vero.
Ho sorriso mentre leggevo.
E anche quando mi ha scritto di si.


Al bar mi dice che voleva mandarmi un messaggio tramite whatsapp, e che quando ha visto la mia foto profilo (una foto stupida*) ha, in sostanza, desistito.


"Il tuo fidanzato non è geloso che hai messo questa foto?", domanda che mi sento spesso rivolgere, declinata nei modi piú fantasiosi, per estorcere informazioni sulla mia situazione sentimentale.


L'ho informato che non c'è un fidanzato, cedendo al gioco e facendo la finta tonta.


E che la foto è banale, nulla di che.


Ha aperto la foto e me l'ha mostrata, con uno slancio che non ho capito.


Mi sono guardata negli occhi che sembrava dicessero "che sta succedendo qui?".


Ho provato un imbarazzo folle.
A maniche corte sotto la giacchina leggera, ho cominciato a sudare.


Ci siamo salutati come nulla fosse.
Che se entrambi abbiamo bisogno di qualcosa siamo a disposizione.
Riferendoci al lavoro, certamente.




Sarebbe tutto molto carino e stimolante, se non fosse - guarda un po' - un uomo impegnato.








*La foto l'ho scattata un giorno che ero in casa, allo specchio a scrutare l'occhio destro che mi faceva male. Un granello di polvere? Il trucco? Un distacco della retina? E mentre ero lí, in tuta, versione casalinga, ho pensato che ero buffa, cosí seria, in cerca del granello di chissá cosa che stava demolendo la mia giornata libera. E mi sono scattata una foto. E l'ho messa come foto di whatsapp. Per ricordarmi che a mettermi fuori gioco sono talvolta delle cose infinitamente piccole e insignificanti.
Sono contorta, lo so.




lunedì 16 novembre 2015

UNA SPINACINA



Tra poco rientro a casa e so che la troverò gelida e silenziosa.


Gelida anche perché ho lasciato un paio di finestre aperte.
Le lascio aperte anche in pieno inverno, mi piace così per una serie improbabile di ragioni che preferisco tenere per me.


C'è una spinacina in frigo, la mia cena, che il forno accoglierà con amore nel suo grembo caldo.


C'è un film sul pc che forse vedró.
O forse un altro.
Quale dei due?
La scelta, come la visione, mi è praticamente indifferente.


C'è un camino che, viste le temperature, è ancora spento.


C'è un letto nel quale occupo due posti, e dove talvolta uno dei due è occupato dai cuscini.


C'è un blocco dove appunto a penna le mie canzoni, ed un pezzo che vorrei terminare, ma mi sale la rabbia quando comincio ad intonarlo.


Quando arrivo al numero che individua l'estensione temporale di certe cazzate che ho fatto e rifatto ad oltranza.


Ci sono i rumori molesti del vicinato, le questioni irrisolte con me stessa e con il resto del mondo che fanno altrettanto rumore.


La rabbia che contengo amabilmente senza riversarla sul prossimo.


C'è la solitudine alla quale mi abbraccio scomodamente ogni sera da un bel po'.


C'è quell'amico che vorrei sentire per uscire fuori a bere una cosa, ma il suo punto di vista sugli attentati in Francia e sull'islam ed il terrorismo mi indispone, e mi passa la voglia di chiamarlo.


C'è che mi sono seriamente stancata di essere (e non di sentirmi, come dice un amico, perchè è una questione assoluta e non relativa) una mosca bianca, in questa piccola e popolosa comunitá flagellata dal lavaggio del cervello mediatico e dalla mancanza assoluta di senso critico.


Come posso pensare di trovare un uomo quando spesso ho difficoltà a trovare una persona dotata di buon senso con cui scambiare una chiacchiera?


E quindi, spinacina, radio, chitarra, film diventa l'unico programma plausibile per la serata.







I'M A SMILER



Se il mio sorriso alleggerisce l'aria, se stempera le tensioni, se induce ad un'apertura del mio interlocutore, e a una maggiore disponibilità nei miei confronti, probabilmente ho un dono.


