lunedì 30 ottobre 2017

RINCHIUSA DENTRO E IN FONDO



E' qui che sto, rannicchiata a studiare, in una casa che era un punto d'appoggio ed è diventata una tana.

E' stata una scelta consapevole, certamente, che poi è diventata obbligata.

Perchè è stata una scelta in parte voluta, e in parte inaspettata.

Perchè la vita è così: per quanto la pianifichi, le cose girano sempre come decidono loro, sfuggendo ad ogni controllo.

Che chi l'avrebbe detto, tutto questo.

Chi l'avrebbe detto?

La vita è fatta di occasioni, per tutti, da cogliere quando capitano, non quando si sceglie di farsele capitare.

E in questa circostanza riposa la scelta di chiudermi dentro.

Devo fare un salto enorme, e dirottare tutte le energie in questa direzione è quanto mai complicato.

Perchè è terribilmente difficile, ci si distrae, ci si stanca.





domenica 29 ottobre 2017

TECNICHE TELEMATICHE FURBE DI APPROCCIO



Nella folta schiera delle ammiratrici/pretendenti/poco di buono che si propongono sfacciatamente, dal vivo o per iscritto sui social, al mio compagno, una piccola parte è costituita da gente che conosco o con cui ho avuto a che fare, per le ragioni più varie, in passato (ex ragazze di miei cari amici, ex coinquiline etc...).

Oggi esce fuori che Esse, ex fidanzata di un mio caro amico, lo ha abbordato con una tattica che ben conosco (perché l'ha praticata abbondantemente anche dal vivo con ogni uomo con cui mi ha vista parlare), mandandogli un messaggio su fb, spacciandosi per una mia carissima amica, ed invitandolo ad uscire tutti insieme per conoscersi.

"Abbiamo un'amica in comune", cioè io, gli ha scritto.

Lui le ha risposto che sarebbe lieto di uscire tutti insieme, ma che non sono un'amica, bensì la sua compagna.

Si è defilata all'istante, non aggiungendo altro.

Provo molto imbarazzo per questo mondo che tengo fuori la porta e che tenta spudoratamente di entrare nella mia vita.
Provo fastidio.
Provo profonda pena.

E in questa solitudine estrema, ho trovato in lui una piccola oasi per dissetarmi.

martedì 24 ottobre 2017

DI MOLTE LUNE


Sono andata in biblioteca - la mia biblioteca preferita - a reperire del materiale per studiare.
Mi sono letteralmente persa nei corridoi, scorrendo con gli occhi le pareti alte di libri e pietra e legno in cui è incastonata la tecnologia degli ascensori e delle macchine fotocopiatrici, che non c'entrano niente.

Sono passata in chiesa, una chiesa magnifica.

Ho sentito il cuore battere fortissimo.

In libreria - la mia libreria preferita, dove ho passato raccolta in me stessa, affacciata su uno degli angoli di mondo più popolosi, dell'ottimo tempo in compagnia di caffè e libri nuovi - ho preso l'ultima copia del testo che mi occorreva e un cd di Nick Drake in offerta, insieme a dei quaderni per studiare.

Ci siamo incontrati in strada per rientrare a casa insieme.

Mentre lui preparava la pizza, io ho messo su Pink Moon.

La mia adorata, amatissima, Pink Moon.

Mi ha raggiunta nella sala, mi ha abbracciata e abbiamo ballato stretti sulle note del pezzo.

"Io non so ballare", ha detto, ed io ho replicato di abbracciarmi.

La luna è diventata le lune.

Le lune che mi mancano, non quelle che ci sono già state e sono andate perdute.

Alzo gli occhi al cielo e vedo ciò che lui vede.

E lui vede ciò che io sola vedo.

Le nostre lune, e quelle che ci mancano.

Quelle che guarderemo insieme.



E NON MANGIARE TROPPA MARMELLATA



Divisi tra lo studio e il lavoro e i Paesi, la differenza tra i nostri stati può essere sussunta negli avvisi che vicendevolmente ci facciamo.

Il suo, di non incazzarmi.

Il mio, di non mangiare troppa marmellata.

E' passato un anno, questo ottobre.
Un anno in cui tutto è successo, e la vita è cambiata, ed anche la prospettiva.
Tutto può ancora cambiare, e mi auguro in meglio.

