domenica 26 febbraio 2017

DOVE CRESCERE UNA FIGLIA



La bimba della mia amica d'infanzia cresce.
Cresce bella, piena di vita e di gioia, energica e socievole, allegra, circondata da familiari che le vogliono bene e la coccolano.
Cresce in città per buona parte del tempo.

"Sto valutando di tornare al paesello, ma sono molto combattuta", mi confida oggi.
Lei ed il marito lavorano in città, come dipendenti in realtà aziendali solide.
Se si trasferissero qui, farebbero i pendolari.
L'equivalente del tempo che impiegano con i mezzi per spostarsi da un capo all'altro della città equivale al tempo che impiegherebbero ad arrivarci da qui con il treno.
Circa.
Il problema non è tanto il lavoro, che a distanza è sostenibile.

"Non so se voglio privare mia figlia delle maggiori opportunità che avrebbe crescendo in città", ha continuato, intraprendendo discorsi che nella testa ogni madre o aspirante tale ha percorso nella propria mente almeno una volta nella vita.

Cosa si intende per opportunità?
Cosa per qualità della vita?

Sono questi i perni attorno ai quali ruota la scelta finale.
E in che modo tornare al paesello pregiudicherebbe le une a vantaggio dell'altra?
E davvero può parlarsi di un pregiudizio innegabile che discenderebbe dalle due opposte scelte?

Mi ha raccontato di tornare sempre più di frequente al paesello, nei week end.
L'aria è pulita, e poi il mare...
Il mare è la misura più imponente della qualità della vita, per quelli come noi.

"Ho portato mia figlia da un apicoltore della zona, che ha anche un agriturismo. Le ha regalato un pezzo di favo, e lei l'ha schiacciato, e ha intinto il dito nel miele, e l'ha messo in bocca... Tutto questo in città è impensabile. Qui cose come queste sono sempre alla portata", piena di emozione.

Il suo rammarico più grande è che i nostri figli non crescano insieme come noi, perchè... beh, io non ho (ancora... punto interrogativo?) prolificato.

Chissà se mai accadrà.

Abbiamo parlato di quanto siano ancora un argomento tabù la donna che si pente di avere fatto figli, e quella che decide coscientemente di non averne.

Di quanto sia complicato essere madri.

Io, al momento, non rientro in nessuna di queste categorie.

Non rientro in alcuna categoria in generale.

Un difettaccio brutto che non riesco a togliermi.


6 commenti:

Anonimo ha detto...

io penso e credo fermamente che un figlio debba solo crescere in luogo d'amore e sicurezza, con i giusti si e no. il paesello ha i suoi pro e contro come del resto una citta'.. cmq non sarebbe male l'idea, ma non certo necessaria.

Bulut ha detto...

Secondo me non c'è davvero "scelta migliore". Certo, stare in un posto in cui si può avere il mare può essere molto salutare per un bambino, che può così trascorrere gran parte del tempo fuori. Per le "opportunità", non so, credo che occorra valutare anche se davvero stando in città poi si sfruttano davvero le varie "offerte" (tipo: in generale l'offerta di attività "formative" nel tempo libero è maggiore in città che in campagna, nel senso che li si può facilmente mandare a piano, canto, pattinaggio, karate, etc, ma poi, si ha davvero il tempo di farlo?)
Io abito in una metropoli da 4 milioni di abitanti, e siamo in un campus. I bambini possono in teoria girare liberamente all'interno, posso anche lasciarli andare da soli, e quindi spesso scendono a giocare con i compagni a pallone o a nascondino. La maggior parte del tempo ora hanno lo sport che gli impegna i pomeriggi, è molto bello ma è anche un po' un peccato che non "scendono al prato" con gli altri bambini. Altri bambini che hanno a loro volta sport e/o musica.
Suppongo però che anche ad essere in centro si troverebbe una soluzione per l'uscita dei bimbi, si farebbero i turni nei giardini condominiali.
Alla fine deve tornare bene a loro... non credo che vengano davvero tolte opportunità.
Molto importante è l'ambiente famigliare, il cercare di tenerli lontani da iPad e internet il più a lungo possibile, e avere altri bambini con cui crescere insieme.
Scusa il commento fiume! :)

Unknown ha detto...



Un difettaccio brutto che nella mia incontenibile ignoranza pare più un pregio.

.come.fossi.acqua. ha detto...


velabianca, ognuno di noi è mosso da aspirazioni di vario genere nella vita.
e la mia amica, qualunque scelta farà, cascherà in piedi.

.come.fossi.acqua. ha detto...


Bulut, condivido il tuo pensiero in linea di massima.

Non so se, personalmente, crescerei un figlio in città.

.come.fossi.acqua. ha detto...



Bill, sono un prodotto di nicchia ;-)