Non posso lamentarmi dei benefici che mi derivano dal sorridere nè credo oggi di poterne fare a meno.


Lo vedo negli occhi delle persone, nel sorriso che di riflesso sortisco, nel modo in cui gli occhi si addolciscono.


Lo vedo dalle foto.


Se dentro divento di pietra ogni giorno di piú, fuori sembro panna montata.


Sono fatta di questo, di inspiegabili contraddizioni.


E a me la panna montata nemmeno piace.

sabato 14 novembre 2015

L'11 E IL 13



E quando l'unica cosa che ti frega sapere è se una persona su tutte, malauguratamente, era lì.
E se è ancora viva.

venerdì 13 novembre 2015

DI MARGHERITE STROPICCIATE


L'ABITUDINE DIFFUSA AI COMPORTAMENTI SPIACEVOLI



Abbiamo tutti angoli da smussare, atteggiamenti pessimi, difetti.

Mi turba, però, il dilagare di certi comportamenti identici a se stessi, in persone diverse, in ogni tipo di ambito.

La necessità di sminuire costantemente quello che altri fanno bene.

E la presunzione di sentirsi migliori in ogni caso, per principio.

Utilizzare certe parole con un'accezione negativa, per categorizzare ed offendere, svelando la precarietà e la grettezza della propria formazione personale, peraltro.

Ad essere stronzi, indelicati, maleducati, a rendersi sgradevoli, ci vuole davvero poco.
Se non lo trovassi mortificante per la mia persona e alquanto squallido, mi presterei a questi giochi poco divertenti.
Però, appunto, non mi divertono.






giovedì 12 novembre 2015

LUI A TE CI TIENE MOLTO



Cosí si è espresso un amico comune, stamattina, riferendosi al tipo impegnato.
Del resto, considerate le esternazioni che fa di fronte agli altri, è questa la sensazione che trasmette un po' a tutti.


Mi sono sentita presa contropiede.


Ho risposto, fuorviante, dicendo come l'ho conosciuto e da quanto tempo.


In realtá non sapevo cosa dire.


So solo che me ne voglio tirar fuori, perchè ci sto scomoda, in questa situazione.


Perchè non è amicizia, questa.


A meno che io abbia completamente frainteso tutto, e in tal caso sarei una cretina.


E mi pesa sostenere questo tipo di dubbio.


Per cosa poi?


Davvero, cosa?


Non mi interessa a tal punto da insistere e litigarmelo con un'altra donna.
Non mi interessa che risolva, prima o poi, le sue indecisioni.


E non mi va che mi faccia terra bruciata attorno.
Io non ho un uomo al quale tornare, dopo che ho visto lui, sono libera di conoscere ed intrattenermi con chi mi pare.


E non mi va che mi stia addosso e lasci ad intendere che ci sia qualcosa di piú di un'amicizia, se è solo questo che puó offrirmi.


Non sono un giocattolo, sono una persona.







mercoledì 11 novembre 2015

VELOCISSIMAMENTE I GIORNI...



... scorrono via, che siano i giorni di una settimana, di un mese, di quest'anno, degli anni che lo hanno preceduto.

Scorrono rapide le età, che ieri erano adolescenti, ed oggi sono adulte loro malgrado.

Fluiscono, nonostante il peso, i pensieri.


Sono uscita per una birretta, ieri, e alla fine mi sono ritrovata con persone nuove ed altre che non vedevo da un po'.

Nuove situazioni, nuove combinazioni, nuove opportunità.

Il fil rouge, ancora, la musica.

E vecchi legami che si sono dissolti nel tempo.

Fili che si sono intrecciati sino a spezzarsi, e che oggi si riannodano in modo diverso.