Seriamente speranzosa, e non più solo battagliera, continuo a barcamenarmi negli impegni quotidiani, relegandoli ad adempimenti da spicciare il prima possibile per non sottrarmi allo studio.

E' arrivata una prima correzione del lavoro fatto sinora, che necessita di essere limato e fissato e arricchito, corredata da una risposta entusiasta.

Tutto questo studio richiede un ultimo sforzo, lo scatto finale.

Ho un'ansia che non riesco a misurare, e ho dovuto cambiare integratori, perchè i nuovi mi hanno portato un po' di tachicardia.

Qualcuno ronfa bellamente sulla sedia alla mia sinistra, qualcun'altro è in giro per lavoro, lontano dagli occhi, ma non dal cuore, ed io sono a questa scrivania che studio e scrivo e rifletto, e trattengo la voglia di bere il quarto caffè della giornata.


lunedì 23 ottobre 2017

E QUANDO I DINOSAURI CERCANO DI INTIMIDIRTI



Dopo la telefonata di scuse, mi è arrivata una mail in cui il dinosauro retrocede a uovo in fase di schiusa, minacciando di intraprendere le vie legali per ragioni non meglio precisate.

Ora, considerato che sono serena rispetto al fatto di non avere commesso passi falsi, e di non avere assunto in generale comportamenti che possano integrare gli estremi di qualsivoglia reato, la mail l'ho letta ieri sera e mi ha molto amareggiata.

Da un punto di vista umano, più che professionale, perchè è sconfortante ricevere intimidazioni, da chiunque provengano.

Che si tratti di delinquenti che minacciano di bruciarti viva con l'acido, prendendo spunto da noti fatti di cronaca, o che si tratti di chi fa il mio stesso lavoro e adopera questi strumenti per rivendicare posizioni dominanti che non spettano nè in ragione del titolo, che è il medesimo, e nemmeno in ragione dell'essere più anziani o di esperienza.

Questi sono i termini in cui troppi tentano di acquisire ed esercitare potere sugli altri.

Con questa brutalità.

Ho risposto con fermezza, poco fa.

Sono comunque turbata dall'atto di forza e prevaricazione che questa persona ha messo in atto.

Sono esausta dei colpi inflitti perchè faccio bene il mio lavoro.

Mi sono svegliata con la bocca amara, stamattina, e la tensione mi distrae e mi distoglie dalle cose più importanti in cui mi sto prodigando, nonostante tutto e tutti.

Vorrei la pace, ma la mia esistenza sembra costante terreno di guerra.






domenica 22 ottobre 2017

QUANDO I DINOSAURI ALZANO IL TELEFONO PER CHIEDERE SCUSA




Il dinosauro in questione, dal nome altisonante e dai clienti importanti, ha fatto una cazzata che sarebbe passata inosservata se non avessi lavorato con il solito scrupolo e non l'avessi scoperto e portato alla luce.

Ho ribaltato le carte in tavola, e scoperchiato il vaso di Pandora, mio malgrado.

Non avrei voluto, ma il dinosauro  ha fatto una cazzata grossa come una casa, che va a mio vantaggio, e non potevo non rilevarla.

Con le spalle al muro, ha alzato il telefono per chiamarmi.

E mi ha chiesto scusa.



Dicono sia la passione che ci metto, a fare la differenza.
Che sia l'onestà congenita.
Si chiama vocazione, semplicemente.
È quando si fa qualcosa per cui ci si sente tagliati.

Eppure, nella landa desolata di dinosauri, dove i tempi moderni sono lontani anni luce e le dinamiche puzzano di vecchio e di marcio, le piccole gratificazioni non bastano a tenermi in vita.

Con le lacrime agli occhi e un peso sul cuore, valuto la possibilità sempre più concreta di chiudere questa fase della mia vita.
Con la consapevolezza di buttare alle ortiche buona parte dei sacrifici fatti sino ad oggi.
Perché per quanto una piccola donna armata della sola clava della propria intelligenza riesca a scalfire un dinosauro sino a farlo inchinare in sua presenza, questa terra che pratico è popolata di mostri troppo grandi e di altezze invalicabili per accettare che siano per il resto della vita la quotidianità.

E la stanchezza batte la vocazione.

Per questo continuo a lavorare e studiare.

A impegnarmi per guadagnare la possibilità di volgere altrove.

Anche se muovo i passi su un terreno fatto di grandi incognite.

