mercoledì 5 ottobre 2016

LA BANANA NERA


Mi piacerebbe testare la banana nera marcata sull'angolo degli occhi, e no, non sto scherzando.
Mi piacerebbe portarla un giorno a lavoro, invece dei soliti occhi bistrati blandamente di nero, o con un filo prossimo all'invisibile di eye liner.
Probabilmente, ci uscirò una sera di queste.

Ho una venerazione per Amy quanto ce l'ho per Jeff.
Sento il cuore che mi si stringe e gli occhi che si bagnano ogni volta che li ascolto.
Di quelle cose che camuffo bene, e nessuno se ne accorge.

"Tutti abbiamo una vita imperfetta", mi scrive un amico.

Non in tutte le imperfezioni si cela la poesia.




L'ultimo pezzo che preparerò per la lezione di canto è questo.
Ogni volta che lo intono, le parole prendono intonazioni e pieghe diverse.
La mia voce non ha nulla a che vedere con la sua.

Le lezioni si sono arenate per una serie infinita di ragioni.
Ho fatto milioni di cose, dall'inizio dell'anno, portandole tutte a termine.
Non ho, obiettivamente, molto tempo libero, soprattutto quando lavoro a rotta di collo.
E studiare mentre guido, facendo dell'auto la mia saletta prove, non è sufficiente.
Da un po' non riesco ad essere sola nemmeno in macchina, tralaltro.

Sono state utili, le lezioni, ma sotto certi punti di vita si pretende che mi snaturi.
Non essendo materia plasmabile, mi sono sottratta a più riprese a questa operazione.

Non ho voglia di mettermi a cantare pezzi italiani o stranieri un po' troppo pop, perchè quello è il genere che vende di più.

Non me ne frega nulla di costruire qualcosa che piace agli altri, se non piace a me.

Ripensandoci, la banana nera la posso portare alla lezione di canto.

E con gli occhi "bananati di nero" (non vi rivendete il neologismo, l'ho inventato io!) canterò la mia insuperabile imperfezione, sulla falsariga della sua.

E sospenderò lo studio del canto sino a data da stabilirsi, o a mai più.







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