Ed io tendo le punte spezzate, e le divido ulteriormente, per dare loro la possibilità di annodarsi all'infinito ancora e ancora, in modi che non ho ancora immaginato possibili.



martedì 10 novembre 2015

SULL'USO DELLA FEMMINILITÁ



Un'amica, piú giovane di me, mi ha detto di aver rinunciato a vestirsi in modo femminile per essere presa maggiormente sul serio sul luogo di lavoro.
Per non suscitare commenti inutili, per far risaltare maggiormente il proprio operato, in luogo della propria persona.
Una sorta di autocastrazione, che ritiene necessaria per farsi prendere sul serio.


Un uomo, ieri come oggi, puó scegliere se indossare abiti classici o piú casual, ma, sul lavoro, questa scelta legata prettamente all'apparenza non pregiudica la qualitá del suo operato agli occhi degli altri.
La sua professionalitá non è messa in dubbio.


Una donna che fa il mio stesso lavoro, che ho incontrato di recente, notoriamente poco reticente quando si tratta di intraprendere - anche quando il contesto è professionale - discorsi che hanno attinenza alla libertá con la quale dice di vivere la propria sfera sessuale, veste sempre in modo molto provocante.
Abiti attillatissimi, tacchi altissimi, sguardo ammiccantissimo, falcata da femme fatalissima.
Troppo aggressiva, secondo qualcuno.
Una pseudo aggressivitá, io ritengo, perché non reale.
Stereotipata.
E volgarotta.
Si sente una donna in carriera, non ha problemi a lasciar intendere in che modo abbia fatto tanta strada, e sente la necessità di ostentare tutto questo.


Quando ho cominciato questo lavoro vestivo in modo molto classico, e vagamente androgino, se vogliamo.
Avevo delle perplessitá simili a quelle espressemi dalla mia amica, e per non sbagliare adottavo uno stile sobrio.
Uno stile che peró non sotterrava la mia femminilitá, ma a suo modo la esaltava senza sfacciataggine.
Oggi e da un po' mi concedo vestiti decisamente piú femminili, ma mai sopra le righe.
I commenti fastidiosi sono immancabili in ogni caso.
I pregiudizi legati all'apparenza di una donna sono molto piú meschini ed insidiosi di quelli riguardanti gli uomini, e non ne vanno esenti nemmeno le donne tra loro.


Eppure, per quanto sia intollerabile sostenere lo strisciante maschilismo che serpeggia in certi ambienti di lavoro, non intendo soffocare la mia femminilitá in alcun modo.


Chi si sofferma su certe apparenze, si scontra con l'effettivitá dei fatti.
Ed una professionalitá che non ha nulla a che vedere con il fatto di essere uomo o donna.

MORDERSI UN LABBRO...



... Durante la notte, svegliarsi con la bocca dolorante e non capire.
Fare il solito tragitto camera da letto e scorgere nello specchio del bagno la sproporzione del labbro rispetto alle dimensioni solite.
Dolore.
"La bocca mi serve per lavorare, cazzo...", penso.
Mi sono masticata almeno altre dieci volte la carne viva, per sbaglio.
E piú si gonfia, piú per sbaglio finisce tra i denti.
Dolore atroce.


Per stasera la trasformazione nella Parietti sará completata...

lunedì 9 novembre 2015

UN ALTRO CADUTO



Un altro di quelli che la fidanzata ha deciso che deve cancellare esseri di sesso femminile - anche dette "amiche" - dalla propria esistenza.
Serve a far funzionare la relazione.
E lei, poverina, ha delle insicurezze, va compresa.
Va assecondata.
Altrimenti crolla tutto.
Non devono esistere rivali nemmeno potenziali.
Deve essere l'unica, e per esserlo deve fargli terra bruciata intorno, perché altrimenti lui sceglierebbe altro.


A distanza di tempo, questi uomini sono costretti a vivere di nascosto vite parallele, con l'ansia di essere scoperti.
O che succeda la terza guerra mondiale per un caffè di cinque minuti con un'amica che non si vede da tempo.
O un amico, pure.
Quando non esplodono commettendo gesti inconsulti.


Solo a distanza di tempo, si rendono conto di quanto siano oppressive e morbose certe relazioni.