Mi sembra di non avere alternativa che... battermi: è sempre questo il termine che connota la mia azione, è sempre in questo slancio che consumo le mie energie.

Ho paura di non farcela.

E allo stesso tempo penso che devo, ancora una volta, farcela.

Che devo tenere duro ancora un po'.

Che voglio.

Fortissimamente voglio.


mercoledì 18 ottobre 2017

GENTE IN CERCA DI GENTE



Ogni giorno, che si vada a fare la spesa, a prendere un caffè, o a fare sport al mare, registriamo l'assalto di donne di ogni età in cerca - disperatamente in cerca - di compagnia.
Cercano spudoratamente di approcciarlo, tentando di passare sul mio cadavere.

Se avessi voluto riportare di tutti gli episodi che sono capitati, avrei dovuto aprire un blog a tema, e forse nemmeno mi sarebbe bastato.

Tra i tanti, ce ne sono due che mi hanno però particolarmente divertita.

Stavamo facendo la spesa, l'altra settimana, al supermercato.
Ero al banco frigo, lui era rimasto al reparto frutta e verdura.
L'ho visto svoltare, a un certo punto, a passo svelto, l'aria turbata, tra i banchi frigo.
Mi ha vista e si è precipitato verso di me, con un sacchetto in mano.
Dietro di lui, una commessa che correva puntandolo.
Correva, giuro, per stargli dietro.
"È successo qualcosa?, gli ho chiesto notando la scena.
La commessa ha abbassato lo sguardo e si è defilata, letteralmente scappando via.

"Quella donna ha cominciato a squadrarmi e seguirmi, pensavo di avere pesato male le castagne", mi ha risposto.

Sono scoppiata a ridere, mentre lui, a disagio, si è innervosito, perché ogni volta che esce si sente braccato (lo è, lo seguono fino a casa, lo pedinano per strada, lo tempestano di messaggi sui social) da donne affette da disturbi mentali.
Non si placano nemmeno se mi bacia o mi abbraccia davanti a loro, anzi.
Il fenomeno è davvero allarmante.

Una delle ultime ha cercato di approcciarlo su fb.
Gli ha scritto che lo ha visto in giro, che lo trova molto carino, e gli ha dato appuntamento di notte in un posto isolato, da queste parti.
Lui le ha risposto che se l'ha visto in giro, sicuramente l'ha visto con me, che sono la sua compagna.
Lei, che è una donna matura (per età) e impegnata, ha insistito affinché la raggiungesse la notte stessa, precisando di essere in cerca di "un amico con cui scambiarsi effusioni".

Noi donne non siamo tutte ridotte ai minimi termini così.
E nemmeno tutti gli uomini, per fortuna.
È anche vero che a proporsi in modo sguaiato o a cercare di ingerire nella vita degli altri sono in molti e molte, senza regole, senza pudori, senza alcuna remora.

Come se tutto fosse lecito, mentre non lo è.

Quando molte volte, certi assalti sono sgradevoli e sgraditi.

E comunque, in confronto, gli uomini che cercano di approcciare me lo fanno con un garbo che a queste donne pare davvero mancare.

A me nessuno ha mai mandato foto ammiccanti in cui è mezzo nudo.
Nessuno mi ha mai inviato video.
Nessuno mi ha mai scritto spudoratamente cose sconce.
Il più coraggioso​ - l'ultimo ieri - mi ha semplicemente proposto di offrirmi un caffè.

La decenza è un'ottima qualità, per chi ancora ne è dotato e l'apprezza.
Così come la dignità.













venerdì 13 ottobre 2017

GOMITO A GOMITO



Siamo una squadra - ecco cosa siamo, in questo esatto momento - mentre ci supportiamo, collaboriamo, litighiamo, stabiliamo insieme di puntare ad un obiettivo comune.

I sentimenti, cemento armato di ogni sovrastruttura, ci tengono uniti contro ogni previsione erronea e crudele di altri.

Abbiamo comprato una cassettiera bianca e rivoluzionato la stanza da letto, ancora una volta.

I suoi e i miei vestiti attendono sistemazioni migliori che al momento non possiamo concederci per il poco tempo a disposizione.

Si lavora, si studia, si fanno la spesa e il bucato, si cucina e si lavano i piatti.

Le giornate procedono a ritmi serrati, mentre restiamo barricati nel piccolo eppure gigantesco mondo in cui stiamo unendo e raccogliendo le forze per puntare a qualcosa di più.

