lunedì 30 gennaio 2017

QUEL CHE C'E' DA FARE E NON SI FA, E NON SI SA FARE


Sarebbe tutto più semplice se ci si decidesse a fare quel che c'è da fare.
Quello che si vuole fare.
Anche quello che non si sa fare.
Sebbene non si sappia fare.
Perchè si può imparare.
Senza badare ai condizionamenti, alle necessità.
Agli altri.

Ognuno ha i suoi demoni, ma miei riposano nella cenere.
C'è fuoco che arde, ma non sono loro.
Sono io.
Sono fuoco.

E non è più come fossi acqua da un po'.
Sono solo fuoco, ormai.
Un triangolino rosso che rivolge la sua punta al cielo, come due mani giunte in preghiera.

E se la preghiera è un messaggio che aspetta di essere recapitato per essere esaudito, in qualche modo, la mia, reiterata a più riprese, non è giunta.
Non è esaudibile.
Da chi, poi?

Io non credo.
Sarà per questo che la mia preghiera non giunge.
Le mancano le ali della fede per volare verso l'alto.
E quindi rimane soggetta alla gravità, e mi resta dentro, come un macigno che spinge verso il basso, in un abisso nel quale non so precipitare.




domenica 29 gennaio 2017

IL TEMPO DIVORATO



Erano le otto e mezzo.
Il tempo di arrivare nel localino in pietra, vicino la chiesa, e di ordinare un calice di vino...
"Saranno le novemmezzo... Andiamo via", abbiamo concordato.
Le undici, invece.

Tempo divorato.

Come la fiamma divora la candela.




giovedì 26 gennaio 2017

CONTATTATORI SERIALI


Dai giovanissimi ai più attempati, costituiscono il gruppo di uomini che in modo innocuo (nella loro testa) pigiano il ditino su ogni profilo femminile che solletichi anche il più blando interesse, per richiedere l'amicizia e dare avvio a noiosissime e scontate conversazioni.

Se non rispondi, sei antipatica e antisociale.
Una figa di legno.

Se rispondi, vuol dire che ci stai (sempre nella loro testa), e cominciano a inviare messaggi a oltranza e a pretendere che tu risponda per forza.

Fa parte del gioco, questo conoscersi virtualmente.
Non si può obbligare nessuno a giocare, però.

Passare da "gioco" a "sport nazionale", però, è triste.

Ricominciare a conoscersi per strada, invece di filtrare l'approccio attraverso i social?

Ti vedono in un locale e invece di offrirti una birra, cercano il tuo contatto su fb per scriverti che ti hanno vista in giro.

Che senso ha?

martedì 24 gennaio 2017

PROMESSE CHE NON SI POSSONO FARE



Perchè, se tradotte in parole, si vanificherebbero.

Resto fedele alla mia regola, quella delle promesse non fatte, ma mantenute.

Resto fedele al mondo degli affetti senza nome, e senza categoria.

Cosa essere e cosa non essere, e quanto sia una scelta quell'essere che implica essere presenti a se stessi e ad altri.

Più o meno questi i termini esistenziali che perimetrano il problema, tra i problemi.




venerdì 20 gennaio 2017

MANUALE DI DEMAGOGIA SPICCIA IN CASO DI TERREMOTI E NEVE



Prendete una situazione preannunciata di allerta malgestita.
Presa?
Continuate a sorridere in moto fotoigienico ai fotografi che vi immortalano mentre siete impegnati a far finta di occuparvi di grandi cose.
Fatto?
Le contestazioni e le proteste che si rincorrono in rete vi disturbano il sonno tra mille cuscini?
Sono il pisello posto sotto l'ultimo dei materassi sui quale dormite (come nella nota favola della principessa)?
Pagate qualcuno affinché attraverso dei profili fake insulti e distragga l'attenzione di chiunque si permetta di contestare o segnalare qualcosa che non va.
Fatto?
Chiamateli sciacalli e speculatori, dite loro che non dovrebbero dare addosso ai soccorritori anche se nessuno sta sciacallando o speculando su nulla e nessuna critica è stata mossa ai soccorritori materiali.
Allora?
Fatto?
Corredate il tutto con articoli ad hoc.
Diffondete qualche bufala, pure, da utilizzare a vostro vantaggio.
Di quelle bufale che si possono sbugiardare facilmente, all'occorrenza.
Pubblicate "per errore" qualche foto di repertorio, spacciandola per una foto attuale.

Buttate via il manuale ora.
Siete diventati degli abili demagoghi che, attraverso i potenti mezzi a disposizione sono riusciti a plagiare gli sprovveduti con cui pensate di avere a che fare.



giovedì 19 gennaio 2017

LE STORIE DEGLI AMICI



Lui ci sta insieme da prima che lei si separasse dall'ex.
Sono anni che convivono.
Lui ha una vita sociale molto piena, lei la rifugge completamente.
Lui ha provato a coinvolgerla in tutti i modi, ma nulla.
Sono una famiglia, l'uno provvede all'altra, ma la passione si è esaurita da tempo.
Lui ha cercato di traferirsi altrove, ma è ritornato a fasi alterne sui suoi passi, perchè non aveva voglia di buttare alle ortiche una storia così lunga.
Sebbene sia finita.