Forse sono l'unica a cogliere il lato ridicolo di questa situazione, che a dire il vero mi fa anche tristezza.


Soprattutto perchè credevo che questo amico avesse un po' piú di buon senso.



CI TENGO A VEDERTI



Voglio vederti, avrá pensato.
Non importa quel che vuoi tu, ma quello che voglio io.
Quindi mi faccio dare il numero da un amico in comune e ti dico che mi sono informato su dove sarai e che voglio raggiungerti.
Cerco di metterti all'angolo prima che tu possa dirmi di no.
Ti incastro.


E dunque, molto diplomaticamente, ho risposto:
- sono ancora in viaggio, e non so davvero per che ora arrivo;
- sono con un amico e ci resteró anche la restante parte del tempo;
- se vuoi venire, sei libero di farlo, ma io saró lí perchè ho da fare, non per fare conversazione.


Ha desistito.


"Gli avevo detto che non era il caso, ma ti voleva vedere a tutti i costi...", dice l'amico in comune che gli ha dato il numero.


No, non era il caso.


E nemmeno che avesse il mio numero personale.





DI TUTTE LE MIE COSE



Nel week end appena trascorso ho concentrato diverse cose.
Le mie cose, quelle che mi piace fare.
Volevo star sola, ma ho viaggiato tutto il tempo in compagnia.
Sono stata ugualmente sola, considerato che la compagnia che mi si affianca resta chiusa nel proprio mondo mentre si affaccia sul mio.
Come fossi una vetrina nella quale viene intravisto qualcosa di piacevole, finchè l'occhio non viene distratto da altro che piace ancora di piú, fino a soffermarsi sul riflesso nel vetro, e a rimanervi impigliati.


Quel che sono è tutto ció che posseggo, ma la curiosità non riesce a convincere nessuno a varcare la soglia ed entrare.
Come se fosse preferibile osservare attraverso uno schermo invece che da vicino.
E se fossi un corpo bianco sotto formalina, sarebbe l'atteggiamento corretto, ma la mia carne è viva e porta ancora un po' del colore del sole che ho preso in estate.


Sto vivendo di ricordi, perchè non riesco a crearne di buoni nuovi.


È questo che sto facendo?


Ho avuto da riflettere tanto, questi giorni, e la conclusione - la solita, da un po' - è che non ne vale la pena di sprecare pensieri per questioni inutili e prive di senso.


Quel che ha senso, invece, è il viaggio che sto per fare.


E l'altro che faró poco dopo.


Che di restare impantanata qui non riesco a farmene capace.







venerdì 6 novembre 2015

UN NODO STRETTO



Rientrando da lavoro ho chiamato.
Mi andava di fare un saluto a voce.
I piani di vite pregresse si sovrappongono a quelli attuali, in modo piú o meno consapevole.
Il programma del week end è fatto, e non c'è nulla che debba o possa pregiudicarlo.
C'è un nodo stretto che non riesco a sciogliere, e ci fumo su.

giovedì 5 novembre 2015

DI VITA SOCIALE E DI ESCLUSIVE



La mia incredibile (ah, maledetta socievolezza!) vita sociale ti disturba?


Ti secca condividere il tuo tempo con me nel tempo che io dedico agli altri indistintamente, laddove gli altri sono amici e conoscenti?


Vuoi l'esclusiva, è questo che mi induci ingenuamente a leggere tra le righe?


Mi spiace, ma per l'esclusiva ho bisogno di una richiesta specifica, di una richiesta seria, di una richiesta esclusivamente diretta a me.


Non a me nel mucchio nel quale spari indistintamente, se lo fai.


Non a me ed alla tua ragazza, contemporaneamente, se è ancora la tua ragazza.


E a giudicare dalla tua foto profilo di coppia, lo è ancora.


Non voglio cacciarmi nei casini per sciogliere dubbi esistenziali di altri.


Non voglio tenermi in equilibrio sulla punta del coltello di cui altri tengono il manico.


Che il mio sangue scorra sin sulla mano che lo regge e la macchi in modo indelebile, sono mere controindicazioni di prevedibili conseguenze.


