mercoledì 13 gennaio 2016

BORSINE VINTAGE





Sono uscita presto da lavoro, ho spicciato una rogna per telefono, mentre rientravo a casa, e nel contempo ho agevolato un mio familiare stretto su questione analoga, tirandomelo dentro la faccenda.


A stretto giro formalizzo il tutto e posso asciugare la fronte imperlata di sudore freddo per il grattacapo.


Considerato il sollievo che mi sono guadagnata, mi sono precipitata al mercatino settimanale del paesello accanto al mio, per fare un giro tra le bancarelle.


Talvolta trovo dei pezzi di stock (ho la taglia dei manichini) o di scarto per via di difetti impercettibili, a quattro soldi, ancora con il cartellino attaccato vicino.


E poi ci sono le bancarelle del vintage, soprattutto per quanto riguarda le borse.


Roba da lasciarci gli occhi.


Almeno per chi, come me, adora la pelle consumata dal tempo, e modelli fuori dal mercato che peccano vistosamente di originalità e bellezza.


E quindi ho portato a casa una vecchia borsina Prada di pelle, sui toni del senape, adorabile, una della Furla, ed una pochette nera ben fatta, ugualmente di pelle, molto sobria e maneggevole.


Ho preso anche tre borse per mia madre, tutte rigorosamente in pelle, una delle quali prenderó in prestito, prima o poi.


Per la modica cifra di 17 euro ho quindi portato a casa, a mezzogiorno, 6 borse.


Se la matematica non é un'opinione, a parte l'aver fatto un grande affare, mi ritrovo piena di borse.


Cazzo ci faró mai con tutte queste borse?


Le distruggo.


Come i vestiti.


Tutto quello che uso mi si autodistrugge addosso.


É per questo che evito di spendere una follia per ció che indosso.
A parte ragioni che affondano nella mia personale etica del consumo.


Eccolo il mio consumo responsabile.


Il vintage, il riciclo, l'unicitá delle cose.


Il fatto che una borsa abbia resistito così tanto nel tempo, é indice della sua qualitá.


Il fatto che il modello sia ancora attuale, la rende eterna.













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