E quando un amore finisce, cosa c'è da recuperare?


L'altro amico è invischiato, come il primo, in una storia che dura da anni.
Lui è un iperattivo, impegnato su più fronti a fare mille cose.
Si sbatte tanto per guadagnare soldi e metterli da parte e investirli in un'attività tutta sua.
Lei disdegna ogni tipo di lavoro per le ragioni più fantomatiche, salvo qualcosa di estremamente comodo e poco remunerativo, per far vedere che sta facendo qualcosa.
Passa la sua vita sul faccialibro, e parla per aforismi.
Cerca altro.
Telematicamente e dal vivo.
Lui ha scoperto la faccenda e ha deciso di rimanerci insieme, confidando nella risoluzione del "problema".
Il problema, invece, non si è per nulla risolto, e lei continua a cercare altro e a fingere che tutto vada bene, quando i sentimenti sono mutati.
Per non dire che si sono estinti.
Lei è infelice.
E lui pure, perchè continua ad impegnare energie per costruire un futuro con lei.
Un futuro che nella propria fantasia dovrebbe appianare le divergenze, che dovrebbe costituire il coronamento di una vita che si era deciso di passare assieme, ma che è pesante, oggi, trascorrere fianco a fianco.


Entrambi si trascinano da tempo in relazioni giunte al capolinea, con donne cui restano formalmente legati ma sostanzialmente non apprezzano.
Non amano.
Perchè i rimasugli dell'amore finito non sono minimamente paragonabili all'amore.
E se gli occhi si rivolgono altrove, c'è poco da insistere.



La scelta che feci, di non trascinarmi in relazioni che a loro modo si erano esaurite, o per cui non valeva la pena insistere, ad oggi mi sembra ancora corretta.
Mi ha dato modo di incontrare una persona, che non so quanto si tratterrà, con cui non so quanto mi tratterrò, ma con la quale non ho intenzione di trascinare nulla.
Così come è accaduto con altri.
E questo non perchè non dia la precedenza ai sentimenti, ma proprio perchè li considero sopra ogni altra cosa.
E trascinare un rapporto con una persona per cui non provo più nulla, lungi dall'essere un'assicurazione sulla vita, mi sembrerebbe un martirio intollerabile.




NUOVI LUOGHI



E sono luoghi intimi, nei quali non avevo mai messo piede.

Ho timore, ma voglio provare ad andare oltre la paura.

Abbattere gli ostacoli, come sono solita fare.

L'abisso è profondo.

Inquieta.

E' un buco nero di cui non si scorge la fine, che mi risucchia ogni energia.

Ho timore, ancora.

Non voglio mollare la presa.

Sono stanca.

Non voglio.

Però così stanca...



DI ALI PIENE DI PIUME



Il giro è costituito da una serie di tappe.
Alcune necessarie, altre per dovere, tutte le altre per piacere.
Che è  pur sempre un dovere verso me stessa quello di procurarmi piacere.
Al momento, toccherò cinque città italiane.
Luoghi che non conosco, ed altri che conosco bene e adoro.

Ho riservato ampi spazi a me stessa, anche se starò in compagnia, una parte del tempo.

Non vedo l'ora di partire.


martedì 17 gennaio 2017

IL FUTURO E IL MALESSERE


L'immediatezza delle cose presenti non dovrebbe consentire le intromissioni delle fantasticherie.
Eppure il presente è intriso dal futuro che sembra lì lì per accadere.
Ad un soffio dalle dita, ma inafferrabile.
Apparentemente statico, ma in un movimento che somiglia all'ebollizione dell'acqua, al calore scoppiettante che non consente di essere toccato, o controllato.
Ci sono malesseri, che potrebbero essere contingenti, oppure no.
Ed il dubbio, sul punto, è massacrante.
Come è massacrante il malessere inespugnabile che ciascuno di noi porta dentro, difeso strenuamente con parole ignobili.
Quanto ignobile è il malessere in sè.
Brutto, meschino, egoista.
Il che, contrapposto a tutta questa bellezza, sembra uno scherzo, o un contraltare immancabile.
Superabile?
Chi lo sa.
Magari morirà da solo per soffocamento, se riusciremo a togliergli aria di cui nutrirsi.

lunedì 16 gennaio 2017

IL BIGLIETTO CON LO SCONTO



Il primo biglietto, quello d'andata, è fatto.

Quello del ritorno, che corrisponderà al piccolo giro che ho in mente di fare, ancora no.

E' ancora tutto da immaginare.

Una borsa e la reflex saranno il mio bagaglio.

La giacca da viaggio invernale, che è una collaudata seconda casa, pure.

E un po' di spensierata solitudine.

E c.f.a., alla sua maniera.

