venerdì 8 gennaio 2016

IL PRIMO GIORNO CHE RIPOSO



Messaggi di lavoro, incombenti casalinghi di una casa che non é mia, sogni appiccicaticci spalmati sui pensieri.


Questo il risveglio.


Ieri ho avuto di che pensare, mentre camminavo.


Non voglio uomini dalla moralitá barcollante, accanto.


Non voglio uomini spilorci e poco ambiziosi, al mio fianco.


Il che restringe notevolmente il campo, e mi induce a mettere da parte gli appuntamenti che mi aspettano al rientro.


Cosa me ne faccio degli occhi belli e di brillanti conversazioni, se poi mancano argomenti basilari?


Come potrei avere fiducia di un uomo che non si fa problemi a mentire alla propria donna e con tale leggerezza?
Ad essere scorretto senza difficoltà, senza - apparentemente - troppe remore?


E come puó convincermi uno che é maniacalmente attento a non sperperare denaro?
A me piace la gente generosa, perché io lo sono, e mi fa orrore la tirchieria, che combacia sempre con una certa tirchieria nei sentimenti, pure.


Debbo quindi degradarli a materiale disponibile per potenziali avventure.


Che bello...


Per chi sopravvive di sentimenti sbiaditi, probabilmente, é la normalitá.


Per me la normalitá sono le grandi passioni.


La mia vita sinora é un romanzo.


E continuo a non avere voglia di trasformarlo in uno scadente racconto di due righe.





2 commenti:

sara-sky ha detto...

ti lascio qui una poesia di Alejandro Jodorowsky:

si no me amas no es mi problema, es tu problema

;)

.come.fossi.acqua. ha detto...



Adoro quel personaggione di Jodorowsky! :)))