Nella speranza e con l'impegno di riuscirci.







mercoledì 11 ottobre 2017

QUANDO IL MOSTRO TI E' AMICO



Non ho potuto fare a meno di leggere del caso Weinstein, che circola online con particolare insistenza, oggi, in ogni dove.

Sembra il luogo comune che prende forma, la retorica più becera che trova conferma in una serie di episodi sconci venuti alla luce dopo decenni.

Eppure, al di là del cliché, della dietrologia, delle illazioni, e di tutte le speculazioni sulle denunzie tardive di belle attrici, un profilo su tutti merita maggiore attenzione: l'omertà manifesta del contorno di addetti al settore e sbrilluccicanti personaggi del mondo dello spettacolo e non solo.

Un'omertà che puzza di marcio nelle frasi di chi si dice esterrefatto, che non era al corrente - assolutamente - di queste azioni indegne perpetrate per anni da un uomo di potere, ai danni di donne che per fare carriera nel mondo dello spettacolo hanno sopportato e taciuto.

In quante sono fuggite, pure: questo va evidenziato per non fare di tutta un'erba un fascio.

E in quante fuggiamo a ricatti e avances, o l'abbiamo fatto nel corso di una vita, rinunciando anche a fare carriera o, semplicemente, accettando di farla in tempi meno brevi.


L'omertà, dicevo, che scandalizza di più, a me pare quella dei finti moralisti che molto ci hanno tenuto - vuoi in politica, quanto nel mondo dello spettacolo - ad ancorare il proprio operato e la propria carriera a dei principi che ad altri paiono manifestamente mancare (ad altri contro cui ci hanno tenuto parecchio a puntare il dito, ergendosi al primo posto sul podio della moralità).

Finchè non si scopre che il mostro è loro amico, e loro, inspiegabilmente, non sapevano nulla.

Finchè di fronte all'evidenza sbattuta sui giornali non hanno sentito l'esigenza di dissociarsi con dichiarazioni pubbliche.

Tutti, oggi, unanimamente e coralmente schierati contro l'orco, che sino al momento in cui è stato sbattuto in prima pagina, sino a quanto non è stato licenziato perdendo il proprio potere e la propria influenza, era compagno di cene, bevute e lavoro.

In questa vicenda, davvero, nessuno può salire sul podio a rivendicare una moralità che ad altri manca.

E fare i finti tonti in mondo visione, su vicende così tristi, non è che sia un bello spettacolo visto da qui.




martedì 10 ottobre 2017

IL TAGLIO, DI NUOVO



Ho atteso un po', dondolando nell'incertezza se farli tornare lunghi o scorciarli di nuovo.

Chè davvero sono cresciuti tantissimo nel giro di un attimo.

Poi ho visto lo spot con Natalie Portman, e sono rimasta incantata dal taglio iconico che sfoggia, con l'immancabile grazia che la connota.

E quindi, anche se la grazia non è la stessa, men che meno i tratti del viso, ho scelto di tagliarli così.

Ho mostrato il video al parruchiere (il nuovo parrucchiere, finalmente, cui mi ha indirizzato una cara amica molto stilosa), che ha traslato il movimento che volevo sui miei capelli.



E' un po' che mi sento sottotono.

Sto studiando molto, incastrando il lavoro ed il tempo per dei pasti regolari, e la sera crollo inesorabilmente nel letto.

Mi sento appesantita, nei giorni che passano.

L'ansia galoppa a briglia sciolta, e trascina il mio corpo legato nella polvere.

In certi momenti mollo la presa, ma poi la riprendo con tenacia.

Debbo farcela, in ogni caso, e tenere duro.

Perderò dei giorni utili per lo studio per il lavoro.

Lavoro che non posso delegare ad altri, e per il quale sono in apprensione, perchè può portarmi a dei risultati notevoli o a nessun risultato, e l'incognita immancabile legata a questi eventi che sfuggono al mio controllo è una delle ragioni per cui con tanta tenacia studio.

E' terminata davvero questa fase?

O è solo il luogo ad avere esaurito la sua funzione?

La fase da un punto di vista spazio-temporale che richiede solo di scegliere la declinazione nella quale far confluire le energie migliori?

Ci sono domande cui ieri rispondevo con fermezza e che oggi mi paio gigantesche e soggette a revisioni gigantesche.

I sentimenti sono il discrimine.

I sentimenti, che altro?