Di cui oggi, se non sono proprio una stronza nei confronti di me stessa, voglio tenere conto.


Perchè è il mio sangue, quello che scorre.


E me lo tengo caro, e non lo vendo per meno.





COSE CHE PROPRIO NON MI MANCANO



Non ci sentivamo da un po', con lei.
E' una delle persone più adorabili che conosco, e le voglio bene, ma abbiamo ritmi diversi, e ho abbandonato da tempo la cricca comune di amici, di cui fa parte anche il fratello, che di adorabile ha giusto il cane.
Anche lui non lo vedevo da un po', e al cancello di casa ha cominciato a guaire come un cucciolo, scortandomi poi sino all'ingresso e spintonandomi in cerca di coccole.
Parlo del cane, se occorresse specificare.

Insomma, la mia amica ha perso il telefono, ed io non lo sapevo, e le ho scritto su whatsapp.
E lei mi ha risposto su fb un'oretta dopo.
Ho pensato fosse strano mi rispondesse lì.
In realtà, il mio messaggio non le è mai arrivato.
Siamo telepatiche.
"Sono senza telefono...", mi scrive.
Le propongo una birretta al solito locale.
"Ti citofono, come si faceva un tempo", per ovviare al problema degli squilli e dei messaggi che confermano l'appuntamento e preavvertono dell'arrivo e di eventuali ritardi.

Lei, che ha un ragazzo, ha i soliti problemi che si hanno quando si è in coppia.
Ascoltandola mi sono sentita leggera.
Non l'ho invidiata.
Il lato positivo dell'essere single sta nel fatto di non essere gravati e affaticati da certe questioni.
"E tu?", mi chiede.
Sono diversi mesi che me ne sto da sola.
E mi pesa meno di quanto mi peserebbe accompagnarmi a qualcuno solo per non stare da sola.
E' una questione di scelte.
Scegliere di annoiarsi e spegnersi con una persona sbagliata, invece che divertirsi e vivere confidando di poterne incontrare una più adeguata ai propri gusti e alle proprie esigenze.
Magari non accadrà mai quest'incontro.
Debbo quindi lasciarmi scoraggiare dalle ipotesi negative e piegarmi a scelte che, ancora oggi, non credo siano fatte per me?
Debbo ridurmi all'infelicità con qualcuno che non amo, perché stare da soli è faticoso?
Per me è più faticoso il contrario.


mercoledì 4 novembre 2015

ROSSO COME...


... Il rosso che sto passando sulle unghie.
In realtà lo rinnovo, è da circa dieci giorni che lo indosso, e non mi stanca.

Quanto è magnifico, sempre, Hendrix, anche in acustico?


martedì 3 novembre 2015

DI CHI E' QUESTA SCRITTURA?



"Cazziatone in arrivo, come al solito", ho pensato.

Ho detto che era la mia e che sono cosciente di quanto susciti disapprovazione, ma non mi va di correggerla.

"No no, anzi. Non era un rimprovero. E' bella...", ha detto.

Ah.
Vabbè.
Grazie.

Qualcuno che apprezza l'arte dimenticata dei geroglifici, ogni tanto.


DOVREI RAGGIUNGERE DELLA GENTE... PERO' NO.



Ho appena finito di cenare e l'appuntamento è praticamente ora.
Certo, se arrivo alle 22,00 non si offende nessuno.
E anche se non vado proprio e resto a casa a dormire.

Oggi sono tornata a ora di pranzo, mi sono fermata dai miei e sono crollata sul divano.
Essendo a maniche corte, mi sono appoggiata il cuscinone addosso per scaldarmi nel sonno.

"Ma non devi andare a lavoro, oggi?", sento dire da una voce lontana.

Ha risposto il gatto per me, miagolando sommessamente e stiracchiandosi.
Che quando devi andare via e tuffi le mani nella pelliccia sembra ancora più morbido e coccoloso di quel che è.
"Devo andare, però fatti stropicciare un altro minuto", ho pensato.
Lo penso sempre.
I gatti, del resto, sono creature meravigliose ed io li venero, non ci posso far nulla.