VELENO ED ANTIDOTO



Si può essere vicendevolmente tossici.
Veleni somministrati con cadenza quotidiana, cui viene fornito, in extremis, l'antidoto.

E nel contempo si può essere, l'uno per l'altro, la boccata d'ossigeno, consumata avidamente e senza scrupoli.
Aria fresca che si contrappone ad apnee inevitabili.


E' questa la fotografia che scatto, oggi, e che consegno al mio piccolo spazio blu.


sabato 14 gennaio 2017

OCCHI CANGIANTI E FUOCHI INESPLORATI



Non so dire se ciò che apparentemente sembra cambiare, in me, sia dovuto al maturare e all'invecchiare, ovvero se si tratti non esattamente di un cambiamento, ma della emersione progressiva di qualcosa che era lì, ma invisibile agli occhi.

Ed anche negli occhi.

E' lì, nel colore cangiante.
Che prima non lo era.
O, almeno, non era evidente lo fosse.

Ciò che era statico è divenuto dinamico.

Ciò che era sopito - braci sepolte da cumuli di legna -  ora è fiamma viva.

E non desidero altro che ravvivarequesta fiamma ancora e ancora, e farle lambire il cielo.


GLI SPRUZZA GERMI



Un film dell'orrore.
Sono circondata da gente malata e moribonda.
Germi ovunque.
Gente che ha fame e che io devo premurarmi di sfamare.
Gente che ha freddo, per cui mi devo caricare la legna e accendere il camino.
Gente che non riesce a stare in piedi e a fare cose.
Gente che ha bisogno di essere accompagnata e presa.
Gente cui va fatta assistenza.
Chi non sa se andare al Pronto Soccorso e chi dice che non supererà la notte.
Chi dopo che gli hai acceso il camino apre la finestra perchè il fumo gli gratta la gola e non respira.


Mi hanno seriamente ucciso la salute.


venerdì 13 gennaio 2017

IL VIAGGIO DI SAN VALENTINO



Non  mi sono impazzita all'improvviso, e non è da me pianificare viaggi con tanto anticipo.

In questo caso devo.

Si tratta di un viaggio di lavoro, che cade nel giorno di San Valentino e, a mia discrezione, può impegnare qualche giorno che precede e/o segue tale data.
Ne approfitto per portare in vacanza questo piccolo cuore tenace.
E' pur sempre un viaggio improntato all'ammmore, anche se rivolto nei miei soli confronti.
Appago questo cuore cui piace perdersi nel mondo.
Non molto lontano da qui, ma abbastanza lontano da potersi considerare un vero e proprio viaggio.
Penso ad una settimana sabbatica, per toccare un po' di città italiane e far visita ad amici sparsi in giro per lo stivale.
Un viaggio circolare.
E quindi a cavallo tra treni e aerei e airbnb e casa d'amici, e mostre interessanti, ed eventi musicali, e tutto ciò che la vita mi riserva e capiterà nel percorso.

In tutto ciò, il lavoro è la parte più rilevante e significativa.
Se va in porto come vorrei, potrei guadagnarci un fottio di soldi, e l'idea, di suo, già mi gratifica.
Male che va, ci avrò rimesso le spese, ma poco mi importa.
La spesa vale l'impresa.


I've got a dream in my head, ed è questo.
Di vincere.



POCO BENE, ALTRI ED IO


Ed il mio star poco bene è in via di integrale risoluzione.
Circa.
Manca ancora un po', ma a breve recupero integralmente.

Un mio familiare, invece, verrà dimesso oggi dall'ospedale.
Si tratta di organizzare l'assistenza a casa.
Si tratta di attendere.

Sono un po' provata.
Siamo tutti un po' provati, ma nessuno demorde.
Men che meno io.

mercoledì 4 gennaio 2017

"MA NON DOVEVAMO VEDERCI PIÙ?"


L'accordo era questo.
Di interrompere.
Di interromperci.
Non dovevamo nemmeno sentirci.

Ci siamo sentiti ogni giorno, al mattino, nel pomeriggio, la sera, la notte, durante i pasti.
Telefonate, videochiamate, foto, conversazioni lunghissime.

Due scemi azzeccati ai cellulari.

Batterie azzerate dal consumo.

Litigate intergalattiche.

Strazianti addi e ovvie riappacificazioni.

C'è un aereo, a breve, ma non troppo.
E poi ci sarà un treno, e la solita stazione.
E un vino straniero da bere insieme, a cena davanti al camino.

Da qui al rientro chi lo sa che accadrà.

"Ancora tu
Non mi sorprende
Lo sai
Ancora tu
Ma non dovevamo vederci più
E come stai
Domanda inutile
Stai come me
E ci scappa da ridere..."

Questo pezzo, che la memoria collegava ad altro, adesso mi viene in mente in relazione a tutt'altro.
È questo il tipo di sentimento che spazza via tutto il resto, per cui ho deciso di mettermi seriamente in gioco.
Non avrebbe potuto essere diversamente.
Comunque vada.
Perché io non lo so come andrà, ma me la rischio.
Come ho sempre caparbiamente fatto.