mercoledì 12 ottobre 2016

DI COME RINGRAZIO LE PERSONE E DI COME PRENDO IL CAFFE'


Me l'hanno presentato degli amici in comune tempo fa, e subito ha aderito al mio progetto.
E l'ha sostenuto, fino alla fine.
Mi ha dato fiducia.
Non ci guadagnava nulla.
Ci ha guadagnato un contatto qualificato con me.

Condividiamo un percorso in parte simile, in settori lavorativi differenti, ma in qualche modo affini.
Ha qualche anno meno di me, ha fatto la gavetta, è tornato al paesello e si è rimboccato le maniche, senza avere sponsor alle spalle.

E' da un po' che non lo vedo e non lo sento.
Stamattina, qualcuno mi ha fatto il suo nome in riferimento ad un lavoro che potevo scegliere di far fare ad altri, ma che ho preferito facesse lui.

Perchè il sostegno che mi ha dato non me lo sono scordato, e mi sembra giusto sdebitarmi in questo modo.

Perchè mi piace creare un circuito di interscambio professionale con chi si dimostra valido e disponibile, e si rimbocca le maniche invece di elemosinare il potere dai politici locali, o lo ruba per raccomandazione a chi lo merita.

Perchè è questo il modo in cui vorrei la collettività tutta funzionasse, dandosi supporto invece di pugnalarsi alle spalle per invidie stupide.

Darsi da fare, purtroppo, non è da tutti.


Mi ha anche chiamata per ringraziarmi e organizzare questo lavoro, nel pomeriggio.
E dandomi anche un suggerimento validissimo che mi fa risparmiare tempo e soldi che altrimenti avrei buttato via.

Sono quindi tornata a lavorare con un piccolo sorriso, oggi.
Con questa colonna sonora qui, che attraverso la musica mi arrivano i raggi del sole che oggi vedo dalla finestra, perchè sono incatenata ad un pc, con la tazzina del caffè verde vietrese spaccata da un lato, ultima della serie, che non riesco a buttare.
Sono una fottuta nostalgica.
E nel calderone di questa nostalgia, ci sono anche tazzine scheggiate, testimoni di amori andati in frantumi, che ancora uso.
Anche se poi il caffè un pochettino filtra, se non lo bevo subito.
Mi cola sulle dita, perchè io le tazzine le reggo in modo strampalato, quasi mai dal manico.
Che se le reggessi dal manico sarebbe tutta un'altra storia, e pure una diversa interazione fisica, che implica distanza, e mal si conciclia con il trasporto del momento in cui bevo quel sorso di caffè e stacco la spina dal mondo.

E adesso tocca già riattaccarla.


4 commenti:

Indiscreto Empatico ha detto...

Da qualche giorno rifletto sulla meritocrazia, soprattutto in merito all'ambito professionale.
I pochi che si rimboccano veramente le maniche, conoscendo anche la singola minuzia del proprio settore, sono spesso in secondo piano rispetto a raccomandati senza arte né parte.
Mi aggrego al sorriso, è così piacevole.

.come.fossi.acqua. ha detto...



Io penso la meritocrazia vada praticata, oltre che pretesa.

E far gruppo con persone meritevoli, e lavorare secondo un'etica per molti proibitiva o ridicola, o ancora, fuori dal tempo, fa la differenza.

O almeno, è quello che voglio faccia la differenza per me e per chi mi circonda.

sara-sky ha detto...

"la meritocrazia vada praticata, oltre che pretesa." Non avrei saputo dirlo con parole migliori

.come.fossi.acqua. ha detto...



vengo da un'educazione ferrea, sara... ;-))))