Credo che faccio il pacco e resto a casa, stasera.
Decisamente.
Se non dormo collasso.
E voglio arrivare pimpante al week end, perchè ho da fare troppe cose.
E chissà quante altre ne usciranno fuori che non sono messe a numero.


THE WALK



Lui è uno dei miei attori preferiti.
Non sbaglia un colpo, con i film che sceglie.
La storia é accattivante.
L'amico fotografo, molto francese, è anche molto figo, una gioia per gli occhi.
La fotografia é all'altezza delle belle recensioni che ho letto.




Se il gruppetto di maschi di mezza etá in libera uscita non avesse rotto i coglioni vociferando buona parte del tempo, sarebbe stato ancora piú piacevole assistere al film.

lunedì 2 novembre 2015

LA PUNTUALITA'



"Sono pronto", dice.

E' passata mezzora.
Ho finito mezza tavoletta di cioccolato e sto sentendo i miei amatissimi Verdena in radio, che suonano dal vivo, a Roma, mentre io sto incatenata nell'estrema provincia maledetta che non sta a due passi dalla capitale, e durante la settimana mi restano preclusi spostamenti notturni di questa portata.

Io sono pronta, intanto.
Ho tolto la giacca, tanto già lo so che arriveremo al cinema ad un soffio dall'inizio del film.
E la tavoletta di cioccolato sarà bella che finita...

Perchè gli uomini non sono mai puntuali?

NELL'ARIA



C'è qualcosa di natalizio, già, nell'aria.
Quell'atmosfera classica che prelude alla festa.
La sensazione che qualcosa di bello possa accadere da un momento all'altro.
Sento un'elettricità che solo in parte mi appartiene, e che percepisco anche nell'aria che respiro e nella quale sposto queste membra ogni giorno meno stanche.

Non trovo il tempo di fermarmi, e non riesco, comunque, a fare tutto.
E tutto quello che mi passa per la testa, contando sulle energie inesauribili che non ho.


CI PROVEREI CON TE, STASERA...


No.
Fermiamo qui la cosa.
No no no.
NO.

Mentre arrivo al parcheggio si scusa e precisa che stava scherzando e che non voleva mettermi a disagio.
Tranquillo, non ho problemi a gestire certe cose.
Al più mi defilo.

Mi sono messa in macchina e non so perchè mi è venuto in mente un vecchio pezzo napoletano, del periodo sociale, un po' dub, in dialetto, che tradotto significa "fuggi di qua, fuggi di qua..." e mi è scappato il solito piede sull'acceleratore.
Io ho un problema e lo so (e se lo sai, batti le mani... scusate, sto in fase ubriachezza molesta e in smaltimento solitario davanti al pc, nel letto).

Gran bella serata, però.
Mi piace la gente che si lascia travolgere.
Quella che viene ad alcolizzarsi con me senza battere ciglio, senza opporre resistenza e scuse banali del tipo  "è tardi", "ho bevuto troppo", "devo rientrare a casa", "domattina ho la sveglia presto", "sono ASTEMIO".

Nel contempo, un tipo si è impazzito, ed io lo so (e se lo sai, batti le mani... perchè mi viene in mente questo pezzo?) o credo, forse, di saperlo, perchè, che ogni volta che beve e lo incontro in qualche locale fa questo.

Ha scippato il microfono di mano al dj per farmi una sorta di saluto, nel locale.

Volevo sotterrarmi per la vergogna.

E ho preferito sgattaiolare fuori dal locale invece di andare alla consolle ("alla consolleeeeee...": no vabbè, basta) e inchiodarlo contro il muro davanti a tutti.

Io ero uscita, stasera, solo per fare un giro...
E comunque sono tornata a casa da sola.
Che di tornare in compagnia non ho ancora voglia.
Non di questa compagnia.

Sono volubile e contraddittoria come mai, e non mi spiego il perchè.